La Nuova Sardegna

Bibanca, quattro milioni di carte di pagamento: Sassari al centro della rivoluzione “contactless”. E nel futuro c'è l'XPay

di Pier Luigi Rubattu
Bibanca, quattro milioni di carte di pagamento: Sassari al centro della rivoluzione “contactless”. E nel futuro c'è l'XPay

Un 2021 d’oro per l’ex Banca di Sassari che sin dal 2004 ha puntato sulle innovazioni della “monetica”. Il direttore generale Diego Rossi: «Lungimiranti e solidi». Cessione del quinto e prestiti personali gli altri due pilastri dopo la cessione degli sportelli al Banco

05 marzo 2022
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SASSARI. Scomode, ingombranti, poco igieniche, esposte al rischio di furti e rapine: le banconote e le monete stanno pian piano scomparendo dalle nostre tasche e dalle nostre vite. I Pos, il contactless e l’XPay (il portafoglio dentro il telefonino) dominano la scena: siamo nell’era della “monetica”. Soldi reali che transitano in un soffio virtuale grazie a tecnologie e competenze di prim’ordine. E addio contante.

La Sardegna ha una parte rilevante in questo cambiamento, come spiega Diego Rossi, 51 anni, bolognese, direttore generale di Bibanca, l’ex Banca di Sassari che oggi produce e gestisce 4,2 milioni di carte (di credito, di debito, prepagate) per l’intero gruppo Bper.

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Visionari. «Quando si è partiti con questa avventura, 18 anni fa – ricorda Rossi –, le carte erano una forma di pagamento residuale nelle abitudini degli italiani. Ma alla Banca di Sassari ci furono dei visionari. Nacque la Divisione Consumer, che si occupava delle carte e della cessione del quinto». Da lì è partito il lungo percorso di crescita che ha permesso a Bibanca (così si chiama da due anni) di presentare un bilancio 2021 scintillante. Un’eccellenza sassarese che non tutti conoscono.

Riorganizzazione. Diego Rossi riepiloga le tappe fondamentali: «Nel 2016 si è deciso di cedere le filiali al Banco di Sardegna e di dare una nuova mission alla Banca di Sassari, che alle attività di monetica e di cessione del quinto ha affiancato i prestiti personali, diventando la “fabbrica” del gruppo Bper che delibera ed eroga i prestiti per conto di tutte le banche». Altro passaggio chiave nel 2020: «Un profondo piano di riorganizzazione e di definizione dei modelli di leadership, studiato anche con “Valore D”, associazione che promuove le tematiche di inclusione e di genere. Ci sono stati importanti e ripetuti momenti di dibattito nel consiglio di amministrazione, con la consapevolezza che era necessario accelerare il cambiamento. Siamo un’industria, non abbiamo sportelli aperti al pubblico, per noi le tematiche sono tutte legate all’efficienza: ti do una carta e tu vai e adoperala, ti delibero un prestito in media entro due giorni per i tuoi bisogni finanziari. Ogni singolo secondo vengono perfezionate, in Italia e nel mondo, più di 8 operazioni di acquisto con le nostre Bper Card. Molti clienti ricevono un prestito personale nella stessa giornata in cui fanno la richiesta».

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Più 40 per cento. Nel 2021 la crescita di Bibanca è stata impetuosa, strettamente connessa a quella del gruppo Bper. «A febbraio – continua Diego Rossi – è entrato il primo grande lotto di sportelli ex Ubi: in un weekend il gruppo è cresciuto del 40 per cento. Eravamo preparati, ma un conto sono le simulazioni, un altro quando il venerdì sera si è abbassata la serranda delle filiali Ubi, poi il lunedì mattina si è alzata ed erano filiali Bper. È andata bene: i clienti sono rimasti, e in questo Bibanca ha avuto un forte impatto. A giugno abbiamo integrato anche le ex filiali di Intesa. Entro il 2022 dovrebbe perfezionarsi l’integrazione con Carige: per Bibanca altre carte, altri prestiti personali, altre cessioni del quinto».

Il giusto debito. Quest’ultima attività, che può sembrare vintage rispetto alle innovazioni della monetica, è un pilastro di Bibanca: «Banca di Sassari era stata lungimirante a occuparsi della cessione del quinto e oggi abbiamo un posizionamento molto solido e prudente: facciamo il nostro, gestiamo i rischi guardando alla sostenibilità di lungo periodo, anche dei clienti. Le persone si indebitano per quel che possono e non di più. Dobbiamo fare cose distintive, che non si fanno altrove: abbiamo la fortuna di avere alle spalle un gruppo forte come Bper e abbiamo un grande rapporto con il Banco di Sardegna e il suo dg Giuseppe Cuccurese».

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Donne e giovani. Il 2021 ha visto anche un’altra importante novità negli uffici di Bibanca in viale Mancini e viale Italia, stanze e corridoi che esibiscono notevoli opere d’arte acquistate dall’istituto quando era Banca di Sassari. «Abbiamo assunto 42 persone, rivisto l’organigramma e nominato molti nuovi capi secondo i principi definiti nel piano strategico», dice Diego Rossi, una carriera iniziata a 19 anni subito dopo l’esame di maturità e svolta interamente nel gruppo Bper, ma con esperienze varie, dalla Calabria a Roma. E con molta Sardegna: direttore commerciale del Banco per tre anni e mezzo («Uno dei miei due figli è nato a Sassari») e dg di Bibanca dal 2019. «Ora su un organico di 185 persone il 60% sono donne – dice Rossi –. I capi sono trenta e di questi 20 sono donne. I millennials, cioè la generazione 27/41 anni, sono 79. L’età media dei dipendenti si è abbassata a 45 anni». Rossi mette l’accento sulla “contaminazione” di culture e di competenze: «Siamo un’azienda che se non innova muore prima di altre. Tutti abbiamo studiato cose che non si praticano più, e questo vale spesso anche per chi è appena uscito dall’università. È importante avere menti fresche ed elastiche. Non è una questione di anagrafe: abbiamo tante persone un po’ più grandi e molto brillanti. Per me il tema sono le esperienze, l’essersi confrontati anche per poco tempo in contesti diversi, geografici o industriali». Il 90 per cento del personale è sardo: «Molti hanno deciso di tornare nell’isola e di rimanere per un progetto anche di vita».

Cashback. Il presente e il futuro dei pagamenti? «I cambiamenti sono graduali, ma poi all’improvviso valgono per sempre. Prendiamo il cashback: una rivoluzione. Pur di prendere quei benedetti 150 euro le persone che non ne volevano sapere delle carte di pagamento hanno svoltato. Non solo: il cashback è stato il grande fattore abilitante dello Spid, l’identità digitale. Dal contactless non si torna più indietro. Le statistiche dell’ultimo anno e mezzo sono impressionanti: la carta non la strisciamo più, la avviciniamo al Pos. È un fenomeno di massa. I Pos di ultima generazione hanno sdoganato i piccoli pagamenti: è più comodo, non ti rimane in tasca il resto, soprattutto è facile e funziona. Le commissioni sono calate, è un sistema virtuoso, più lo usi più sta in piedi. Poi c’è l’XPay, un trend che deve ancora affermarsi: la carta è dentro il telefonino. E se hai lo smartwatch puoi avvicinare al Pos l’orologio. Questo permetterà di non stampare più plastica. Un bene per l’ambiente – conclude Diego Rossi –. A proposito, tutte le nostre carte sono già in Pvc riciclato». E se il telefonino si rompe, se il Pos non funziona? «La tecnologia ha dei limiti, ma questo vale per qualunque cosa».

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