La Nuova Sardegna

Scuola

Cattedre vuote in Sardegna, 700 in attesa

Claudio Zoccheddu
Cattedre vuote in Sardegna, 700 in attesa

Graduatorie da stilare e i docenti non possono passare di ruolo dopo il maxi concorso. Sotto accusa l’ufficio scolastico regionale. Feliziani: «Tanto lavoro per le commissioni»

20 luglio 2022
4 MINUTI DI LETTURA





Sassari L’attesa potrebbe essere lunga, sicuramente più lunga di quanto potessero aspettarsi dopo aver superato il concorso. E ogni giorno che passa sembra che sia allontani la possibilità di ottenere una cattedra già dal prossimo anno scolastico. Perché luglio è il mese in cui l’ufficio scolastico regionale disegna la nuova pianta organica delle scuole dell’isola e, se le loro graduatorie non saranno pronte, è più che probabile che anche l’assunzione di ruolo possa essere rimandata a data da destinarsi. E così, a dieci giorni dalla fine di luglio, i circa 700 docenti sardi che qualche mese fa hanno sostenuto e superato il concorso ordinario per la scuola primaria e la scuola dell'infanzia chiedono che la loro situazione non venga rispolverata a settembre, a cose fatte, ma che possa essere risolta prima, quando sul mondo della scuola cala il sipario estivo e tutto sembra finire nel dimenticatoio. Ma se loro se la prendono con l’ufficio scolastico regionale “oberato di lavoro”, il direttore Feliziani replica elencando tutte le difficoltà che hanno rallentato il lavoro delle commissioni d’esame.

L’appello «Tutti gli anni con la chiusura dell’anno scolastico si spengono i riflettori sul mondo della scuola. Si congelano le notizie in attesa che arrivi settembre – scrivono i “nuovi” docenti –. A settembre magicamente si riaccenderanno i riflettori sulla nostra povera e cara scuola, sulle classi pollaio, sul precariato, sugli arredi spesso fatiscenti, sul materiale sempre più scarno, sulla digitalizzazione ancora poco radicata e sul turnover di noi docenti. Ecco, noi docenti vorremmo che i riflettori restassero accesi anche a luglio e ad agosto. Vorremmo i riflettori puntati su di noi, su noi docenti della scuola primaria e della scuola dell’infanzia che abbiamo sostenuto un concorso ordinario selettivo, superandolo con enormi sacrifici, spostandoci da un capo all’altro della Sardegna e non solo, visto che tanti di noi si sono dovuti recare in Toscana, sostenendo due prove selettive. Pensavamo, ma ci siamo illusi, di poter partecipare all'assunzione per il ruolo già da quest'anno. Come spesso succede, siamo stati beffati: la nostra graduatoria non è pronta e non si potrà attingere dal nostro contingente. L’Ufficio scolastico regionale è oberato di lavoro, in questi mesi estivi ci sono varie incombenze (aggiornamenti della graduatorie provinciali e di istituto, esami e le assunzioni articolo 59, concorso ordinario, concorso straordinario ecc.) e ciò ha comportato il ritardo nella pubblicazione della nostra graduatoria. Questo implicherà lo slittamento delle nomine al prossimo anno e dunque, nell'eventualità di un prossimo concorso in tempi brevi, come annunciato più volte dai vari ministri che si sono passati il testimone in questi ultimi anni, l'annullamento della nostra graduatoria di merito. Adesso abbiamo bisogno di fare notizia, di poter arrivare a chiedere che la nostra diventi una graduatoria ad esaurimento come è stato per l’ultimo concorso straordinario. Richiesta che, tra l’altro, stanno facendo anche in altre regioni, perché c’è il rischio di ritrovarci fra due anni con un pugno di mosche».

La replica Francesco Feliziani, direttore dell’ufficio scolastico regionale, respinge ogni accusa: «Sono stanco di rispondere a queste cose ma in questo caso si sta facendo disinformazione. Non siamo oberati di lavoro – spiega –. Cioè, il lavoro non ci manca di certo ma non è questo il punto e chi ha superato il concorso lo sa bene». Feliziani, poi, chiarisce la posizione dell’ufficio scolastico e spiega le cause del ritardo: «Se le graduatorie arrivassero la mattina, il pomeriggio sarebbero pubblicate. Il fatto è che tutto dipende dalle commissioni». Uno dei problemi, a quanto pare, è proprio la formazione delle commissioni e la loro capacità di gestione degli elaborati dei concorsi: «Difficilissimo formarle, siamo stati costretti ad avere alcuni membri con ruoli in tre commissioni differenti. E poi c’è una nuova regola: i docenti che partecipano alle commissioni non vengono esentati dal servizio. Tra loro ci sono molti docenti che hanno organizzato gli esami di Stato e che quindi hanno potuto dedicare poco tempo agli elaborati dei candidati al ruolo. Poi ci sono le ferie, che molti possono prendere solo in questo periodo. Se si considera che, tra le commissioni incaricate, alcune avevano anche centinaia di candidati da valutare, diventano chiari i motivi di un ritardo che, purtroppo, è fisiologico. Cosa dovremmo fare, far dimettere le commissioni e ricominciare daccapo? – domanda Feliziani –. La verità è che tutti stanno lavorando per concludere nel minor tempo possibile». Infine, una rassicurazione per chi teme di aver sprecato fatica e denaro per poi dover affrontare un altro concorso: «Non è mai successo che qualche idoneo non sia passato di ruolo», conclude Feliziani.
 

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative