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L'astrofisico-social spiega i segreti dell'Universo in sardo

di Luciano Piras
L'astrofisico-social spiega i segreti dell'Universo in sardo

Ciriaco Goddi conquista internet con i video in limba: gli short reels barbaricini sottotitolati in inglese diventano virali

20 gennaio 2023
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Orune «Su sardu no est mortu!». Parola di astrofisico, parola di Chircheddu Goddi. Lo scienziato orunese del team internazionale che l’anno scorso è riuscito a fotografare il buco nero al centro della Via Lattea. Ricercatore e girovago nel mondo sempre a caccia dei segreti dell’Universo, in viaggio perenne da Cagliari ad Harvard, dalla Germania al Cile e all’Olanda, in questo periodo è in Brasile. E proprio dall’America del Sud ha pensato bene di caricare su Youtube e Instagram un breve video per spiegare in sardo, in orunessu, cosa sono sos istampos nigheddos, i buchi neri. Rimbalzato su Facebook e gli altri social, il primo lancio ha immediatamente fatto il boom, l’entusiasmo è salito... alle stelle, subito dopo è arrivata anche la seconda “videolezione”. Nelle prossime settimane ne seguiranno altre.

Un minuto e trenta di immagini e slide, primissimo piano di Ciriaco Goddi, sottotitoli in sardo e in inglese. A dimostrazione che anche in sardo (come in qualsiasi altra lingua del mondo) si può parlare di tutto, di qualsiasi argomento, di qualsiasi materia, anche tecnica, persino ostica, di pastorizia come di filosofia, di campagne come pure di materia ed energia oscura, di corpi celesti e polveri interstellari. «Salute a totus, jeo mi naro Chircheddu Goddi e so astrofisicu de s’universitade de Casteddu». Questa la presentazione: «Benvenuti, sono Ciriaco Goddi e sono un astrofisico dell’università di Cagliari».

Fonti cosmiche

«Oje bos chèglio arrejonare de sas fontes còsmicas pius misteriosas e impressionantes chi connoschimus in s’universu: sos istampos nigheddos». «Oggi vi parlerò delle fonti cosmiche più misteriose e impressionanti che conosciamo nell’universo: i buchi neri»

«Sos istampos nigheddos tenent un’importàntzia meda manna in sa fìsica e in s’astrofìsica moderna ca los potimus usare comente laboratòrios còsmicos in uve proare sa famosa teoria de Einstein, sa relatividade generale». «I buchi neri hanno un’importanza enorme nella fisica e nell’astrofisica moderna perché possiamo usarli come laboratori cosmici dove provare la famosa teoria di Einstein, la relatività generale». E via di seguito, alla scoperta della forza di gravità che governa l’esistenza e dei radiotelescòpios sparsi nel pianeta terra collegati tra loro a formare l’Event horizon telescope, il telescopio che ha poi fotografato il buco nero della galassia.

Tziu Predu Goddi

Modesto come solo i grandi sanno essere, Ciriaco Goddi si affida ai commenti, alle correzioni e persino alle critiche, pur di migliorare la qualità del sardo che usa in queste sue lezioni social.

«Il video deve passare il giudizio più severo: quello di babbo», punzecchia dal Brasile richiamando le attenzioni di tziu Predu Goddi, 90 anni, una vita da autotrasportatore. «Devo ammettere che non è facile parlare di questioni astronomiche in un’altra lingua che non sia l’inglese – confessa lo scienziato 47enne –. Una difficoltà dovuta principalmente al fatto che l’inglese è la lingua scientifica ufficiale: i libri di testo sui quali abbiamo studiato, le pubblicazioni scientifiche che facciamo, così come i nostri seminari e le conferenze internazionali sono tutte in inglese. Perciò siamo “naturalmente” abituati a riportare i risultati delle nostre ricerche sempre e solo in inglese. Infatti, quando dopo tanti anni, mi sono ritrovato a tenere seminari in italiano, rivolti soprattutto al pubblico, ho avuto una certa difficoltà. Devo dire che nonostante per me il sardo sia sempre stata la lingua della quotidianità, de su fetianu, fare una descrizione qualitativa di fenomeni astrofisici, come i buchi neri, non è risultato molto più difficile che farlo in italiano». «A onor di verità, l’idea di fare questi short reels – racconta Goddi, ben lontano dalla frenesia e dalle logiche degli influencer – è venuta al mio collega Riccardo Murgia, originario di Cagliari, ora ricercatore del Gran Sasso Science Institute di L’Aquila, dove si occupa di cosmologia. Riccardo ha iniziato a realizzare dei microvideo in sardo per fare divulgazione su temi di (astro)fisica, pubblicati poi sui canali social. I primi video erano fatti da ricercatori cagliaritani; la lingua utilizzata era il campidanese, mentre i miei sono i primi video in barbaricino-orunese. In questo modo @thesardinian_cosmologist si arricchisce di culture diverse della Sardegna, pur sempre trattando di argomenti inerenti al cosmo e quindi lontani dalla nostra quotidianità».

Il futuro è a Lula

«L’interesse di raccontare in sardo argomenti propri dell’astrofisica e soprattutto i buchi neri e le teorie della relatività di Einstein – spiega ancora lo scienziato di Orune –, è motivato anche dal ruolo che la Sardegna, in particolare il centro Sardegna, potrebbe ricoprire nei decenni futuri nella ricerca mondiale su questi temi. A breve partirà la costruzione dell’Einstein Telescope, il nuovo grande osservatorio europeo per le onde gravitazionali, capace di indagare la fisica dei buchi neri, mettere alla prova la relatività di Einstein e, chissà, magari aiutarci a scoprire le origini dell’universo». Un sogno, un grandissimo sogno, non soltanto per Chircheddu Goddi. «E il centro Sardegna, l’ex miniera dismessa di Sos Enattos, a Lula, è proprio uno dei due siti candidati per la costruzione di questo mega progetto di oltre quattro miliardi di euro. Un’occasione unica, irripetibile di rilancio della nostra isola. I brevi video divulgativi che abbiamo girato sono il nostro umile tentativo di sensibilizzare la popolazione su questi temi. E quale modo migliore di farlo, se non con la nostra lingua nativa».

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