Politica internazionale

Taiwan: la Francia ammicca alla Cina

di Plinio Innocenzi
Taiwan: la Francia ammicca alla Cina

15 aprile 2023
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La visita in Cina del Presidente della Francia Emmanuel Macron non è stata una tappa qualsiasi per la politica estera francese ed europea. Le parole di Macron e le modalità della sua visita hanno rappresentato un momento di frattura, la formazione di una linea di faglia all’interno dell’alleanza occidentale. La commissaria europea Ursula Von der Leyen era anche lei nel gruppo di Macron e i suoi molto numerosi cari, uomini d’affari, cineasti e musicisti. Una simpatica compagnia in cerca di lucrosi affari.  

Centrali nucleari da piazzare, aeroplani da vendere, assieme a carne di maiale e vino molto apprezzati dai gourmet cinesi. Pecunia non olet e certamente Macron deve aver usato un profumo di ottima marca per far sì che il suo prezioso olfatto non sentisse qualche cattivo odore o la coscienza sporca di qualcuno dei presenti. I taiwanesi a poca distanza ringraziano, sacrificati senza pietà alle necessità del fois gras. Peccato che l’isola che non c’è sia governata da un presidente democraticamente eletto a suffragio universale, al contrario dell’ospite di Macron. Tanto basta per voltarsi dall’altra parte e assistere alle esercitazioni a fuoco che circondano la piccola isola, rea di rappresentare la Cina che avrebbe potuto essere, libera, democratica e senza satrapi che la governano.

Macron ha provveduto a rassicurare Xi, non preoccuparti, fai pure con Taiwan, tanto è lontana, non ci interessa e certo non ci faremo trascinare in un conflitto per difendere questa isoletta molesta. I nostri interessi sono ben altri, molto differenti da quelli degli Stati Uniti, che non fanno che infilarsi in ogni conflitto possibile immaginabile. La Francia, che ha la bomba atomica, e un seggio nel consiglio di sicurezza dell’Onu, è un grande paese e fa la sua politica, come ha dovuto prendere atto la Von del Leyen, la quale invece continua a insistere che gli interessi dell’Europa e della Cina non convergono poi così tanto. Certamente gli ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, sono astratti e si possono mettere da parte facilmente di fronte alla prospettiva degli affari con Xi. Non è poi così importante che in Cina non ci siano libere elezioni, libertà di stampa, di religione, di protesta e che il paese sia sotto il controllo paranoico del grande fratello rappresentato dal partito comunista cinese. Gli affari prima di tutto. In ogni caso la colpa è sempre degli americani, l’Europa di Macron deve distanziarsi dagli Stati Uniti, ha altri interessi. Intanto questi grandi affari con la Cina hanno sicuramente arricchito pochi e impoverito tanti. L’Italia esporta in Cina meno che in Polonia, in compenso ha un deficit della bilancia commerciale di 41 miliardi di euro. Agli altri paesi europei non va molto meglio, la stessa Francia nel 2021 aveva un disavanzo di 20 miliardi di euro. La Cina non solo persegue l’autarchia tecnologica ma secondo gli intendimenti di Xi, dovrebbe esportare la sua enorme produzione industriale per non importare che il minimo indispensabile. Il signor Trump, ora caduto in molta disgrazia, aveva posto uno stop a questo gioco, nel quale l’occidente non può che uscire perdente. Gli Stati Uniti hanno certamente molti, anzi moltissimi difetti, ma sanno fare una cosa che quasi nessun altro ormai può o vuole fare, tracciare una linea. Da questa parte ci sono i valori fondanti dell’occidente, della società aperta, della democrazia, dall’altra chi in questi valori non ci si riconosce. Macron ha certamente a cuore l’interesse dei suoi concittadini, tanto da volerli tenere attivi il più a lungo possibile, sia mai che si rammolliscano andando in pensione troppo presto. Quindi possono lavorare più a lungo per consumare di più e produrre le merci che ha promesso a Xi. Però a Macron una certa astuzia va riconosciuta, si è guardato bene dal firmare alcun accordo come quello tra Italia e Cina sulla via della Seta, grazie al quale abbiamo esportato qualche cassa di arance, in compenso ora tutta la Cina sa chi è il vero leader dell’Europa.
 

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