La Nuova Sardegna

Il sindaco Conoci (Alghero): «Dopo giorni terribili lavoriamo per il futuro»

di Roberto Sanna
Il sindaco di Alghero Conoci (58 anni) con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (80 anni)
Il sindaco di Alghero Conoci (58 anni) con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (80 anni)

Alghero, il sindaco traccia un bilancio di metà mandato e si promuove   «Senza turismo il 2020 è stato drammatico con 10mila richieste d’aiuto»

16 gennaio 2022
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INVIATO AD ALGHERO. Diecimila richieste di aiuto nel 2020, in quello che per la città passerà alla storia come l’anno senza estate. Servizi sociali sotto pressione, l’intera struttura comunale impegnata sul fronte dei nuovi poveri, fondi rastrellati da ogni parte e trasformati in buoni spesa e bonus d’aiuto alle imprese. Quando Mario Conoci ha vinto le elezioni nel giugno del 2019 alla guida di una coalizione di centrodestra battendo il sindaco uscente Mario Bruno, probabilmente pensava di dover attraversare tante tempeste ma non poteva c immaginare una pandemia che avrebbe spazzato l’unica certezza di Alghero: la stagione turistica. «I numeri che abbiamo dato sono reali – spiega –, il 2020 è stato drammatico: se a una città che vive di turismo togli l’estate, le togli l’ossigeno. Erano ferme tutte le attività stagionali, dalle spiagge ai cantieri, migliaia di famiglie si sono trovate senza reddito. E quando i cittadini si trovano senza certezze, si rivolgono all’istituzione principale. Ricordo quei giorni tremendi, con tutti i dipendenti impegnati su quel fronte, avevamo realmente la sensazione di trovarci di fronte persone che erano improvvisamente rimaste senza reddito, avevano già consumato quello che avevano messo da parte e non sarebbero arrivati alla fine del mese».

Il 2021 ha segnato l’inversione di rotta?

«Sì, per fortuna. La stagione è partita tardi perché fino a giugno eravamo tutti chiusi, abbiamo avuto un turismo prevalentemente italiano ma questo non deve essere considerato un male perché gli italiani in vacanza spendono più di molti stranieri. È stata una grande estate e non lo dico io, lo dicono i numeri e gli operatori del settore. Da anni non si registravano questi numeri e siamo andati bene anche in ottobre, grazie anche ad alcune scommesse vinte organizzando eventi “sub judice” che avrebbero potuto essere annullati. Un rischio che ha pagato, per esempio la festa della cultura catalana ha portato in città tantissima gente».

L’emergenza è finita?

«Certamente non avrei mai immaginato di dover fronteggiare una situazione di questo genere, tutte le nostre energie si sono concentrare su quel fronte. Adesso la pressione si sta alleggerendo, siamo a metà mandato e possiamo concentrarci su questioni operative: stanno uscendo bandi importanti, per esempio quelli del Pnrr, si stanno anche concretizzando alcune delle azioni che, seppur a rilento, abbiamo portato avanti. Non dimentichiamo anche che il territorio è florido: abbiamo eccellenze dell’agroalimentare come la Sella&Mosca, la cantina di Santa Maria La Palma e l’olio San Giuliano. E un’azienda come la Nobento che è passata da 50 a oltre 200 dipendenti e sta ancora assumendo».

Governare Alghero, dall’esterno, sembra una questione complicata: si ha l’immagine di una politica litigiosa, con una maggioranza che si crea i problemi da sola.

«Per capire bene certe situazioni bisogna viverle dall’interno, ci sono discussioni e c’è anche molto teatrino perché poi le cose si ricompongono».

La nomina del nuovo assessore al Turismo indicato da Fratelli d’Italia ha calmato le acque?

«Con Fratelli d’Italia ho sempre avuto rapporti molto cordiali, soprattutto coi vertici regionali. Si trattava più di un problema interno al partito e io ho sempre chiesto di non portare in municipio le discussioni interne. Peraltro mi è dispiaciuto ritirare la delega a Marco Di Gangi, che stava lavorando bene e anzi adesso stanno andando in porto alcune cose da lui avviate, però si stava muovendo troppo al di fuori dei binari della coalizione e noi invece dobbiamo stare uniti. Devo dire che il nome indicato al suo posto mi piace, Alessandro Cocco è un giovane che ha qualità ed è giusto che cominci a lavorare e faccia esperienza».

L’hanno accusata di aver fatto trascorrere troppo tempo per la decisione.

«So che a volte parlano di me come un temporeggiatore, io dico che è meglio agire col cervello che col fegato perché le situazioni spesso decantano e si sistemano da sole. Quando poi è il momento di assumere una decisione non mi tiro indietro».

Con Forza Italia avete finalmente fatto la pace?

«Forza Italia, l’ho frequentata per 15 anni e i rapporti sono molto tranquilli.C’è stato sicuramente un momento di poca comunicazione, però è giusto riconoscerle un ruolo di primo piano perché così si sono espressi gli elettori: ha quattro consiglieri, due assessori, la presidenza di due enti partecipati».

Però più di una volta vi è mancato il numero legale.

«È capitato quasi esclusivamente in commissione perché il regolamento è molto restrittivo e prima o poi dovremo modificarlo: se l’opposizione, come spesso succede, non si presenta, a noi basta un’assenza per malattia o questioni politiche per far saltare la seduta. Mi dispiace perché il lavoro in commissione è fondamentale e costruttivo».

La coalizione che ha guidato alla vittoria è ancora forte?

«È rimasta uguale e forse è un’anomalia dopo due anni e mezzo. Ci sono stati problemi all’inizio, perché i consiglieri eletti con la Lega sono subito usciti dal partito e alcune carte sono state rimescolate, però non dimentichiamo che il centrodestra ha guidato la città dal 2002 al 2011 con governi stabili. Questa maggioranza è costruita su quella scia con qualche aggiornamento, ovviamente la convivenza di sette sigle può non essere semplice però assicura rappresentatività. E ribadisco che non ci saranno esperimenti o puntelli strani: finché c’è la maggioranza si governa, altrimenti si va a casa. Tornando alla domanda, c’è da aggiungere che alle spalle abbiamo dei leader storici e carismatici che portano un contributo importante».

Di chi parla?

«Il presidente del consiglio regionale Michele Pais, l’ex sindaco Marco Tedde, il commissario della Provincia Pietrino Fois, il leader dell’Udc Antonello Usai. Personalità di spicco e averle è un vantaggio. Anche se onestamente sono rimasto male da quello che ha detto Antonello Usai nell’ultima conferenza stampa, non me lo aspettavo. L’Udc esprime il presidente del consiglio comunale, che ha un ruolo fondamentale anche nel raccordo con l’opposizione».

A proposito: come sono i rapporti con l’opposizione?

«Non mi nascondo dietro frasi di circostanza: con l’opposizione, soprattutto con quella parte che governava prima di noi ed è stata sconfitta alle elezioni, i rapporti potrebbero essere più produttivi. Forse non hanno metabolizzato la sconfitta, non ho visto alcun cenno di autocritica eppure se hanno perso al primo turno pur essendo gli uscenti qualcosa su cui riflettere ci dovrà pur essere. Giusto che faccia il suo mestiere, però su alcuni fronti come la sanità e la programmazione sarebbe meglio collaborare e non litigare. La porta, comunque, resta aperta».

La sanità è un fronte caldo in questo periodo.

«Quando si parla di sanità ci si dimentica che il contributo del Comune è di idee e pareri ma le decisioni le prendono a Cagliari. Il dialogo con la Region, l’Asl e l’Aou è costante, credo che il nostro problema non siano le strutture ma, come in tutta Italia, la carenza di medici. Eppure Alghero in questo momento sta dando un grande contributo al territorio nella lotta al covid, francamente le dispute politiche sono fuori luogo e non mi sembra nemmeno che negli anni scorsi la sanità algherese brillasse particolarmente».

Si è mai pentito di essersi candidato?

«No, perché quello del sindaco, per quanto e complicato, è il ruolo migliore al quale un amministratore pubblico può aspirare ed è anche molto difficile da raggiungere. Io ho sempre messo testa e cuore, sicuramente abbiamo commesso degli errori e chiediamo scusa, però sono convinto che il lavoro alla fine paga sempre e al termine dei cinque anni vedremo i risultati del nostro impegno».

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