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Nuovo metodo

Salute e alimentazione delle capre: così i veterinari sardi fanno scuola

Salute e alimentazione delle capre: così i veterinari sardi fanno scuola

Il metodo Sementusa presentato al Congresso internazionale di Siviglia

18 marzo 2023
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i Luciano Piras

Siviglia I veterinari sardi salgono in cattedra in Spagna davanti agli occhi del mondo. Protagonisti al 10° International sheep veterinary congress di Siviglia che ha riunito i medici specialisti di ovini e caprini in tutti i continenti, dal Nord al Sud America, dal Regno Unito alla Turchia, alla Grecia, Slovacchia, l’Europa tutta, Italia compresa. Riflettori puntati sulla Sardegna, sulle capre in particolare, grazie alla partecipazione dell’associazione culturale di promozione sociale Sementusa, rappresentata dai veterinari componenti del consiglio direttivo: Giuseppe Argiolas di San Nicolò Gerrei, Antonio Spezzigu di Perfugas, Bastianino Mossa originario di Bultei e residente a Piacenza, Chiara Deiana di Dolianova, e di Claudia Caporali, pavese di origine e di casa a Sassari. Con due brillanti e seguitissime presentazioni, Giuseppe Argiolas, storico ideatore e fondatore di Sementusa assieme ad Antonio Spezzigu che ha presentato anche uno studio dell’associazione Embryo Sardegna tecnologia riproduzione fertilità, hanno illustrato il sistema brevettato Sementusa per la gestione degli allevamenti ovini e caprini. Un vero e proprio protocollo di allevamento ideato nei primi anni Duemila da un gruppo di colleghi sardi e siciliani, oggi interessa un milione di capre in tutta Italia (250mila sono i capi allevati sotto strettissima osservanza del sistema Sementusa). Il sistema Sementusa, hanno evidenziato i veterinari sardi a Siviglia, parte da un’attenta analisi delle aziende assistite che permette di incrementare il tasso di fertilità delle greggi, grazie a una precisa e rigorosa tecnica gestionale, una corretta alimentazione, un livello ideale di sanità e di benessere animale, di biosicurezza oltre che un ridotto utilizzo di antibiotici e antiparassitari. Indispensabile per il successo del sistema è l’utilizzo della tecnica ecografica. Oggi Sementusa rappresenta un importante punto di riferimento per i veterinari che si occupano di pecore e capre e che curano nella maniera più corretta possibile gli allevamenti, anche tramite un programma di formazione rivolto ai giovani che si avvicinano e vogliono occuparsi di questa branca della medicina veterinaria.

Dal congresso spagnolo, è emerso che applicando il sistema Sementusa si possono recuperare fino al 25% degli utili aziendali altrimenti persi con una gestione errata degli allevamenti. L’approccio è perfettamente in linea con la visione olistica One health, ossia un modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline, che affonda le radici su un principio fondante: la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente tra di loro. One health è riconosciuta ufficialmente dal ministero della Salute italiano, dalla Commissione europea e da tutte le organizzazioni internazionali quale strategia rilevante in tutti i settori che beneficiano della collaborazione tra varie specialità (medici, veterinari, ambientalisti, economisti, sociologi... ). Non a caso il metodo Sementusa è emigrato anche negli allevamenti della penisola, dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia Romagna alle Marche, grazie ai veterinari formatisi in Sardegna.

Uno di questi è Bastianino Mossa, presidente della Fasi (Federazione delle associazioni sarde in Italia), a ulteriore dimostrazione che i sardi esportano dall’isola quella conoscenza che, con basi scientifiche solide, affonda le radici nella pastorizia tradizionale e guarda alla modernità di un mondo e di un mercato che richiede flessibilità e capacità di adattamento immediati. «Per questo il sistema Sementusa è anche portatore di quel senso di appartenenza e identità che contraddistingue il popolo sardo e la sua cultura – sottolinea Mossa –, che si apre ad altre culture e conoscenze come quella recentemente intrapresa tra l’associazione Sementusa e il dipartimento di Medicina veterinaria dell’Alma Mater di Bologna».



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