La Nuova Sardegna

L'inchiesta/3

Tempi lunghi per liberare Piandanna dai rottami

Roberto Sanna
Tempi lunghi per liberare Piandanna dai rottami

Servono 150mila euro per disinnescare la “bomba ecologica”

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Sassari Ci sono voluti circa vent’anni per creare, con responsabilità varie e divise su diversi livelli, quell’enorme bomba ecologica che è l’ex campo Rom dei musulmani a Piandanna, un passo fuori dalla città. E per bonificare e rendere fruibile quel terreno ci vorrà molto tempo, sperando che la procedura, una volta partita, non si fermi.

Il problema è complesso perché il danno ambientale è sopra il terreno e anche sotto, più subdolo. Ma per capire cosa c’è sotto e come ripulirlo bisogna liberare la superficie, operazione non semplice e tutt’altro che economica per il Comune: «Ancora non siamo in grado di fare una valutazione esatta – spiega l’assessore all’Ambiente Antonello Sassu –, la nostra speranza è, tra un mese, di partire col bando per arrivare al più presto alla rimozione di quei rottami. E credo che la spesa sarà oltre i 100mila euro, forse anche 150mila». La procedura stessa esclude tempi brevi ed è piuttosto complessa. Innanzitutto, bisogna quantificare l’estensione del terreno interessato dall’inquinamento e soprattutto la quantità dei materiali presente su quella superficie.

Operazione che, come si può capire, non può essere svolta in pochi giorni e per la quale servirà anche l’aiuto dei droni: «Siamo già al lavoro su questo fronte da diversi giorni, la situazione è piuttosto complicata – spiega ancora l’assessore Sassu –. Fare una stima di quanti rottami siano presenti in quel sito è difficile, poi bisogna capire anche la composizione. La nostra prima preoccupazione, però, è stata quella di mettere in sicurezza il sito per evitare che possa essere nuovamente occupato o, peggio, la gente continui a utilizzarlo come discarica abusiva e getti altri rifiuti continuando ad accumulare sporcizia e danni. Abbiamo così fatto apporre i sigilli e la polizia locale controlla continuamente che sia tutto a posto. Una volta quantificato il volume di rifiuti e la loro tipologia, potremo cominciare a pensare alla rimozione.

Operazione che dovrà per forza essere svolta da ditte specializzate, per le quali dovremo predisporre un bando. Parlare di cifre esatte, tornando ai costi, in questo momento è prematuro. La cifra che ho indicato è stimata sulla base di una precedente pulizia che avevamo effettuato qualche tempo fa e che certamente non era stata così a fondo e totale come quella che invece servirà questa volta. Bisogna poi considerare un altro aspetto: parallelo all’ex campo Rom, scorre un piccolo corso d’acqua e bisognerà ripulirlo per bene dai rottami che sicuramente sono presenti. Anche qui, il danno ambientale è su diversi livelli e molto pericoloso, trattandosi di un fiume».

La bonifica però non potrà certo concludersi con la rimozione dei rottami. Tutti questi anni di incuria, degrado e abbandono di rottami ferrosi non possono non aver compromesso il terreno. «Quello sarà un aspetto successivo che comporterà un altro tipo di intervento – conclude Antonello Sassu –. Per capire che tipo di intervento e di bonifica fare, serviranno come minimo dei carotaggi e tutta una serie di operazioni preliminari piuttosto complesse. Adesso però le priorità sono altre: chiudere definitivamente il sito di Piandanna e portare via il prima possibile tutti i rottami. Poi arriverà il momento della bonifica completa e, si spera, il momento di restituire alla città quel sito e pensare anche a cosa farne».
 

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