La Nuova Sardegna

Elezioni regionali

Solinas da Pontida: datemi altri 5 anni

di Alessandro Pirina
Solinas da Pontida: datemi altri 5 anni

Il presidente al raduno annuale della Lega: «Per realizzare i programmi servono due legislature». Dal palco temi cari al Carroccio: il ritorno delle province e attacco all’Europa dei poteri forti

18 settembre 2023
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Sassari Christian Solinas punta al bis, e non è un mistero. Finora, però, l’unico endorsement è arrivato dalla Lega. Ed è proprio in casa del Carroccio che il governatore è andato ad avvalorare la sua nomination. L’ha fatto dal palco di Pontida, dove ormai è un habituè, dove da anni fa sventolare i quattro mori insieme alle bandiere crociate. Neanche la presenza della leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen, malvista soprattutto da Fi, lo ha fatto desistere. Anzi, Solinas, acclamato dal popolo leghista, di fatto ha scelto proprio Pontida per chiedere di essere ricandidato. Prima parole al miele per Matteo Salvini, con cui, dopo alcuni momenti di freddezza di metà legislatura, sembra avere rinsaldato l’asse di cinque anni fa. «Con Salvini abbiamo portato al governo il pragmatismo e il buonsenso – ha detto dal palco –. Veniamo da anni complessi. Ma si sta invertendo la tendenza e ci vorrà continuità per governare e fare uscire il Paese dal guado».

Solinas parla di «politica del buon governo, del fare». Ed ecco che arriva il passaggio sulle regionali. «Dobbiamo portare sempre più questo modello in Italia e in Europa. Abbiamo per questo bisogno di continuità: non sono sufficienti pochi anni. È necessario completare almeno in ciclo di 10 anni per mettere in campo le grandi infrastrutture, per invertire la rotta in settori strategici come trasporti e sanità». Dichiara guerra al numero chiuso in Medicina («ha sfornato meno professionisti di quelli che servono») e annuncia con trionfalismo il ritorno delle province («soppresse senza tenere conto che non sono solo un presidente e una giunta»). Non manca un passaggio all’Europa («sì a quella dei popoli, delle regioni, non a quella dei poteri forti»). Per concludere poi, in puro sardoleghismo, con un «buona Pontida a tutti. E Fortza Paris».


 

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