Nell’isola è sfida all’ultimo voto: testa a testa Comandini-Meloni
Il consigliere cagliaritano leggermente in vantaggio sul collega gallurese. Nei 200 gazebo dei dem si sono presentati in 27mila: nel 2019 furono 39mila
Cagliari Il testa a testa per la segreteria regionale delPd è andato avanti fino a tarda notte. L’ultima proiezione vede in testa di un’incollatura il consigliere regionale Piero Comandini, cagliaritano, sostenuto da «Sardegna futura» di Gavino Manca, la Sinistra, guidata dalla sassarese Maria Francesca Fantato, e i soriani. Staccato ma non di molto Giuseppe Meloni, anche lui consigliere regionale, eletto in Gallura, e sostenuto dalla corrente dei «Riformisti» dell’ex senatore Antonello Cabras. Però di per sé questi possibili numeri assoluti, la differenza fra i due sarebbe intorno ai 1500 voti, non sarebbero ancora sufficienti per designare il segretario del Partito democratico, dopo oltre un anno di commissariamento. Tutto dipenderà da quanti delegati avrà eletto una mozione o l’altra nell’assemblea regionale del Partito. Si saprà solo dopo un calcolo abbastanza complicato collegio per collegio, erano otto quelli in Sardegna. I delegati sono 130 in tutto e quindi chi avrà piazzato almeno la metà più uno sarà succederà ad Emanuele Cani, che però era stato eletto dopo un accordo interno fra le correnti e non alle Primarie.
Ai gazebo La diserzione non c’è stata, era questa la vera paura per il Pd. Invece, nei 200 gazebo delle Primarie, hanno votato oltre 27mila fra iscritti, simpatizzanti e quanti s’erano registrati per tempo sulla piattaforma del Pd. Numeri buoni ma abbastanza lontani da quelli del 2014 (oltre 39mila, per l’elezione di Renato Soru) e soprattutto molto distanti se messi a confronto con l’exploit del 2017: quasi 47mila votanti per far eleggere Giuseppe Luigi Cucca, poi però passato ad Italia Viva.
I parziali Nel suo collegio, la Gallura, Meloni ha stravinto con 5989 voti contro i 444 di Comandini, ma non gli sarebbe bastato per mettere a segno il sorpasso a livello regionale. Nel Sassarese è stata un’altalena, con i due che si sono alternati in testa. Alla fine, Comandini avrebbe ottenuto 4024, Meloni oltre 800 in più. Sempre per quanto riguarda Nord e Centro Sardegna, Meloni ha vinto anche a Nuoro: 1725 contro 655. La situazione s’è ribaltata da Oristano in giù, dove Comandini ha messo a frutto il fatto di essere più conosciuto da quelle parti. Proprio a Oristano, avrebbe ottenuto 1236 voti contro 878 ed è da qui che sarebbe cominciata la sua risalita. Nel Medio Campidano prima, con un distacco a suo favore di oltre 600 voti, nel Sulcis-Iglesiente poi, con un vantaggio di 700. Fino all’exploit di Cagliari, la roccaforte, dovrebbe avrebbe doppiato Meloni: oltre cinquemila voti contro 2600. Dunque, in valori assoluti Comandini è in testa, ma sarà decisivo il calcolo in percentuale dei delegati assegnati. Oggi la commissione elettorale del Pd comunicherà il risultato ufficiale in tarda mattinata.
Caso Quartu In due seggi, avrebbero sostenuto gli scrutatori, ci sarebbe stato un vero e proprio inquinamento delle Primarie. Ai gazebo si sarebbero presentati anche diversi simpatizzanti del centrodestra, che comunque s’erano registrati sulla piattaforma, e lo spoglio è stato sospeso nella notte.