La Nuova Sardegna

Il paziente del San Francesco

La presidente dei medici di Nuoro: «Tempistiche inaccettabili, ingeneroso attaccare il collega»

di Salvatore Santoni
La presidente dei medici di Nuoro: «Tempistiche inaccettabili, ingeneroso attaccare il collega»

Polemica dopo la conferenza stampa della Asl e le dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanità

10 settembre 2023
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Sassari Non accenna a placarsi la tempesta di polemiche nata attorno al caso del paziente oncologico dell’ospedale di Nuoro a cui è stato suggerito di curarsi fuori regione per via della lunga lista d’attesa. In attesa di capire cosa dirà al consiglio regionale l’assessore alla Sanità, Carlo Doria, in aula martedì per la discussione delle norme sanitarie del Collegato alla finanziaria, la storia di Gian Michele Angheleddu ha fatto il giro d’Italia.

Sulla vicenda è intervenuta anche Maria Maddalena Giobbe, che è la presidente del consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Nuoro e per anni – ora è in pensione – ha diretto il reparto di Radiologia dell’ospedale San Francesco. Durante la conferenza stampa dell’Asl, la posizione dell’azienda che stata più o meno questa: sei mesi per trattare il problema del paziente sono tempi accettabili. Di diverso avviso la presidente dell’Ordine, che invece li definisce «inaccettabili». «Tra l’altro è un ragionamento logico – spiega Giobbe –. Se il paziente viene invitato a rivolgersi in altra struttura significa che la sua situazione necessita in una tempistica inferiore rispetto a quella che la struttura che lo accolto poteva garantire».

Ma cosa avrebbe fatto di diverso la presidente dell’Ordine se fosse stata al posto del medico che ha in carico il paziente di Nuoro? «È difficilissimo mettersi nei panni di un collega – riprende Giobbe – e per altro mi sembra anche molto ingeneroso buttare la croce addosso a questo dirigente medico che, suo malgrado, si è trovato al centro di una polemica che ha superato confini dell’isola. È veramente ingenerosa, sono sicurissima che questo medico avrà fatto tutto il possibile e in quella determinata situazione avrà ravvisato questa necessità. È un medico giovane e anche molto preparato e bravo nel suo lavoro».

La vicenda ha riacceso i riflettori sulla carenza di personale nella struttura sanitaria nuorese. «Tutto si riduce a questo – sottolinea ancora Giobbe – e non è certo una mia invenzione mia e di nessun altro. È una realtà incontrovertibile, e lo dico senza colpevolizzare nessuno, ma non bisogna invece dire che il problema non esiste. Basta sentire i pazienti e gli operatori sanitari del San Francesco. Non per niente tempo fa la Sanità nuorese è finita ancora una volta agli onori della cronaca per la rivolta del personale, che ha rappresentato la situazione critica nella quale si trova a operare». «Non si possono negare i dati reali – aggiunge – che ci dicono che purtroppo questa carenza si è aggravata progressivamente negli ultimi anni, altrimenti non avremmo avuto bisogno di richiamare il servizio persone in pensione né di cooptare gli specializzandi, cosa che prima non succedeva».

Ma come ha fatto il San Francesco, che era il più importante di quelli in capo all’ex Ats proprio per via delle specialità presenti, a cadere così in basso? «È un problema causato dalla mancata programmazione di politica sanitaria a livello nazionale. Tutti sapevano che tra il 2020 e il 2025 ci sarebbe stato l’esodo pensionistico, con l’uscita dal mondo del lavoro di oltre 50mila medici. In più c’è stato anche il Covid. La carenza era prevista nei numeri esatti che erano stati calcolati dai sindacati dei medici. Si doveva, all’epoca certo non oggi, provvedere a incrementare il numero di ingressi nelle facoltà di Medicina. È stato fatto da poco, ma ora trascorrere 11 anni prima di vedere i frutti dell’aumento degli ingressi».


 

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