Sei miliardi di euro di investimenti e 36mila posti di lavoro per mettere in piedi l’Einstein telescope
Verrà realizzato in nove anni a 300 metri di profondità. La realizzazione di questo progetto contribuirebbe alla crescita del Pil di 2,263 miliardi euro
Sassari Una cattedrale della ricerca costruita sotto 300 metri di scisto, dove un tempo lavoravano i minatori impegnati proprio nell’estrazione della roccia che la moderna petrografia definisce “metamorfica a grana medio-grossa”. Se tutto dovesse andare nel verso giusto, sarà questa la casa del più avanzato “telescopio” mai realizzato dall’uomo, talmente innovativo da non aver bisogno di lenti ma in grado di ascoltare la profondità dell’universo intercettando le impercettibili onde gravitazionali. Per farlo, però, servono soldi. Tanti soldi. Partendo da zero, il costo dell’investimento necessario alla realizzazione dell’Einstein telescope è di 6,184 miliardi di euro e la realizzazione di un osservatorio di questo tipo in Italia contribuirebbe alla crescita del Prodotto interno lordo nazionale di 2,263 miliardi euro. Ovviamente, servirà tantissima manodopera dato che si parla di costruire tre gallerie lineari lunghe 10 chilometri l’una, corredate dalle torri necessarie per i collegamenti con la superficie e da un numero impressionante di strutture di complemento, sotterranee e non. Tutto in nove anni.
La ricaduta occupazionale sarebbe impressionante perché se si dovesse tenere conto di ogni singolo lavoratore impegnato durante i nove anni necessari alla realizzazione del progetto, facendo un conto che comprende tutti (dagli autisti, ai carpentieri, dagli elettricisti gli astrofisici), il numero dei lavoratori coinvolti nella realizzazione dell’Einstein telescope tocca quota 36.085 unità. Un’enormità, quasi quanto l’impatto sull’indotto locale, che secondo gli studi preliminari equivarrebbe al 65-75 per cento dell'importo complessivo, che sarebbe pari a un volume d'affari di 4,329 miliardi di euro. Più della metà dell’ultima manovra finanziaria della Regione. Numeri che spiegano quanto sarebbe importante la realizzazione dell’Einstein telescope a Lula, al di là delle scoperte scientifiche, dell’interesse che nascerebbe attorno all’Et e di quanto ne potrebbe giovare un territorio depresso come quello del Nuorese. E chissà, forse anche per l’euforia che gravita attorno a questa possibilità, anche la Regione ieri ha rispolverato un comunicato che ricalca in tutto e per tutto quello diffuso un anno fa, il 16 marzo del 2022: «Determinante è il ruolo della Regione che ha preso un impegno formale con il Governo per stanziare 350 milioni di euro da aggiungere al finanziamento statale che sarà di circa 1 miliardo una volta che sarà definita la miniera di Sos Enattos quale luogo deputato a ospitare Et – hanno ribadito ieri dalla Regione –. Un impegno partito da lontano, quello della Regione, dato che ammontano a circa 3,5 milioni di euro le risorse già investite in questi anni per la realizzazione dei Laboratori SarGrav, precursore dell’Osservatorio Et». Repetita iuvant , direbbero i latini anche se purtroppo non al punto di vedere moltiplicate per due anche le risorse stanziate per un progetto che potrebbe cambiare il futuro dell’isola.