La Nuova Sardegna

Sanità

Ambulanze del 118: «Troppi punti oscuri nel Piano Areus»

Ambulanze del 118: «Troppi punti oscuri nel Piano Areus»

Le associazioni di volontariato non sono state coinvolte nel riordino del soccorso. Le perplessità: «Postazioni che scompaiono, non si parla di risorse e logistica, chiediamo un confronto

05 gennaio 2023
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Sassari Il Piano di riorganizzazione della rete territoriale dei mezzi di soccorso preoccupa le associazioni e le cooperative in prima linea con le loro ambulanze. In sostanza, i veri protagonisti di questa piccola rivoluzione, ma assolute comparse nella fase di progettazione. «Ci saremmo aspettati un coinvolgimento da parte di Areus», spiega Pier Paolo Emmolo, rappresentante regionale delle Associazioni Libere e della rete delle altre associazioni. Assieme ad Anpas, Misericordie e Avis stanno predisponendo un documento unitario da inviare alla Regione.

«In fin dei conti siamo in prima linea da decenni, e avremmo potuto dare un contributo di idee per migliorare un Piano che ci riguarda in prima persona». Ci sono molti aspetti, secondo le associazioni di volontariato, che andrebbero chiariti meglio: «Nel riordino delle postazioni, ci sono misteriose scomparse e altrettanto strane apparizioni. Paesini che vengono depennati, e altri luoghi che invece vengono inseriti. Sono scelte strategiche che forse si potevano discutere meglio, perché l’impressione è che alcuni piccoli centri isolati in futuro saranno ancora più isolati. Altra perplessità: questo piano entrerà in vigore dopo il 2024? Perché sino a quella data resta in vigore una convenzione, all’interno della quale vivono ancora anche alcune delle postazioni cancellate dal piano, ma per realizzare le quali le associazioni hanno investito le proprie risorse economiche».

Ma l’aspetto sul quale battono di più i volontari, è l’evanescente questione delle risorse: «Purtroppo l’esperienza passata ci dice che ad ogni punto oscuro è sempre corrisposta una puntuale fregatura: vedi i rimborsi covid mai pagati, o le postazioni spesso fatte aprire senza alcun criterio. Per questo abbiamo bisogno di maggiori certezze, e chiediamo un confronto in tempi brevi con Areus. Ad esempio: si parla di un incremento dei mezzi medicalizzati e di quelli base. Ma con quali specifiche? E come affrontiamo gli aspetti logistici? Le risorse rimarranno le stesse o saranno implementate anche loro?».

Anche l’attivazione delle ambulanze India, come postazioni avanzate con infermiere a bordo, necessita di ulteriori chiarimenti: «È una formula che abbiamo già sperimentato in estate, per esempio alla Maddalena o a Carlo Forte. Noi abbiamo messo a disposizione l’equipaggio, e l’Asl l’infermiere. Ma si trattava di una iniziativa portata avanti nell’emergenza, qui invece parliamo di pianificazione e di soluzioni stabili. E allora entrano in ballo anche le normative di sicurezza. Qualora dovesse accadere qualcosa all’equipe o al paziente, di chi è la responsabilità? Prevale la responsabilità dell’azienda pubblica o quella del privato? È solo un banale esempio dei tanti aspetti che vorremmo approfondire in un confronto con Areus». (lu.so)
 

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