La Nuova Sardegna

Studenti in rivolta: salviamo UniNuoro

di Simonetta Selloni
Studenti in rivolta: salviamo UniNuoro

La Regione ha sciolto il consorzio di gestione ma la fondazione che dovrebbe sostituirlo non esiste. Da domani si chiude

31 dicembre 2021
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NUORO. Che ne sarà degli 800 studenti dei cinque corsi di laurea che fanno capo all’ormai ex Consorzio per la promozione degli studi universitari di Nuoro? Sul loro futuro regna l’incertezza totale, come d’altronde per dipendenti diretti e indiretti del Consorzio, una dirigente, due funzionari, 22 dipendenti della ditta d’appalto che garantiva il funzionamento del servizio studenti, della biblioteca, dei laboratori scientifici, delle pulizie; e i 5 consulenti (privacy, sicurezza, reti informatiche, adempimenti fiscali e previdenziali, valutazione). Da domani, primo gennaio 2022, le strutture del Polo universitario saranno chiuse fino a non si sa quando. Il Consorzio (come quello per la pubblica lettura Satta) è sciolto in forza della legge regionale 10 ed è in attesa che una Fondazione lo sostituisca. Il commissario Fabrizio Mureddu è decaduto. In attesa del commissario liquidatore nominato dalla giunta regionale (Ludovico Marinò), i primi a buttare il sasso nello stagno sono i circa 170 studenti del corso di laurea triennale in Scienze forestali e ambientali e del corso di laurea magistrale in Sistemi forestali e ambientali, corsi unici nel loro genere in Sardegna. Il poco che sanno del loro futuro non li rassicura affatto.

«Attualmente, le vite di centinaia di persone sono state messe in bilico: le carriere, le ambizioni e la vita lavorativa futura degli studenti universitari, dei collaboratori, dei ricercatori, dei dottorandi dipendono dai servizi e dalle soluzioni che gli organi di competenza ci dovrebbero garantire. Dalle poche informazioni a noi date, risulta che dal primo gennaio le strutture del Polo Universitario Nuorese verranno chiuse sino a data da destinarsi. Non avremo più una sede dove seguire le lezioni, che solo da poco erano tornate in presenza. L'unica proposta che abbiamo ricevuto dall’ateneo di Sassari, il 28 dicembre, è stata quella della disponibilità a proseguire l’attività didattica con lezioni ed esami in Dad. Opzione alquanto gravosa per noi studenti già reduci da due anni di Dad dovuta alla pandemia e che ora si ripropone per uno stallo politico-amministrativo». «Da gennaio non avremo più una biblioteca dove prendere in prestito i testi necessari a sostenere gli esami e dove studiare, non avremo più accesso ai laboratori dove fare pratica o un luogo dove confrontarci con i nostri relatori di tesi. Insomma, saremo privati della nostra vita universitaria, privati del nostro diritto allo studio. Nella loro lunga lettera spiegano i notevolissimi progetti nei quali sono stati coinvolti, a partire dagli scambi culturali con atenei di mezzo pianeta. A questi, si aggiunge il progetto Restart: mira al rilancio territoriale tramite la ricerca, l’economia sostenibile, il turismo e l’ambiente. Un progetto (inserito nel Pnrr) da oltre 13 milioni di euro, localizzato a Pratosardo, che vedeva il Consorzio (ora sciolto) capofila, e proprio ieri ha superato la fase di analisi da parte dell’Agenzia della coesione e per il quale entro il 25 febbraio dovrebbe essere presentato il progetto definitivo. Tra i partner, le università di Sassari e Pisa, Gemina, associazioni imprenditoriali. Chi lo porterà avanti? «La paura di noi studenti è di essere costretti a rinunciare agli studi o nel caso in cui volessimo dare seguito alla nostra carriera, di trasferirci nella penisola in una sede analoga, contribuendo così alla fuga degli universitari dall’isola e all’inevitabile impoverimento delle aree centrali della Sardegna». E ancora: «L’università, infatti, non è fatta solo di lezioni, ma soprattutto di persone e di luoghi adeguati dove poter coltivare le proprie passioni e intuizioni, dove far nascere possibilità di crescita personale e professionale». Non ci sono solo gli studenti: non essendoci più un rappresentante legale dell’Università, non si è rinnovato il contratto con la dirigente assunta a tempo determinato e il cui contratto scadeva oggi – per essere rinnovato già domani –. E, a cascata, non è stato rinnovato il contratto con la ditta d’appalto (la Stella Multiservizi) che il 30 ha inviato le lettere di licenziamento ai 22 dipendenti. Paralisi totale.

Gli studenti hanno lanciato una petizione su change.org, in cui chiedono garanzie per continuare a studiare a Nuoro. È una fine d’anno amarissima, per l’università nuorese. Che ha in piedi progetti per milioni di euro. Ma da domani non si riuscirà nemmeno a garantire l’apertura dei cancelli.

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