La Nuova Sardegna

L'incendio a Sarule ferma la Maffei, pronta la fuga dall’isola

L'incendio a Sarule ferma la Maffei, pronta la fuga dall’isola

Amarezza dopo l’attentato e i rari attestati di solidarietà

16 dicembre 2021
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NUORO. «Questo attacco inaspettato ha messo in profonda discussione tutti i progetti di sviluppo che avevamo definito, costringendoci a valutare anche ipotesi di exit dal mercato sardo». La delusione e l’amarezza sono evidenti. Le conseguenze davvero disastrose. Per l’azienda gettare la spugna è una decisione dolorosissima, per la Sardegna centrale è l’ennesima sconfitta. Federico Fiorelli, presidente della Maffei sarda silicati, lo sa bene. Ormai l’impresa mineraria che ha sede a Orani è arrivata a un bivio: i vertici aziendali devono decidere se continuare a lavorare nell’isola o mollare tutto e trovare casa altrove. L’attentato incendiario subito la notte del 9 dicembre a Cuccuru Mannu, in territorio di Sarule, è l’apice di una serie di intimidazioni che vanno avanti da tempo. Minacce scritte sui muri, lumicini fatti trovare agli ingressi dei cantieri, inneschi artigianali lasciati in bella vista tra un camion o una ruspa: “avvertimenti” regolarmente denunciati ma tenuti nascosti ai riflettori per non creare ulteriori allarmismi e tensioni.

Salvo poi trovare una pala meccanica distrutta dalle fiamme, incendio chiaramente doloso: è successo nel 2019 in una cava in territorio di Ottana. Un grosso danno economico. Nulla, a voler paragonare i conti con quanto successo la settimana scorsa: tre escavatori distrutti, un milione di euro il valore andato in fumo. Un attentato che ha compromesso i cantieri e costretto la Maffei a fermare l’attività estrattiva (ieri mattina se ne è parlato in Prefettura, alla riunione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico). «Il vile atto intimidatorio, è un atto ignobile, perpetrato ai danni di una società, Maffei sarda silicati, che ha l’orgoglio ed il privilegio di essere attiva nel territorio sardo dai primi anni Novanta e che ha contribuito allo sviluppo della Regione, nei limiti delle proprie possibilità» fa sapere da Novara Giorgio Bozzola, presidente di Minerali Industriali. «Esprimo – sottolinea – la mia piena solidarietà e quella di tutta la proprietà del gruppo Minerali Industriali al presidente Federico Fiorelli e ad ogni singola persona del team di Maffei sarda silicati: persone oneste e forti che ogni giorno con il loro impegno apportano un importante contributo al nostro Gruppo. Sono certo che loro, come me, combatteranno duramente per non farsi piegare dagli atti codardi ed illegali di chi si nasconde nel buio sperando di ottenere vantaggi che così non avrà mai». «Noi – aggiunge Bozzola – resteremo sempre e comunque fedeli ai nostri princìpi di legalità e di rispetto verso le persone ed il lavoro, che sono gli unici pilastri che siamo fermamente convinti porteranno pace e prosperità per tutti».

Ma i danni materiali non sono l’aspetto più doloroso di questa vicenda. «Profonda, infatti, è la ferita lasciata a tutto il management del gruppo Minerali Industriali, il quale ha fortemente creduto nel potenziale industriale della regione Sardegna e ha sempre investito ingenti somme di denaro in progetti di sviluppo industriale ed innovazione», sottolinea il presidente della società che vanta ben 12 unità produttive in Italia, quattro in Europa, una in Asia, tre in Nord Africa e sette in Centro e Sud America. La Maffei sarda silicati SpA è una delle costole del gruppo. Una realtà che a Orani e dintorni può dire la sua: soltanto nel 2021 ha pagato 30 milioni di euro ai propri fornitori (per lo più locali) e 2,8 milioni di euro ai suoi 83 dipendenti. Senza dimenticare il significativo impulso all’occupazione regionale sull’intera filiera (trasporti, indotto, terzisti, consulenti esterni). La società ha inoltre effettuato investimenti per oltre 13 milioni di euro negli ultimi 10 anni, con evidenti ricadute sul territorio sardo. «Eravamo particolarmente orgogliosi degli obbiettivi raggiunti in questi anni in Sardegna – chiude Fiorelli – perché rappresentavano un importante riconoscimento del nostro impegno ad operare secondo una strategia di crescita sostenibile ed attenta al territorio locale. Per l’anno 2022 avevamo messo a budget un piano di investimento di oltre sei milioni di euro capace di rafforzare e implementare la posizione di Maffei sarda silicati SpA, tanto a livello locale quanto a livello nazionale ed europeo». L’attentato di Cuccuru Mannu mette in discussione ogni prospettiva. (l.p.)

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