La Nuova Sardegna

Cinzia: «Sono stata adottata a 3 anni, cerco la mia madre biologica»

I primi dubbi da ragazzina, le domande alla mamma, poi la scoperta. Oggi ha 60 anni e cerca di ricostruire le sue origini

24 gennaio 2022
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SASSARI. I primi dubbi da ragazzina, le domande alla mamma, poi la scoperta: Cinzia è stata adottata quando non aveva ancora compiuto 3 anni. Oggi, che di anni ne ha 60, cerca di ricostruire le sue origini. «È un desiderio che ho sempre avuto – Nonostante la mia famiglia non mi abbia mai fatto mancare niente, mi sento incompleta, una sensazione difficile da descrivere». E allora, per colmare il vuoto, Cinzia ha fatto un appello nel gruppo Facebook, con il prezioso sostegno di sua figlia Elena. «Mia madre è nata a Sassari in via Rosello il 9 agosto del 1961. È stata battezzata con il nome Cinzia Albani: quando i miei nonni la adottarono decisero di lasciare lo stesso nome, il suo cognome è invece Sanna. Il battesimo fu celebrato l'indomani della sua nascita nella chiesa di San Giuseppe da don Sebastiano Era. La sua madrina fu l'ostetrica. Abbiamo saputo che entrambi sono morti». Cinzia è stata adottata da una coppia di Oniferi, in provincia di Nuoro, e qui ha trascorso la sua vita. «Mia madre aveva già provato a fare delle ricerche – racconta Elena – ma si è scontrata con la resistenza di mia nonna, sua madre adottiva. Poi c’era il diritto alla riservatezza che tutelava i genitori biologici. E chi poteva fornire informazioni era già morto. Mia nonna è stata una buona madre per la mia – spiega Elena – ma non voleva che cercasse i suoi genitori biologici: mia madre ricorda di aver visto una foto che ritraeva lei da piccola all'interno dell'orfanotrofio e altri documenti che ora non si trovano più. Sicuramente mia nonna ha fatto sparire tutto. Per quanto riguarda la privacy, la legge è cambiata, abbiamo il diritto di conoscere le origini biologiche. Noi per ora proviamo tramite social, con la speranza che qualcuno si faccia sentire». Ci sono vari indizi e nomi che possono aiutare a ricostruire la storia. Una figura chiave è quella di Peppina. «Era un’amica di mia nonna, anche lei di Oniferi, ma abitava a Sassari. Fu Peppina a fare da tramite tra l'orfanotrofio e mia nonna. Peppina sicuramente sapeva tante cose, ma mantenne il segreto. Solo quando mia nonna morì, Peppina cercò mia madre: le disse che doveva parlarle. Ma morì prima di poterlo fare. L'unica cosa che mia madre riuscì ad ottenere, grazie a uno dei figli, era una lettera indirizzata a Peppina. Datata 7 gennaio 1963, c’era scritto che due famiglie di Oniferi potevano andare a vedere le bambine richieste al brefotrofio. Il cognome di una famiglia era Sanna. Il mittente della lettera era Francesco S., l’indirizzo riportato via Bellini 10». L’altra informazione è il cognome del direttore dell’orfanotrofio: si chiamava Piana. «Mia madre è stata affidata a mia nonna il 4 febbraio del 1964, fu mia nonna a raccontarlo. Andò lei a prenderla a Sassari e quel giorno nevicava: i pullman non viaggiavano, non poterono fare subito rientro in paese e le ospitò una famiglia di Oniferi residente a Sassari». Dopo la condivisione su Facebook, sono arrivati indizi importanti. «Tra i pochi appunti in mano a mia madre c’è scritto "Salette, via delle Conce". Mamma pensava fosse il nome e la via dell'orfanotrofio, invece risulta essere il nome di una signora che aveva un negozio di alimentari nella via in cui è nata mia madre (via Rosello), e viveva in via delle Conce. Il marito di Salette si chiamava Tonino faceva la guardia carceraria». Chi è la signora Salette? Potrebbe essere la madre biologica di Cinzia? O forse sa qualcosa? Lei aspetta, forse il rebus è a un passo dalla soluzione. (si. sa.)

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