La Nuova Sardegna

Vigna dop a Mamoiada “Sas de melas” diventa un brand certificato

Vigna dop a Mamoiada “Sas de melas” diventa un brand certificato

Le microzone come carta vincente e distintiva, il terroir per utilizzare un termine francese ma ormai nel mondo del vino internazionale quando si vogliono delimitare e identificare dei confini ben...

28 gennaio 2022
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Le microzone come carta vincente e distintiva, il terroir per utilizzare un termine francese ma ormai nel mondo del vino internazionale quando si vogliono delimitare e identificare dei confini ben precisi. Vigneto che diventa cru quando si intende quello e soltanto quello. Differenziarsi e rendere il proprio habitat riconoscibile all’interno di un territorio più vasto come può essere quello di una subregione come la Barbagia non è un vezzo. È attenzione ai particolari, alla storia, ai luoghi che portano un nome preciso. Così nel vasto territorio di Mamoiada sempre più vocato alla viticoltura la vigna di Sas de Melas, è stata inserita, con determinazione dell'assessorato all'Agricoltura, nell'albo regionale per la designazione dei vini a marchio DOP col toponimo "La vigna del Nuraghe Sas de Melas". Si tratta della prima e al momento unica vigna a Mamoiada. Che raggiunge in questo particolare circuito le vigne di Oddoene e Isalle di Dorgali e quelle del Giogantinu di Berchidda. Ad avviare l’iter per questo riconoscimento il viticoltore e produttore Luca Gungui che nella vigna di sas de Melas produce il nobile Berteru, un cannonau doc di Sardegna, che nel giro di pochi anni ha fatto veramente strada facendosi apprezzare nelle più diverse latitudini da esperti e critici. Qui Luca e la sua compagna Alessandra accolgono i visitatori gourmet nel nuovo ramo d’azienda dell’enoturismo con degustazioni mirate direttamente in vigna. «Mio nonno, Salvatore Sedda, negli anni '70 ha ereditato la vigna di famiglia (Sa vinza e sas de Melas), coltivata assieme ai fratelli e ancor prima assieme al padre. Il vino veniva venduto sfuso, nel bar di mia nonna Raffaela e nei paese vicini in damigiane – racconta Luca –. La vigna viene ereditata dai miei genitori e nei primi anni del 2000 mio padre Agostino e mia madre Mariolina decidono di espiantarla (perché ormai improduttiva) e impiantarne un'altra. Quella vigna (poco più di un ettaro) ha sempre prodotto un'uva con delle caratteristiche uniche (e quindi un vino altrettanto unico e particolare). Quando alle feste universitarie portavo il vino sfuso di mio padre facevo sempre bella figura, amici e colleghi mi chiedevano se fosse il vino di Mamoiada, io rispondevo: no, è il vino di Sas de Melas. Questo perché a Mamoiada si è sempre presentato il vino con il nome della vigna, della micro-zona della vigna (piccolo areale)». Era generale “Mamoiada” figuriamoci “Sardegna”, da qui l'esigenza di inserire in etichetta il toponimo vigna (la Legge 12 dicembre 2016, n. 238 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” e in particolare l’art. 31, comma 10, che stabilisce le modalità di utilizzo della menzione “vigna” o dei suoi sinonimi, seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale). I Gungui hanno così fatto richiesta alla Regione (Assessorato all'Agricoltura), esibendo i requisiti come la menzione riferita al toponimo sostenuta con una prova cartografica, unitamente alla documentazione che consenta l’individuazione della Unità vitata a cui fa riferimento. La menzione riferita al nome tradizionale deve essere sostenuta dai richiedenti con documentazione che dimostri l’utilizzo del nome tradizionale da parte dell’interessato per almeno cinque anni. Il tutto è supportato da una relazione agronomica presentata all'assessorato e poi approvata. «Bisogna sempre essere molto precisi nella identificazione della vigna e del territorio di appartenenza, la denominazione DOC di Sardegna è molto generale e, spesso, chi sta dall'altra parte del mondo non riesce a capire le differenze (come può avere la stessa denominazione un cannonau di Olbia e un Cannonau di Mamoiada?), eppure è così – rimarca Luca Gungui –. Per me è un grande orgoglio presentare il mio vino col nome della vigna. Su vinu de Sas de Melas, un tempo lo versava mio nonno al bar al corso di paese e oggi, lo stesso vino, su vinu de Sas de Melas, lo bevono in California, in Svizzera e in Gran Bretagna». (l.u.)

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