Alla scoperta di Su Filindeu con il circolo “Grazia Deledda” di Ciampino
Leggende e ingredienti per preparare la pasta tipica di Nuoro. Lucilla Cenciarelli “porta” un pezzo di Sardegna alle porte di Roma
Ciampino In tanti, l’altro pomeriggio, sono accorsi al Centro inclusivo polivalente di Ciampino (via Ludovico Ariosto 2/A) per l’evento dedicato Su Filindeu, tipica pasta della Sardegna dalle origini antichissime. L’appuntamento era organizzato dall’associazione culturale Grazia Deledda. All’incontro, presentato dal presidente del circolo Pierluigi Frigau, moderato da Barbara Regina, responsabile eventi dell’Antico Caffè di Ariccia e sarda di origine, e nel quale è intervenuta per un saluto Lidia Puccio, fondatrice del Convivio 500 di Slow Food Ciampino e Morena, è stata protagonista Lucilla Cenciarelli, esperta pastaia che ha “scoperto”, dopo oltre 20 anni di lavoro in un laboratorio di stampa e grafica digitale, la passione per la pasta fatta in casa, prima emiliana e poi sarda.
Lucilla Cenciarelli ha mostrato come si prepara Su Filindeu, letteralmente “I fili di Dio”, una pasta fresca tirata a mano, tipica di Nuoro, fatta di semola di grano duro, acqua e sale, che onora San Francesco di Lula, il Santo patrono dei pastori.
La ricetta de Su Filindeu è tramandata di generazione in generazione da alcune donne del territorio, ma pochissimi ristoranti della Sardegna la propongono. Lei ne ha appreso i segreti da un amico di Nuoro, Luca Floris. Per preparare Su Filindeu, ha spiegato Lucilla Cenciarelli, si deve formare un “salsicciotto”, da ripiegare su se stesso e tirare 8 volte fino a ottenere 256 fili: una preparazione, dunque, che segue una logica di tipo matematico. I fili ottenuti vengono poggiati su un fondo di asfodelo, fino a formare 3 strati e a creare un “tessuto”. Per gustare Su Filindeu, la pasta va cotta in brodo, preferibilmente di pecora, e servita, a cottura ultimata, con del pecorino fresco, che col calore diventa “filante”. L’incontro è stato reso ancora più coinvolgente, nel finale, da parte di Lucilla Cenciarelli, che ha chiamato a sé alcuni volontari per provare insieme a preparare Su Filindeu. La pastaia ha anche raccontato una simpatica leggenda, secondo la quale una sposa, che non volle assaggiare Su Filindeu, al suo ritorno a Nuoro cadde da cavallo e precipitò nel dirupo rimasto famoso come “Il fosso della sposa”. Ha, quindi, invitato gli ospiti dell’evento ad assaggiarlo, «non sia mai – ha detto sorridendo – che il vostro rifiuto possa essere punito… ». Seguirete il suo consiglio?