La Nuova Sardegna

Covid, Temussi: «L’isola ha tutti i numeri per un Natale tranquillo»

di Roberto Petretto
Covid, Temussi: «L’isola ha tutti i numeri per un Natale tranquillo»

«Statistiche buone. Acceleriamo su vaccini e tracciamento»

13 dicembre 2021
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SASSARI. A giudicare dall’affollamento nelle strade e nelle piazze delle città sarde la pandemia non sembra preoccupare troppo gli abitanti dell’isola. Folla ovunque e ingorghi vicino al centro e alle aree commerciali. Emergenza alle spalle? E, soprattutto, che feste ci dobbiamo aspettare in questo secondo Natale marchiato Covid? «Dobbiamo non perdere d’occhio le statistiche - dice Massimo Temussi, commissario dell’Ats e generale alla guida dell’esercito schierato contro il virus -. In questo momento, per fortuna dico io, c’è tanta voglia di vaccinarsi. Le richieste stanno aumentando ed è per questo che stiamo riorganizzando gli hub. Tutto questo è molto positivo».

Tanto positivo da far pensare che avremo un Natale e un Capodanno tranquilli? Temussi invita a ragionare sulla sostanza, senza lasciarsi andare a un ottimismo ingiustificato: «Il fatto che a metà dicembre cominceremo con la campagna vaccinale per i bambini nella fascia di età fra i 5 e gli 11 anni, che in Inghilterra e Israele ha dimostrato di funzionare, potrebbe darci un ulteriore vantaggio. In Sardegna abbiamo diversi punti di forza. Siamo primi, e di parecchio, per le somministrazioni ai giovani. Ora non sarebbe male raggiungere lo stesso obiettivo anche con i giovanissimi. I ragazzi sono i maggiori mezzi di trasmissione del virus: se mettiamo in sicurezza loro mettiamo in sicurezza un po’ tutti. E ci potremo regalare un Natale diverso rispetto a quello dell’anno scorso e anche rispetto a quello che dovranno affrontare altre regioni italiane».

Tutto affidato ai vaccini, dunque? L’immunizzazione rimane l’arma più potente in mano al sistema sanitario, ma non bisogna trascurare tutto il resto: «Il tracciamento è stato rafforzato - prosegue Temussi -. Grazie ai Dipartimenti di igiene pubblica delle varie province che si stanno adoperando per un tracciamento massivo. Ormai abbiamo preso dimestichezza con il sistema e stiamo isolando il più possibile i contagi, andando a fondo proprio con il tracciamento dei contatti. Anche questo ci fa ben sperare, ma non bisogna dimenticare che con il Natale e con le feste di fine anno ci sono tradizionalmente dei fenomeni di massa, assembramenti. Ecco perchè le solite raccomandazioni sono sempre valide: distanziamento e dispositivi di protezione individuale sono fondamentali».

C’è questa minaccia della variante Omicron. Variante e variabile che potrebbe scombussolare i piani di chi ha in carico la gestione del sistema di emergenza: «La Omicron non deve spaventare. Certo, è molto aggressiva e facilmente trasmissibile, ma i casi sono ancora pochi, a livello nazionale e internazionale sono state prese delle contromisure importanti con controlli e mappatura dei voli dai paesi a rischio. Questo ci può proteggere».

Al momento i casi conosciuti di variante Omicron in Sardegna sono solo due: un passeggero arrivato in aereo dal Sudafrica e un suo contatto stretto. Nessun contagio tra i passeggeri che avevano preso lo stesso volo da Roma a Alghero. E anche questa è una buona notizia. Come quella che riferisce di ospedali dove la situazione dei ricoveri è ancora gestibile. «Sì, negli ospedali sardi la situazione è sotto controllo, nessuna sofferenza in particolare - conferma il commissario dell’Ats -. A parte, ovviamente, le carenze generali che conosciamo e che provocano problemi serissimi. Ma si tratta di carenze strutturali che non possono essere risolte rapidamente. Ci vorrà molto tempo».

Intanto si potenziano gli hub: si torna sempre lì perché la chiave è sempre quella dei vaccini. «Ora dovremo vedere come gestire la vaccinazione della fascia 5-11 anni. Potrebbe essere realizzata negli ambulatori dei pediatri che vorranno aderire oppure negli hub, in giorni particolari e con procedure protette. Intanto avevamo l’obiettivo di velocizzare il flusso d'ingresso e ci stiamo riuscendo. Stiamo cercando di vaccinare il più possibile prima di Natale».

Per la verità le centinaia di persone che qualche giorno fa hanno atteso sotto la grandine davanti all’hub di Sassari non si sono rese conto di questa velocizzazione: «Si sono presentate 270 persone non prenotate e questo ha creato il caos. Il giorno dopo le file erano finite. Per evitare questo genere di problemi abbiamo detto basta a persone non prenotate. In più nella zona dell’hub di Sassari non c'è abbastanza spazio per mettere strutture di protezione. Avere l’hub dentro la città è un vantaggio da un lato e uno svantaggio da altri punti di vista. Abbiamo aperto il centro di Rizzeddu, ridotto un po’ il numero di vaccini giornalieri che comunque sono 2mila e sono un bel numero per Sassari».



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