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Emilio Turco: «Facoltà giovane che si confronta con mondo»

di Paolo Curreli
Emilio Turco: «Facoltà giovane che si confronta con mondo»

Il direttore: le tecnologie più sofisticate per rispettare la storia dei luoghi e la sostenibilità

27 marzo 2023
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Architettura: il modo, l’arte, la scienza e la tecnica per pensare gli spazi abitati dall’umanità. Forse in queste tre righe possiamo riassumere e descrivere un universo che come pochi unisce multiformi aspetti del modo di vivere degli uomini. Nell’architettura ritroviamo le tecnologie più alte che una società raggiunge nel suo evolversi, ma anche la memoria antichissima e la sapienza degli artigiani. Le costruzioni ci parlano della storia, palazzi, piazze, facciate sono muti testimoni del tempo che li ha costruiti. Ostentano la magniloquenza del potere, oppure ospitano con calore le vite degli uomini, accolgono e si fregiano dell’arte del loro tempo. Ma cosa chiediamo alla architettura di oggi? In un mondo ipersviluppato che sta, come non mai, mettendo in pericolo l’esistenza stessa dell’umanità, i progettisti di domani possono salvare e proporre un nuovo modo di abitare il mondo? Possono restituire la bellezza e l’armonia alle megalopoli, recuperare il costruito e abbandonato delle nostre città, ridare vita allo spopolamento dei piccoli centri? Il dipartimento di Architettura di Alghero è la prima facoltà di questa specializzazione dell’isola. Nata nel 2002 è, anche, tra le più giovani d’Italia. Già dagli esordi – nel 2009 – è stata valutata dal Censis come la migliore facoltà di Architettura del Paese. Un primato che viene ancora confermato. Giovinezza ed apertura internazionale, sono dei valori, e la facoltà di Alghero è un osservatorio privilegiato per rispondere alle domande sul ruolo dell’architettura che ci siamo posti qua sopra. A risponderci è Emilio Turco, direttore del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica della facoltà algherese. Calabrese, classe 1964, laureato con lode in Ingegneria civile. Dottorato di ricerca al Politecnico di Milano. Borsista all'Agenzia Spaziale Italiana, sono solo alcuni punti del curriculum di Turco, che dal 2005 è docente di Scienza delle costruzioni della facoltà di Architettura di Sassari prima come professore associato ed attualmente come professore ordinario.

«La nostra è una Scuola che si è posta come obiettivo quello di raggiungere le migliori esperienze internazionali, e, devo dire, come qualità della didattica e della ricerca questo traguardo possiamo affermare di averlo centrato. Il nostro giovane Dipartimento si è costruito identità e fama, è sempre in testa agli atenei del Paese da dieci anni e questa visibilità attrae studenti da tutta Italia. Sta a noi riuscire a soddisfare la richiesta» sottolinea il direttore del Dipartimento algherese.

Professor Turco che rapporto esiste tra Facoltà, città, il territorio e il mondo?
«Ci misuriamo con le problematiche locali, del territorio e della Sardegna, nel nostro progetto didattico sono temi sempre presenti. Ma la cosa importante è stato far diventare la città di Alghero un luogo di confronto internazionale. Penso che per i progettisti di domani sia questa l’esperienza più formativa. Queste esperienze, i risultati che ne scaturiscono, offrono un confronto fondamentale e nuovi modi anche per affrontare le problematiche del territorio e della Sardegna. Formazione e ricerca sono fortemente collegate. Naturalmente lavorare in un’isola ha tanti vantaggi ma qualche difficoltà: i trasporti per esempio. Abbiamo finanziato quest’anno 50mila euro in eventi culturali. Naturalmente sul continente gli stessi sarebbero costati molto meno. Ma tengo a precisare che questa difficoltà non ha mai fermato nessuno dal partecipare ai nostri eventi, Alghero è una città che attira per la sua bellezza e natura, e gli eventi sono un contributo importante alla sua vocazione turistica».

Come si rende internazionale un’università?
«Prima di tutto invitando architetti e professionisti da tutto il mondo. Italiani e stranieri, tra i nomi più importanti del settore, architetti, pianificatori, designer e architetti del paesaggio, tutti hanno accolto con piacere l’invito a tenere lezioni e laboratori progettuali, conferenze e seminari qui ad Alghero».

Questi scambi di esperienze coinvolgono anche gli studenti?
«Certamente. Per noi è fondamentale offrire ai ragazzi le opportunità di crescita, didattica e professionale, attraverso esperienze all’estero. Proponiamo scuole estive internazionali, tirocini post laurea. I nostri studenti hanno lavorato ad Amsterdam, Copenhagen, Atene, Lisbona, Shanghai, Pechino, Madrid, Mosca, San Paolo, Parigi, Barcellona, La Plata, Montpellier, Kyoto. Prosegue la nostra politica di innesti rivolta agli studenti del progetto Erasmus, un’altra opportunità importante di mobilità e scambio con l’estero».

Come si prepara un architetto del futuro, quali sono le basi?
«Intanto con la completa padronanza dei nuovi e più aggiornati strumenti per la progettazione. Ovviamente penna e tecnigrafo appartengono ormai a un lontano passato. Le strade da percorrere sono quelle dei software più innovativi, del Cad, il disegno assistito dal computer, la modellazione tridimensionale attraverso le stampanti 3D. Abbiamo ricevuto un finanziamento di un milione e mezzo di euro dalla Regione Sardegna, contributo che ci permetterà di realizzare un laboratorio all’altezza dei tempi».

Sono tecnologie sofisticate che permettono di visualizzare meglio il progetto?
«Sicuramente, a tal proposito abbiamo intenzione di aprire le porte al territorio. I professionisti, progettisti, architetti, designer, ma anche artigiani potranno accedere ai nostri laboratori. In modo da poter offrire la possibilità di visualizzare i loro progetti. Offriamo le tecnologie più sofisticate che superano il classico modello in scala. Attraverso prototipi e simulazioni immersive. Naturalmente ci saranno delle regole da rispettare, ma la nostra disponibilità è molto alta».

A proposito di finanziamenti c’è il tema del Pnrr, avete avuto delle opportunità a proposito?
«Il rettore Gavino Mariotti ha portato a compimento un importante finanziamento legato al Pnrr: abbiamo avuto proprio in questi giorni la possibilità di finanziare due ricercatori a tempo determinato per tre anni. Hanno già iniziato a lavorare qui ad Alghero».

Alghero è una città turistica, per uno studente è complicato trovare un alloggio in affitto. Avete dei progetti in tal senso?
«Non abbiamo progetti come Dipartimento ma l’Ersu (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Sassari) sta lavorando a diverse ipotesi per una Casa dello Studente. Al momento sappiamo che si stanno vagliando diverse idee di lavoro, tra cui delle residenze diffuse. Comunque l’offerta di alloggi per gli studenti è sicuramente un tema che bisogna affrontare e risolvere».

La Facoltà si è ben inserita nel delicato tessuto urbano antico della città, rivalutando importanti edifici, ci sono altri progetti?
«Stiamo lavorando con il Comune di Alghero per un’estensione dei nostri locali nell’ex cotonificio della città. Il progetto risulta correttamente finanziabile, ma non ancora finanziato. Si tratta di un progetto di recupero di archeologia industriale particolarmente importante anche come valorizzazione della zona urbana. Un’area periferica che ne trarrebbe notevole vantaggio».

Il mondo di oggi, pressato dalle problematiche ambientali, discute sull’idea dell’architettura come recupero del costruito, piuttosto che edificare ancora. È un tema importante anche per il vostro Dipartimento?
«Importantissimo, il tema del consumo del suolo è centrale dell’urbanistica contemporanea. In Sardegna, per esempio, abbiamo dei centri storici eccezionali, per originalità e vitalità su cui bisogna intervenire con intelligenza e creatività. Lo stesso discorso lo affrontiamo sull’archeologia industriale, l’isola possiede un patrimonio davvero stimolante e esempi interessanti di recupero e cambio di destinazione d’uso».

C’è il tema più generale della sostenibilità ambientale, come lo affrontate?
«Ci sono alcuni colleghi che stanno lavorando sul tema centrale e particolarmente attuale del riciclo dei materiali. Per questo lavoro hanno ricevuto dei finanziamenti importanti. Nel prossimo futuro abbiamo intenzione anche di affrontare i temi legati all’energia e alle forme più sostenibili dell’edificazione e abitabilità».

Questi primi vent’anni permettono già di fare un bilancio sull’offerta formativa del vostro Dipartimento?
«Come ho detto sono orgoglioso di dirigere questo Dipartimento, giovane ma con una ottima fama. Il dato più concreto di questo successo è confermato dal numero di iscritti. Il corso di studio di design è partito con 35 posti, subito coperti. L’offerta della triennale (Scienze dell’architettura e del progetto) offre 70 posti, anche questi subito esauriti. La triennale di Urbanistica è invece a libero accesso e anch’essa riceve sempre qualche decina di domande. Inoltre completano l’offerta formativa le due lauree magistrali in Pianificazione e Architettura. Insomma il Dipartimento di Alghero è l’unico in Italia che esaurisce sempre i posti che offriamo ai nuovi studenti e futuri architetti e designer».

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