La Nuova Sardegna

Giallo di Bitti, l'appello della compagna di Basile: «Pietro torna a casa, fallo per tuo figlio»

di Simonetta Selloni
Giallo di Bitti, l'appello della compagna di Basile: «Pietro torna a casa, fallo per tuo figlio»

La compagna del ragazzo scomparso da ormai otto giorni lancia un nuovo, disperato appello. Il giovane doveva rientrare a Mamone al termine di un permesso premio ma è sparito nel nulla

01 giugno 2022
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BITTI. «Pietro, mi devi ascoltare. Devi tornare a casa, devi tornare da me e da tuo figlio. Quando pensi di vederlo, questo figlio, quando è grande?» L’appello di Daniela Agus è drammatico. La compagna di Pietro Basile, il giovane di Bitti di cui da 8 giorni non si hanno più notizie, si rivolge direttamente a lui. Toccando le corde della speranza, dell’amore, anche per la creatura di cui la coppia è in attesa. «Lui sa benissimo che io sono sola, io e il suo bambino siamo soli. Non vado in ospedale per fare i controlli, perché non voglio allontanarmi da casa: potrebbe tornare, voglio essere qui. Deve tornare. Spero solo che non gli sia successo nulla...».

Da otto giorni Pietro Basile è un uomo in fuga. Ma contro ogni regola di buonsenso, la sua è una fuga dalla libertà, almeno per uno nella sua condizione. Ha 27 anni, ha scontato già 8 dei 16 anni che gli sono stati inflitti per aver ucciso il padre, un omicidio sul quale ha pesato la condotta del genitore violento nei confronti della famiglia; e Basile, detenuto nella casa di reclusione all’aperto di Mamone, fresco d’ammissione all’esame di maturità e con in tasca la qualifica di macellaio appena conseguita, aveva in mano il biglietto per riprendersi una vita normale. Permessi-premio sempre più frequenti: prima che scomparisse nel nulla, cinque giorni per sostenere gli esami di ammissione alla maturità (superati), all’istituto alberghiero di Siniscola. Il mese prima, permesso-premio per Pasqua.

Prove generali di una vita normale, la fine del carcere, soprattutto via da Mamone dove lui stava male, come ripeteva alla sua compagna. È impensabile che un giovane uomo sul punto di sbrogliare la matassa intricata della sua esistenza, abbia volontariamente premuto il bottone rosso dell’autodistruzione. A meno che qualcosa non gli abbia fatto clamorosamente cambiare idea. A meno che non sia successo un fatto imprevedibile. A meno che non vi sia stato costretto.

«Pietro deve tornare a casa. Non lo vedo da otto giorni, non lo sento e non so nulla di lui. Sto arrivando a pensare di tutto, persino a dubitare della sincerità di chi gli ha mostrato affetto», continua Daniela Agus. Possibile che non riesca a pensare ad un elemento, un qualsiasi indizio che aiuti a fare chiarezza su questa sparizione? «Non so cosa dire, sto solo sperando che torni subito. Solo così posso aiutarlo. Lui ha sempre detto che i problemi vanno affrontati, che scappare non serve. E allora perché, perché non torna? Mi auguro che non sia successo nulla».

Ripercorrere l’ultimo giorno di Pietro Basile è come riavvolgere il nastro di un film visto e rivisto. Martedì scorso finivano i cinque giorni di permesso accordatigli per gli esami di ammissione alla maturità. Alle 14 avrebbe dovuto presentarsi in caserma, alle 16 davanti al cancello di Mamone. La giornata di martedì mattina inizia per lui e Daniela in modo più che tranquillo. Si alzano, si preparano ed escono. Prima tappa, la farmacia dove la giovane donna acquista alcune medicine. Quindi, al bar di “Minni”, in piazza Asproni per la colazione. Ci sono le telecamere che confermano questi spostamenti, e nessuno li mette in dubbio. Poi Pietro si fa accompagnare da Daniela Agus a casa del padrino, dicendo di volerlo aiutare a fare il formaggio. Saluta la compagna, che gli dà appuntamento per pranzo, a casa.

All’una però Pietro non rientra. Daniela Agus fa la cosa più naturale: lo chiama al cellulare. Ma il telefonino del giovane è rimasto a casa. E a casa ci sono i documenti (ancora nello zainetto che Pietro Basile aveva con sè quando il giorno prima è andato a scuola a Siniscola), i soldi. Non manca nulla di nulla. Ma ancora non c’è paura, ancora sembra semplicemente una tranquilla mattina, solo con qualche contrattempo. Daniela Agus esce per cercarlo, e nella stessa piazza Asproni incontra il padrino di Pietro. L’uomo le spiega che il figlioccio non si è trattenuto da lui: è andato via dieci minuti dopo esser stato accompagnato. Andato, ma dove? Come? Con chi, eventualmente? «Non si è preso nemmeno un cambio, Pietro non è capace di stare nemmeno un giorno senza fare una doccia, senza essere in ordine», dice ancora Daniela.

Quanta strada può aver fatto, Pietro Basile, solo e senza soldi, e perchè? Se si è allontanato da solo, aveva organizzato questa fuga? C’è qualcuno che lo sta aiutando, o lo sta nascondendo? Le campagne sono state battute da volontari, carabinieri «Anche io sto girando tutti i posti conosciuti con la mia macchina, non so più cosa fare», dice Daniela. «Spero non gli sia successo nulla. Ma inizio a temere il contrario».

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