La Nuova Sardegna

Sanità

L’odissea quotidiana dei cittadini più deboli privati dell’assistenza

L’odissea quotidiana dei cittadini più deboli privati dell’assistenza

Cosa deve affrontare un anziano rimasto senza medico 

13 ottobre 2023
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Sassari Cento qui, 400 in quell’altro paese, 80 in quel centro dell’altra provincia. Ma quanti sono i sardi che non hanno al momento l’assistenza di un medico di medicina generale? E, soprattutto, che cosa comporta per loro, in particolare per i più anziani, i più deboli, non avere un medico? Che problemi quotidiani devono affrontare?

Le stime L’Ares ha messo nero su bianco i numeri delle sedi vacanti: 473. Cercansi medici disperatamente, ma non è una novità e non riguarda soltanto la medicina di base. Mancano medici anche negli ospedali, nei pronto soccorso, negli ambulatori territoriali. Ma il sistema sanitario nazionale si basa (o si basava) su una capillare presenza di professionisti in grado di eseguire una prima diagnosi, prescrivere delle medicine e delle analisi, indirizzare a uno specialista. Era questo il primo mattone di un edificio solido, con qualche difetto, ma di certo migliore di tanti altri modelli di assistenza sanitaria nel mondo. Ora quella realtà per molti sardi non esiste più. Qualche stima parla di 400mila cittadini di quest’isola che non possono contare su un’assistenza primaria. Forse la stima è eccessiva. Sarebbe quasi un terzo dei sardi. Ma nel fare delle stime non bisogna dimenticare che è soprattutto la periferia a soffrire l’assenza di medici. I centri urbani se la cavano, magari con un massimale di pazienti più alto per ciascun medico. È chi vive nei piccoli centri a dover sopportare i maggiori disagi.

Cosa fare Per chi si trova nel territorio di una delle “sedi scoperte”, dove cioè il medico di base è andato in pensione o ha comunque lasciato, magari per andare da un’altra parte o svolgere un incarico diverso, questa assenza può trasformarsi in un vero e proprio incubo. Lo hanno raccontato anche le nostre cronache in tanti mesi e da tanti paesi della Sardegna. «Devo fare delle analisi, ma nessuno me le prescrive»; «Ho bisogno urgente delle mie medicine, ma la guardia medica non può fare la ricetta»; «Sto male, sono andato al pronto soccorso, mi hanno fatto una flebo, e rimandato a casa: ma continuo a stare male e non so cosa fare». Queste alcune delle proteste, o meglio dei lamenti, che tante persone hanno cercato di far sentire per esprimere il proprio disagio e chiedere quell’assistenza che dovrebbe essere garantita per legge. Spesso, invece, quell’assistenza non c’è.

Pronto soccorso Immaginate un anziano che vive, da solo, in un piccolo paese dell’interno. Un anziano che non può guidare l’auto e ha difficoltà anche a camminare. Ha urgente bisogno di medicine. Sono in tanti in questa condizione: cosa devono fare? Al di là dei freddi numeri snocciolati dal politico di turno, queste sono domande che richiederebbero una risposta non urgente, ma immediata. Tante persone in queste condizioni finiscono per cercare l’unica soluzione possibile: ricorrere al pronto soccorso. Ma questa è un’altra storia, la storia di un’altra emergenza. (r.pe.)

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