La Nuova Sardegna

Onorato attacca Giorgetti: «Condotta inspiegabile»

Onorato attacca Giorgetti: «Condotta inspiegabile»

Il Gruppo deve siglare l’accordo con i creditori entro il 31 marzo per evitare il crac «Il ministro non ha convocato il tavolo: indifferenza verso 6mila famiglie del sud»

22 febbraio 2022
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SASSARI. Il gruppo Onorato ha poco più di un mese di tempo per siglare l’accordo con i commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria. Il tribunale di Milano ha fissato nel 31 marzo il termine ultimo per chiudere la vicenda giudiziaria legata alla richiesta di fallimento ma resta ancora da definire la partita del credito vantato da Tirrenia, pari a 180 milioni di euro. Dunque, un mese o poco più. Ma l’accordo sembra ancora lontano. Così fa capire il gruppo Onorato in una dura nota in cui chiama in causa anche il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, accusandolo di non avere mai aperto il tavolo per definire la questione. «Nelle scorse settimane – si legge nella nota – il Gruppo Moby ha raggiunto un importante accordo con la maggior parte dei propri creditori, in particolare con le banche e con gli obbligazionisti. Resta, purtroppo, ancora aperta la definizione del credito con Tirrenia in As per 180 milioni. Noi abbiamo offerto 144 milioni». Moby sottolinea poi che, nonostante Tirrenia in amministrazione straordinaria «sia un creditore chirografario, quindi privo di qualsiasi garanzia reale sui beni della società, noi abbiamo offerto in garanzia quattro navi con ipoteca».

Ma Onorato se la prende soprattutto con il ministro Giorgetti per il suo silenzio sulla vicenda. «Siamo seriamente preoccupati dall’atteggiamento del Mise e del ministro Giorgetti: è inspiegabile che non abbia mai aperto, malgrado più volte sollecitato, anche dai sindacati, un tavolo di confronto – attacca il Gruppo –. È inspiegabile anche che non risponda a un’offerta che prevede un pagamento immediato alla firma di 23 milioni di euro - che in caso di procedura fallimentare verrebbe incassato da Tirrenia in amministrazione straordinaria solo dopo alcuni anni e costituirebbe il massimo importo recuperabile - e un ulteriore pagamento dilazionato di 121 milioni di euro garantito, come detto, da ipoteca su quattro navi». Ma il ministro viene chiamato in causa anche sotto un altro aspetto. «È inspiegabile la comunicazione del 5 maggio con cui i commissari di Tirrenia ci informavano che Giorgetti li autorizzava a firmare l’accordo già preparato ma con l’inserimento di due clausole che l’attestatore del piano ha definito illegittime, perché in aperta violazione di norme di legge e della par condicio creditorum e ha comunicato tutto ciò al Tribunale di Milano. Lo stesso Tribunale ha imposto il raggiungimento di un accordo e, quindi, una risposta da parte di Tirrenia in As entro il 31 marzo, in assenza del quale verrà aperta la procedura fallimentare a carico della nostra società che ricordiamo aver raggiunto accordi vincolanti con la maggioranza dei creditori finanziari che hanno accolto un piano serio e credibile e con ritorni che rappresentano un unicum in uno scenario del genere». Le ultime righe della nota sono un attacco alla politica “nordista” della Lega, e dunque di Giorgetti. «È ancora una volta inspiegabile l’assoluta indifferenza da parte del Mise per la sorte di un gruppo di compagnie che dà lavoro ad oltre 6mila famiglie, principalmente del Sud». (al.pi.)

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