La Nuova Sardegna

La Corte Costituzionale boccia l'interpretazione autentica del Ppr della Sardegna

Il palazzo della Consulta dove ha sede la Corte costituzionale
Il palazzo della Consulta dove ha sede la Corte costituzionale

Regione di nuovo bacchettata sulle norme urbanistiche

23 dicembre 2021
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CAGLIARI. L'urbanistica si conferma la bestia nera per la Regione Sardegna. La Corte Costituzionale ha bocciato le norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale (Ppr) contenute in una leggina approvata nel luglio 2020 e impugnata a fine agosto dal Governo per violazione dell'articolo 117 della Carta, che riserva allo Stato competenza esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, e per violazione del principio di leale collaborazione. La sentenza era molto attesa dalla Regione, anche in vista della stesura di una nuova legge urbanistica.

«L'elaborazione del testo non può prescindere dall'esito del ricorso promosso dal Governo - aveva dichiarato quasi sei mesi fa l'assessore di riferimento Quirico Sanna - Non appena risulteranno definite le competenze statali e regionali, si potrà procedere alla definitiva stesura del ddl». Ora che l'esito è noto, la stesura potrebbe tardare ancora. Oltretutto, al ricorso contro l'interpretazione autentica è strettamente legata l'impugnazione del Piano casa su cui la Consulta non si è ancora pronunciata. In questo caso il Governo aveva fatto presente che l'intervento regionale è illegittimo perché deroga al Ppr che, di per sé, in quanto legge di rango costituzionale, non è derogabile. Non solo: questo avviene sulla base di una scelta unilaterale della Regione, quindi sottraendosi all'obbligo di co-pianificazione con lo Stato. (ANSA).

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