La Nuova Sardegna

Auto elettriche

Transizione più ideologica che ecologica

Plinio Innocenzi
Una postazione di ricarica per le auto elettriche
Una postazione di ricarica per le auto elettriche

01 luglio 2022
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Il futuro della mobilità in Europa sarà elettrico, almeno così ha momentaneamente sancito il voto al Parlamento Europeo. Dal 2035, salvo eventuali ripensamenti si potranno acquistare solo automobili con motore elettrico. Alla data fatidica mancano ancora 13 anni, un arco di tempo sufficiente a confondere chi deve acquistare una nuova automobile, ma forse troppo poco per garantire una transizione che potrebbe rivelarsi traumatica per il sistema industriale europeo.

Il dubbio che la decisione possa essere frutto di una visione ideologica e poco pragmatica è più che legittimo. La transizione dal cavallo al motore a scoppio non è stata imposta per legge, di solito è il mercato a indirizzare i processi di innovazione e decidere quali tecnologie sono vincenti oppure no. La storia è piena di grandi scoperte e invenzioni che poi non hanno avuto successo semplicemente perché non interessavano nessuno o erano troppo in anticipo sui tempi. Le auto elettriche sono in una fase di sviluppo e la tecnologia non è ancora matura, molti problemi tecnici sono ancora da affrontare per poter pensare ad un utilizzo di massa. I limiti tecnologici maggiori sono connessi con le batterie che diventeranno il cuore dei veicoli a nuova energia. Si tratta di una tecnologia ancora lontana dal soddisfare i requisiti per un’applicazione su larga scala. L’autonomia e la durata delle batterie, la velocità di carica, lo smaltimento rappresentano problemi ancora largamente irrisolti e per questo motivo voler imporre dall’alto una tecnologia che non c’è è piuttosto strano. È probabile che in un prossimo futuro questi problemi verranno risolti e la tecnologia delle batterie diventerà affidabile e a basso costo, tuttavia le decisioni contro il mercato andrebbero almeno prese sulla base del presente e non di un ipotetico futuro, come le famigerate centrali nucleari di quarta generazione. La transizione tecnologica sembra sempre più la fiera dei desideri e delle illusioni in cui l’Europa sembra voler scientemente perseguire una politica di autolesionismo industriale.

Il cambiamento climatico e i problemi ambientali sono un’evidente problema globale, come mai la piccola Europa che emette solo una minima parte della CO2 rispetto ai grandi inquinatori globali Cina, India e USA, voglia fare tanti sforzi è difficile da comprendere. Le misure europee verranno vanificate dall’aumento nei prossimi anni delle emissioni dei super inquinatori, in testa la Cina. Sarebbe molto più efficace per la lotta al riscaldamenti globale spingerli a ridurre le emissioni. Eppure questi paesi, al di là delle retorica di circostanza nei meeting internazionali, non ne vogliono proprio sapere di seguire la strada europea perché le misure di riduzione delle emissioni porterebbero a ripercussioni economiche rilevanti, tra cui aumento dei costi e disoccupazione. La transizione verso i veicoli elettrici nasconde inoltre una serie di insidie geopolitiche tutt’altro che irrilevanti. USA e Cina sono i due paesi che sono più avanti nello sviluppo delle tecnologie per la mobilità elettrica. Le uniche due aziende che producono solo veicoli elettrici sono la Tesla statunitense e la BYD cinese. Le altre aziende dovranno affrontare una lunga e costosa corsa a inseguimento per trasformare la loro produzione e la competizione si preannuncia durissima. La Cina è il principale mercato e produttore di auto elettriche del mondo, ma soprattutto delle batterie.

Questo sarà uno snodo cruciale perché le batterie saranno l’equivalente del nuovo petrolio. La criticità delle batterie è anche nel controllo delle materie prime necessarie per la loro produzione tra cui litio e cobalto, in parte monopolio cinese. Un’altra tecnologia cruciale sarà quelli dei semiconduttori, ossia dei circuiti integrati che controllano l’elettronica delle auto elettriche e ne servono oltre mille per ogni veicolo. Per ironia della sorte BYD significa, Build Your Destiny, crea il tuo destino, speriamo che questa transizione sia meno ideologica e più ecologica.

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