La Nuova Sardegna

Sanità

Far west pronto soccorso: scoppia la polemica

di Giovanni Bua
Far west pronto soccorso: scoppia la polemica

Il caso delle tre donne trasportate da Sassari a Ozieri scuote la politica. Intervengono Pd ed M5S. Ganau: «Carenza di organico inaccettabile». Manca: «Ospedali mortificati»

20 marzo 2023
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Sassari Sintomo di una pressione che rischia di diventare insostenibile. Di soluzioni che servono solo a “imbellettare i numeri”. Di una situazione che espone pazienti e personale a rischi enormi, di cui qualcuno prima o poi sarà chiamato a rispondere. Non ci stanno a liquidare lo “smistamento” a Ozieri di tre donne vittima di un incidente a Predda Niedda, a pochi minuti di distanza dal Pronto Soccorso di Sassari, come una «buona pratica» Gianfranco Ganau e Desirè Manca. Con i due consiglieri regionali di opposizione che attaccano: «Servono interventi veri, e immediati».

«È evidente che il pronto soccorso di Sassari è sotto altissima pressione – sottolinea Ganau, ex sindaco di Sassari, capogruppo Dem in Consiglio e componente della commissione Salute, ma soprattutto medico ed ex direttore per Sassari e Nuoro della Centrale Operativa 118 –. E questo principalmente per una carenza di organico importante. E il trasporto delle tre donne a Ozieri è solo l’ennesimo sintomo di una situazione critica e preoccupante». «Sicuramente – sottolinea – è una buona pratica, a livello teorico, “smistare” i casi a seconda della gravità e di tutta una serie di parametri, tra cui la presunta attesa, che spero sabato siano stati valutati da una medicalizzata. Ma è altrettanto evidente che non stiamo parlando dei tre Pronto Soccorso di Cagliari, ma di strutture ben diverse tra di loro. Trasportare tre vittime di un incidente a 70 chilometri di distanza, in una struttura con un’operatività inevitabilmente minore, con il rischio che si aggravino e debbano di nuovo essere trasportate a Sassari o che succeda qualcosa durante il trasporto, è un segnale di sofferenza».

I motivi? «In primo luogo uno sfaldamento della sanità territoriale, che non riesce più a fare da filtro – spiega –. Ma anche della sanità in genere, con molte persone che, non trovando più modi di accedere alle cure, finiscono per presentarsi al Pronto Soccorso». Da qui le 48 persone in carico, di cui 22 in attesa, che hanno convinto l’Areus a dirottare le tre donne su Ozieri, dove in pazienti in fila erano solo due.

«Il punto – sottolinea Ganau – è che molte di queste persone erano a bassa o bassissima gravità. E non è pensabile che il Pronto Soccorso più grande dell’Isola non sia in grado, per la loro presenza, di prendere in carico tre codici gialli per un incidente avvenuto a pochi minuti di distanza. Chiaramente alcune soluzioni sono complesse, e serve tempo. Ma non mi convincono nemmeno le “soluzioni veloci” proposte, come ad esempio il fast track per far accedere i codici meno gravi direttamente alle visite ambulatoriali. Si rischia l’effetto opposto, attirare ancora più persone al Pronto Soccorso. La soluzione più semplice è quella di riportare la guardia medica all’interno delle mura dell’ospedale. In modo da creare due percorsi ben distinti, dare maggiore sicurezza a chi opera nella guardia medica e allo stesso tempo alleggerire i sanitari del pronto soccorso dei casi meno gravi».

Ancora più diretta Desirè Manca, consigliera regionale M5s e spesso in prima fila nelle battaglie sulla sanità. «Quella che si vuole – attacca – far passare come una buona pratica è una “imbellettata”, oltretutto gestita con direttive non chiare e non sempre ufficiali. Per far calare artificiosamente i numeri degli ingressi e delle liste di attesa facendo così credere che le cose vanno meglio. Invece la cose non vanno meglio affatto, e le strutture di Ozieri e Alghero, dopo che sono state mortificate, non possono essere considerate come parte integrante del pronto soccorso di Sassari, soprattutto se devono prendere in carico casi che addirittura da Sassari arrivano. Fare questo genere di operazioni espone prima di tutto i pazienti, ma anche chi prende simili decisioni a rischi altissimi di cui prima o poi qualcuno potrebbe essere chiamato a rispondere».
 

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