La Nuova Sardegna

Sanità, le Usca hanno i giorni contati: «Ma così l’assistenza andrà in tilt»

Sanità, le Usca hanno i giorni contati: «Ma così l’assistenza andrà in tilt»

La protesta dei medici: «Dal 30 giugno sparirà un servizio essenziale»

23 giugno 2022
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Sassari L’Usca ha i giorni contati, letteralmente, ma il vuoto che lascerà potrebbe essere talmente incolmabile da mandare in tilt il servizio sanitario nei piccoli centri e nelle zone più isolate della Sardegna. Seguendo le direttive nazionali, il 30 giugno la Regione “spegnerà” le Unità speciali di continuità assistenziale, istituite nel marzo 2020, al momento dello scoppio della pandemia, con l’obiettivo di garantire interventi di assistenza particolari, tenendo il Covid lontano dalle strutture ospedaliere. Secondo gli intendimenti dell’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, il vuoto verrà colmato grazie al bando per le guardie mediche turistiche, ma tra gli addetti ai lavori serpeggiano grosse perplessità.

La protesta Nei giorni scorsi Nieddu ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti territoriali di tutte le Usca attivate nell’isola (15 unità locali), ponendo di fatto una pietra tombale su un presidio diffuso che impegnava circa 150 medici in tutta la Sardegna. I primi a lanciare il sasso della protesta sono i componenti dell’unità che copre il territorio di Alghero. «Dal primo luglio le Usca verranno chiuse senza che si sia pensato a un’alternativa nell’interesse dei pazienti e ritenendo che se ne debba fare carico solo la Medicina generale, già oberata di lavoro. E che dunque dovrà farsi carico di questa quota di pazienti con esigenze particolari, senza poter contare su alcuno aiuto». Rispetto al periodo iniziale, nel quale le Usca avevano essenzialmente il compito di garantire assistenza medica domiciliare ai pazienti colpiti da Covid, per alleggerire il carico sugli ospedali ed evitare ulteriori rischi di contagi, il ruolo si è via via modificato.

Le obiezioni «Il lavoro si è adattato alle mutate esigenze – spiegano ancora i medici – integrando ciò che era previsto inizialmente con ulteriori compiti, prendendo ad esempio in carico i pazienti oncologici, pediatrici, in generale le figure fragili. Nonostante sia emerso in maniera chiara il fatto che la sanità deve intervenire in maniera capillare sul territorio, la Regione nel frattempo non è stata in grado di programmare un intervento che andasse oltre il finanziamento statale legato all’emergenza pandemica». Il “travaso” alle guardie mediche turistiche non viene considerato praticabile. «Il bando scade il 27 e dunque è scontato che si creerà un vuoto di diversi giorni. Ammesso che si riescano a coprire tutti i posti, cosa che appare improbabile, si tratta di servizi che hanno dinamiche e necessità completamente differenti. Sorgeranno problemi enormi su tre diversi piani: a livello di assistenza, prima di tutto, ma anche per quanto riguarda la sanificazione e il conferimento dei rifiuti speciali».

L’interrogazione Sul tema è intervenuto Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, con un’interrogazione rivolta al governo Draghi. «Il Governo proroghi l’attività delle Usca per tenere il virus lontano dagli ospedali, presidiare il territorio e scongiurare nuove emergenze. La sospensione di questo servizio il 31 giugno rischia di “dirottare” numerosi pazienti dal proprio domicilio verso le strutture ospedaliere, con prevedibili conseguenze in ordine al sovraccarico del lavoro dei medici e soprattutto riguardo alla diffusione del virus. In altre parole, si rischia di aprire una nuova autostrada alla circolazione del virus, che invece è assolutamente evitabile con una proroga dell’attività delle Usca, anche una ogni 100 mila abitanti. Ciò vale in particolare per quelle zone del Paese, come la Sardegna, che durante il periodo estivo vedono un notevole incremento della popolazione per effetto dei flussi turistici». l

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