La Nuova Sardegna

Una città e le sue storie
Una città e le sue storie – Sassari

Lo snodo della Sir

Lo snodo della Sir

«L’industria portò ricchezza in un momento di grande crisi»

20 novembre 2023
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Sassari Il Petrolchimico era un’industria all’avanguardia, che prendeva il posto di quella mineraria, vecchia e ormai morta, che aveva reso l’Isola la regione più industrializzata del meridione nell’800». Così Antonello Mattone commenta uno dei principali snodi della storia cittadina, e per alcuni l’inizio della sua rovina. «È riduttivo – spiega –. Quella della Sir era un tipo di industrializzazione alla moda, diciamo, perché industria chimica era uno dei settori trainati dell’economia italiana. E arriva in un momento di grande emigrazione nell’Isola. Perché l’agricoltura sarda era caratterizzata da parcellizzazione fondiaria. Quindi chiaramente da una realtà improduttiva. Anche la riforma agraria aveva fatto dei poderi con un’assegnazione di una contingente modesto di ettari. Mentre invece chiaramente l’agricoltura in quegli anni era fatta di grandi estensioni e meccanizzazione. Ecco, poi dalla fine degli anni ’50 si assiste al declino dell’agricoltura e quindi la trasformazione di zone cereali tradizionali come l’Anglona o la Marmilla in zone pastorali. E quindi del declino di tutta l’industria connessa».

« È evidente che lo sviluppo della grande industria – continua Mattone – spopola le campagne e la manodopera agricola e poi anche quella della piccola e media industria cittadina si trasforma in manodopera operaia, però questi settori erano già in crisi. Soprattutto per l’unificazione del mercato nazionale. Perché a un certo punto conviene comperare pasta Barilla anziché pasta Pesce, l’olio Bertolli anziché l’olio locale. Però in quel contesto la Sir porta lavoro, buste paga, ricchezza. É indubbio che quel progetto, quella scommessa, è fallita. Ma è anche ingeneroso giudicarla ora, con il senno di poi».

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