La Nuova Sardegna

I sindaci alla Regione: sul Pnrr serve una scossa

Alessandro Pirina
I sindaci alla Regione: sul Pnrr serve una scossa

Campus: «Siamo in ritardo: l’isola rischia di perdere opere fondamentali»

07 dicembre 2021
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SASSARI. Tutti sono d’accordo sul fatto che oggi l’isola abbia la più importante occasione del secolo. E allo stesso tempo tutti concordano sul fatto che serva un colpo di reni per impedire che la grande opportunità del Pnrr diventi il peggiore degli incubi. I sindaci - destra, sinistra, civici non fa differenza - parlano tutti la stessa lingua. Che è la stessa dell’ex ministro Beppe Pisanu, che in una intervista alla Nuova ha lanciato l’allarme sulle risorse del Piano: o la classe politica regionale si sveglia o la Sardegna rischia di rimanere al palo. Una dura presa di posizione che non ha lasciato indifferenti i primi cittadini, che da mesi chiedono di essere coinvolti e ascoltati. Ma senza grande successo.

«Noi abbiamo sollevato il problema a tutti i livelli – dice Nanni Campus, sindaco di Sassari, parlamentare di lungo corso con il centrodestra, oggi a capo di una coalizione civica appoggiata anche dal M5s –. Abbiamo mandato i documenti più volte, abbiamo incontrato i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio. Dopo di che abbiamo avuto un confronto con la viceministra Todde su Pnrr e Dpcm energia. Insomma, noi tutto quello che come sindaci della Rete metropolitana dovevamo fare lo abbiamo fatto. A questo punto dobbiamo solo confidare che chi deve - se stessi mandando un sms lo scriverei in maiuscolo - dare risposte e confrontarsi in maniera diretta lo faccia, altrimenti le conseguenze saranno a carico di chi non ha ascoltato né ha trattato né ha portato avanti istanze». Uno scenario che Campus non sembra escludere. «È indubbio che oggi esiste un gravissimo ritardo, è indubbio che le risorse stanno arrivando in Sardegna con il contagocce, è indubbio che stiamo mettendo a rischio opere fondamentali per le future generazioni di sardi, in particolare i collegamenti moderni della rete di trasporto su ferro come esistono su tutto il territorio nazionale ed europeo. C’è poi il capitolo energia: non si riesce a capire cosa succederà nel nord dell’isola. E sottolineo nord, perché al sud basta bisbigliare e la Regione ascolta. Noi urliamo e non abbiamo risposte».

Dalla costa orientale gli fa eco Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, dove è stato appena rieletto per la quinta volta sotto il vessillo di Forza Italia. «Come sindaci abbiamo chiesto alla Regione alcuni punti importanti ma ad oggi non c’è stata la chiusura del pacchetto, che a questo punto, aumentando le richieste di tutti, rischia di essere rimpicciolito. C’è bisogno di un colpo di reni e noi siamo disponibili a farlo tutti assieme. Noi abbiamo le idee su quali sono le priorità, ma metterle in pratica è un altro problema. Si decida e si vada avanti. Trasporti, energia, telecomunicazioni, porti e aeroporti, infrastrutture stradali e ferroviarie: solo così possiamo diventare competitivi». L’ostacolo, secondo Nizzi, si chiama burocrazia. «Anche se tutti fossimo stati d’accordo sulle cose da fare ci saremmo imbattuti nelle lungaggini e lentezze della burocrazia, impedendo di portare a casa il risultato. Ecco perché sarà fondamentale snellire tutte le procedure burocratiche».

Dal sud dell’isola le parole non sono dissimili. Anche Graziano Milia, sindaco di Quartu, civico ma di centrosinistra, si schiera con Pisanu. «Non posso che dargli ragione – dice –. È evidente che è necessario un sussulto da parte dell’intera classe dirigente sarda. Ci metto anche la nostra responsabilità. Abbiamo davanti un momento davvero straordinario, ma purtroppo siamo protagonisti di lentezze e ritardi. L’amico Pisanu fa un riferimento storico, ma il Piano di rinascita fu la conseguenza di un movimento di popolo. Qui l’opportunità nasce da una condizione di emergenza e dobbiamo essere ancora più capaci». Milia lancia l’idea di una task force - «anche se odio questo termine» -per la gestione delle ingenti risorse del Pnrr. «In questi mesi noi sindaci ci siamo più volte confrontati con l’assessore Fasolino e mi auguro che questo abbia un seguito. D’altronde, il Piano di rinascita aveva previsto un centro regionale di programmazione per l’utilizzo delle risorse, ora dovremmo seguire un percorso analogo che abbatta la burocrazia. Credo che una legge del genere l’approverebbero tutti e subito».

L’appello di Pisanu trova una sostenitrice anche nella sindaca di Fonni, Daniela Falconi, area centrosinistra. «Concordo con l’ex ministro. Noi lo diciamo da mesi che serve uno sforzo collettivo per non perdere la grande opportunità del Pnrr. E questo sforzo deve essere soprattutto in termini di progetti e idee per metterli in pratica. Io vedo il Pnrr come la grande opportunità per ridurre le sperequazioni tra le zone interne e le zone urbane. Anche noi abbiamo la necessità di rivedere sanità, scuola, energia. Ma se non c’è nessuno che progetta i Comuni da soli non possono fare nulla». Falconi fa qualche esempio concreto. «Nei siti del ministero sono usciti alcuni bandi per scuole, palestre, mense. Ma da parte della Regione non c’è stato niente di concreto. Non lo dico per criticare, ma come un invito a svegliarsi. Il Pnrr non ricapiterà più e spero anzi non sia già andato perso. Una settimana fa 15 comuni interni hanno avuto un blackout per 24 ore. Non è sfortuna ma colpa di reti obsolete. La maggior parte non ha la fibra. Io dico questo: vogliamo metterci al passo con gli altri cogliendo opportunità e risorse quando arrivano o continuare a fare convegni sullo spopolamento? Giovedì rappresenterò la Sardegna al Quirinale e parlerò davanti al presidente Mattarella. Dirò le stesse cose: anche le montagne hanno diritto di esistere».

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