S’istrumpa, ok dall’Unesco ora è una buona pratica
La lotta tradizionale dell’isola è negli elenchi delle Nazioni Unite Iscrizione anche per “Tocatì”, il festival dei giochi di strada
Ollolai S'istrumpa è ufficialmente una buona pratica certificata dall’Unesco. La lotta tipica dell’isola è entrata negli elenchi dell’agenzia delle Nazioni Unite insieme ad un’altra paricolariotà italiana: il Tocatì, il programma condiviso per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali.
Il riconoscimento è arrivato nei giorni scorsi a Rabat, in Marocco, durante il 17esimo Comitato intergovernativo della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale. Tocatì, è il festival internazionale dei giochi di strada che si tiene a Verona, giunto alla ventesima edizione, che annovera appunto tra le comunità ludiche italiane tradizionali anche s'istrumpa. La tradizionale lotta barbaricina che proprio da Ollolai si proietta in tutto il mondo tramandando una pratica sportiva antichissima e che con le altre 26 comunità ludiche italiane ogni anno partecipa al festival veronese. Ora è a pieno titolo nel “registro delle buone pratiche” dell’Unesco.
«Si tratta di un riconoscimento importantissimo, che premia non solo il lavoro fatto grazie al festival veronese, che raggruppa i giochi di strada tradizionali italiani, ma anche il lavoro della nostra realtà barbaricina, che da quando s'istrumpa è stata istituzionalizzata con il riconoscimento Coni ha lavorato per mantenere la pratica di questa antica lotta e per permettere la partecipazione agli eventi sportivi europei e internazionali con atleti di livello» spiega il presidente della Federazione s'Istrumpa, Giampiero Columbu.
S'istrumpa è un corpo a corpo che segue precise regole per l'atterramento dell'avversario, è infatti una lotta antichissima, documentata anche in età nuragica, grazie al ritrovamento del celebre bronzetto di Uta che verosimilmente rappresenterebbe un atterramento tra due istrumpadores. Si tratta quindi di un riconoscimento che premia indirettamente anche lo sforzo e la perseveranza di chi, in tutti questi anni ha promosso la pratica di questa lotta, organizzato eventi sportivi con il chiaro obiettivo di tenere alta l'attenzione e la curiosità per uno sport che ha origini che si perdono nel tempo. Una prova di abilità che veniva praticata abitualmente durante le feste, i momenti di incontro agropastorale come la tosatura delle pecore o durante le visite di leva dai giovani diciottenni, come dimostrazione della loro forza e destrezza. «Il prezioso obiettivo è stato raggiunto grazie ad Aga, ossia l'associazione dei giochi antichi che è capofila del processo di salvaguardia di Tocatì – spiega ancora Columbu –, mentre la candidatura è stata curata per il coordinamento tecnico-scientifico istituzionale dall'Ufficio Unesco del Segretariato Generale del Ministero della Cultura».
L’isola, dunque, aggiunge la sua lotta più antica all’elenco di beni e pratiche certificato dall’Unesco.