La Nuova Sardegna

Tartufi e nebbiolo in riva al mare

di Marco Bittau
Tartufi e nebbiolo in riva al mare

Olbia, alla trattoria “Il Mattacchione” una degustazione con i vini delle Tenute Faladas di Luras  e dell’Agricola Giacu di Sorgono 

04 febbraio 2022
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Profumo intenso e sapore deciso, inconfondibile. La premiata ditta tartufo & nebbiolo non tradisce mai, pure lontano dalle Langhe o da Norcia, nell’Appennino umbro. Infatti siamo in riva al mare, a Olbia, da sempre terra di incontri senza frontiere, anche a tavola o in cantina. Qui “Il Mattacchione” – trattoria moderna in salsa gallurese che declina l’estro in cucina con una voglia matta di stupire l’ospite curioso, a caccia di emozioni gastronomiche – nei giorni scorsi ha proposto la degustazione “Tartufo e nebbiolo”. Non certo un inedito, trattandosi di due classiconi del mangiare e bere bene in Italia, però interpretati, rivisitati e corretti per l’occasione dallo chef Giuseppe Barracu, da Bonarcado, e da Rossella Meloni di Laconi, compagni di vita e di fornelli nel ristorante di via Copenaghen. A questo punto il sacro legame tra il tartufo e il nebbiolo diventa un’altra storia, se mai possibile ancora più preziosa. Pronti via e a tavola c’è una battuta di manzo al coltello con tartufo nero di Norcia, accompagnata da un calice di Iskentu rosè Igt 2020 delle Tenute Faladas di Luras, nel cuore della Gallura. Il paese

dove il vitigno nebbiolo diventa nebiolo, con una sola b, benedetto in forma solenne da una confraternita dedicata. Non male ed è solo l’inizio, da quel momento i tartufi dell’Appennino si alternano con quelli di Laconi, mentre i vini delle Langhe e della Valtellina si confrontano con quelli del Mandrolisai, nel centro Sardegna. Ebbene sì, il nebbiolo anche a Sorgono dove la giovane cantina Agricola Giacu, in mezzo a tanto muristellu, produce con cura anche un ottimo Filare 40 vendemmia 2019, da vitigni coltivati nella collina di Monte Pischina, a 500 metri di altitudine. Poche bottiglie per il nebbiolo di famiglia che non t’aspetti . Intanto in sala sfilano come modelle in passerella un superbo uovo cotto a bassa temperatura con guanciale e tartufo; poi un riso acquerello con panna acida, salvia, animelle e tartufo; quindi un filetto di maiale lardellato con composta di mele e fondo di carne all’immancabile tartufo. Per accompagnare questi piatti Rossella Meloni presenta tre vini: il Filare 40 dell’Agricola Giacu, il grumello riserva 2004 della storica azienda vitivinicola Balgera di Chiuro in Valtellina, infine il barolo Margheria Docg 2004 dell’azienda agricola Azelia di Serralunga d’Alba nelle Langhe. Tre rossi d’autore che ben si prestano all’impegnativa prova del tartufo. Una eccellenza dopo l’altra, ma lo chef cala il jolly con il dolce. A tema, naturalmente: un sottobosco al tartufo con crumble di biscotto al cioccolato e aromi di tabacco. Adeguato l’accompagnamento: un raffinato barolo chinato prodotto dall’azienda Diego

Conterno, a conduzione familiare, gioiello di Monforte d’Alba nelle Langhe. «Il nostro obbiettivo – raccontano Giuseppe Barracu e Rossella Meloni al termine della degustazione – è condividere con i clienti la passione e l’amore per il nostro lavoro, che traspare dall’alta qualità dei piatti, composti solo dai prodotti più ricercati. Questo mestiere per noi è tutto e lo comunichiamo attraverso l’esperienza culinaria che proponiamo al Mattacchione».



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