Nell’isola quasi 600 stabilimenti balneari, situazione “fumosa” in Costa Smeralda
Il rapporto Spiagge di Legambiente, aggiornato allo scorso anno, fotografa in maniera chiarissima la situazione relativa agli arenili nella nostra isola
Sassari Quasi seicento stabilimenti balneari, su un totale di circa 5400 concessioni spalmate sui seicento chilometri di spiagge. Il rapporto Spiagge di Legambiente, aggiornato allo scorso anno, fotografa in maniera chiarissima la situazione relativa agli arenili nella nostra isola.
In Sardegna su 595 km di spiagge insistono 5.394 concessioni, ma sono solo 573 quelle per stabilimenti balneari, mentre sono 218 quelle per campeggi con una percentuale del 20,7% del totale di costa sabbiosa occupata da stabilimenti balneari, campeggi, circoli sportivi e complessi turistici alla quale si aggiunge un 4,7% di spiagge non fruibili (costa abbandonata o interdetta).
La Sardegna è una delle regioni italiane che ha disciplinato l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo destinato ad uso turistico-ricreativo attraverso le “Linee guida per la predisposizione del Piano di utilizzo dei litorali” nel 2013 e 2017. In particolare viene definito, in relazione alla natura, alla morfologia della spiaggia e alla sua dislocazione territoriale, quali siano «le tipologie e le superfici destinate alle concessioni demaniali marittime con i relativi criteri di dimensionamento massimo».
Secondo Legambiente i canoni di concessione dovuti allo Stato sono «ovunque bassi, ma in alcune località di turismo di lusso come la Costa Smeralda (ma anche la Versilia, in Toscana), risultano particolarmente inadeguati a fronte di guadagni milionari. Incredibile come in Sardegna nel Comune di Arzachena, ci siano 41 stabilimenti balneari con canone annuale inferiore a 1.000 euro, mentre degli altri 23 non esistono dati», si legge nel report.