La Nuova Sardegna

L’intervista

Flavio Briatore: «Imprenditori e amministrazione, un patto per un’estate più lunga»

di Alessandro Pirina
Flavio Briatore: «Imprenditori e amministrazione, un patto per un’estate più lunga»

L’imprenditore a tutto campo sul turismo: «Sardegna unica ma va fatta conoscere»

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Era un venerdì di luglio del 1998, per l’esattezza un venerdì 17, ma è evidente che Flavio Briatore non sia uno che segue la cabala. Quella sera la collina di Pantogia, ai tempi sconosciuta ai più, diventò il regno dei vip. Era la prima festa targata Billionaire. Ai tavoli e in pista c’era mezza tv di allora, da Simona Ventura a Natalia Estrada, ma anche Ornella Muti e Sabrina Ferilli. E poi calciatori, piloti, modelle, veline. Per chi veniva in vacanza a Porto Cervo il Billionaire era una tappa quasi obbligata, almeno per una capatina fuori dall’ingresso per vedere qualche vip dal vivo. Perché in effetti ci è passato chiunque: da Bruce Willis a Tina Turner, da Kevin Spacey a Mike Tyson, da Lenny Kravitz a Denzel Washington.

Venticinque anni dopo quel piccolo regno vip che ha marchiato la Costa Smeralda per gli anni a venire è diventato un impero internazionale che ora è arrivato anche nel Principato vero. Lo scorso 2 agosto, infatti, è stato inaugurato il Billionaire allo Sporting di Monte-Carlo, il palco più prestigioso del Principato di Monaco, dove fino al 22 agosto ogni sera andrà in scena un dinner show con cantanti, ballerini e acrobati di fama internazionale. Alla serata inaugurale ha preso parte anche il principe Alberto II di Monaco.

Briatore, cosa rappresenta per lei e per il Billionaire lo sbarco a Montecarlo?

«Lo Sporting di Montecarlo è sempre stato inavvicinabile dai privati. È stato sempre usato per i grandi eventi monegaschi fin dai tempi di Grace Kelly: dal gran ballo della Croce Rossa alla festa del vincitore del Gran Premio di Formula 1. La Salle des Etoiles ha un enorme tetto che si apre e si vedono le stelle, da qui il nome. È uno dei posti simbolo del Principato. Poter arrivare a Montecarlo è una soddisfazione incredibile. Immagini cosa ha significato per me e per tutto il mio gruppo avere il principe Alberto alla serata inaugurale del Billionaire».

Dopo il Principato quali sono i prossimi traguardi del Billionaire?

«Stiamo vedendo Las Vegas, Miami e Madrid. Tutto dipende dai brand. Ora stiamo spingendo molto con Crazy Pizza: ne abbiamo aperti 23 e ce ne sono ancora una ventina da firmare. E poi il Twiga che apriremo a Milano e a Roma, mentre a Londra lo abbiamo rifatto. Il gruppo si sta espandendo, ho la fortuna di avere ovunque collaboratori fidelizzati».

Tutto però nasce in Sardegna, nel 1998.

«E infatti tutti abbiamo nel cuore la Sardegna. Il Billionaire è nato quasi per gioco, ricordo ancora che tutti ridevano un po’ per il nome: billionaire, sembrava troppo esagerato. La Sardegna rimarrà sempre perché è parte della nostra storia, è una terra straordinaria che amiamo. Noi vogliamo bene a questa regione».

Cosa è cambiato in questi venticinque anni?

«Oggi vengono i figli di chi ha fatto l’inaugurazione venticinque anni fa (ride, ndr). Sono cambiate le generazioni, sono cambiati i costumi, il modo di fare comunicazione. Ma quando sono in Sardegna mi rendo conto che una cosa è sempre la stessa: la gente ha voglia di divertirsi. E noi vogliamo dare un contributo».

Un tempo le feste del Billionaire erano più urlate, più paparazzate...

«Un tempo avevo la fila di paparazzi accreditati, non c’erano i telefonini, i social, Instagram. La scorsa settimana qui c’era Leonardo DiCaprio. Noi non abbiamo fatto foto, ci hanno pensato i vicini di tavolo e poco dopo quello scatto era già sui social».

Come le sembra questa stagione?

«Vedo che tutti gli anni siamo sempre ottimisti, ma a luglio e agosto è normale che la gente venga in vacanza in Sardegna. È arrivato il momento di organizzare eventi per portare la clientela che la Sardegna si merita anche negli altri mesi. Dobbiamo lavorare tutti assieme: Billionaire, Smeralda Holding, amministrazione e ogni anno dobbiamo cercare di guadagnare una settimana».

Nel 2019 fu ricevuto dal governatore Christian Solinas e dall’assessore Gianni Chessa a Villa Devoto insieme a Lucio Presta per un progetto sulla destinazione Sardegna. Che fine ha fatto?

«È crollato con il Covid insieme a tanti altri progetti. L’idea era di arrivare con una nave per fare uno spettacolo, come già era stato fatto a Genova. Purtroppo il Covid ha fatto danni incredibili. Avevamo scelto Cagliari, perché noi siamo affezionati alla Costa, ma la Sardegna è bella tutta, dobbiamo farla conoscere. Non è semplicissimo, perché devi raggiungerla via nave o aereo e purtroppo i trasporti mancano. Ma se ci mettiamo tutti assieme...».

Sardegna troppo cara. Qual è il suo giudizio?

«Sì, i prezzi sono aumentati, è innegabile che siano alti. Purtroppo in seguito all’inflazione i salari non sono cresciuti allo stesso modo. Ma questo non solo in Sardegna. È così ovunque. Però mentre a Forte dei marmi arrivi in auto da Milano, Firenze o Carpi - lo stesso discorso vale per Rimini o Riccione - per venire in Sardegna invece devi prendere la nave o l’aereo. Ed è ovvio che costi di più, i trasporti incidono parecchio. Il problema vero di oggi è che ci sono una classe alta e una più bassa, manca quella intermedia».

In questi ultimi anni è stato spesso lanciato un allarme personale, con albergatori e ristoratori che denunciano la difficoltà a reperire stagionali. Qual è la sua esperienza?

«Basta che venga al Billionaire e può vedere con i suoi occhi. La gente va pagata, e bene. Da noi sono tutti ragazzi motivati. Ci sono anche tanti sardi che lavorano con noi tutto l’anno. Argiolas, il nostro storico manager, d’inverno sta a Doha. E anche tanti altri sono con noi a Riad e a Dubai. Per noi non sono dei dipendenti, ma dei partner».

Dunque, il Billionaire si estende in tutto il mondo ma la Sardegna resta il cuore dell’impero?

«Abbiamo un diamante e dobbiamo sgrezzarlo un po’. Non c’è un posto in Europa come la Sardegna, questa isola è qualcosa di straordinario. Ma dobbiamo farla conoscere di più, dobbiamo allungare un po’ di più la stagione».

Ma è da sempre che si parla di allungamento della stagione, poi però nei fatti tutto resta com’è.

«Ora però, da noi imprenditori alla amministrazione, siamo tutti più consapevoli. Se ci coalizziamo possiamo arrivare davvero a una stagione più lunga. Tutti dobbiamo spingere nella stessa direzione, aprire i locali prima e creare eventi. Ma lo vogliamo capire che giugno è il mese più bello per la Sardegna?».

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