La Nuova Sardegna

Le reazioni

Ragazzo accoltellato davanti a scuola, lo sconcerto dei compagni: «Ora tra noi c’è chi ha paura»

di Andrea Massidda
Ragazzo accoltellato davanti a scuola, lo sconcerto dei compagni: «Ora tra noi c’è chi ha paura»

Capoterra, preside sotto choc. Il sindaco: «Siamo tutti responsabili»

05 dicembre 2023
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Capoterra Chissà, nei suoi interventi giornalistici sempre sottili e penetranti, con quale piglio avrebbe commentato i fatti di ieri mattina lo scrittore Sergio Atzeni, che a Capoterra ci era nato e a cui è infatti intitolato l’istituto d’istruzione superiore finito adesso nelle pagine di cronaca nera. Di sicuro, lui che per primo nella letteratura sarda aveva raccontato la peculiare realtà delle periferie urbane, sarebbe stato più loquace e analitico di alcuni docenti di quella stessa scuola, che invece si sono limitati a evidenziare come la lite tra i due ragazzi culminata in un accoltellamento sia avvenuta alla fermata dell’autobus e non all’interno o nelle pertinenze dell’edificio scolastico. E quindi sottolineando implicitamente la loro estraneità sul dovere di vigilanza.

I compagni di scuola Certo, parlare a caldo di quello che potrebbe configurarsi come un tentato omicidio, non è facile. E se non lo è per i professori, figurarsi quanto lo può essere per i compagni di scuola dei protagonisti della vicenda, i quali tuttavia non rinunciano a dire la loro. Ad esempio Francesca (il suo nome è di fantasia, così come quello di tutti gli altri minorenni citati in questo articolo), che parla con gli occhi gonfi di lacrime. Lei, il giovane rimasto ferito da una lama conficcata tra il petto e la gola, lo conosce molto bene, anche perché per un anno hanno condiviso la stessa aula.

«Ancora non riesco a crederci – dice –, Capoterra non è certo il luogo più tranquillo del mondo, ma una cosa del genere ci ha davvero preso tutti alla sprovvista. Per di più – continua – stiamo parlando di un nostro coetaneo che sì, in passato potrà pure aver avuto qualche problemino con gli studi, tanto che era ripetente, ma è assolutamente una brava persona, sempre sorridente, sempre disponibile con gli altri». Francesca precisa di non essere una testimone oculare.

«La mia classe è uscita un’ora prima – spiega –, ma la terribile notizia ci è arrivata praticamente in tempo reale attraverso i messaggini sul telefono». Le fa praticamente eco l’amica Carola, anch’essa quindicenne: «Mi hanno chiamata subito per dirmi che all’uscita di scuola era successo un casino e che c’erano i carabinieri, ma chi poteva immaginarsi un fattaccio così grave? A questo punto – continua – credo sia opportuno che si organizzi subito un’assemblea in aula magna per discutere di quanto è accaduto, perché noi vogliamo andare a scuola tranquilli. E posso assicurare che adesso tra i nostri compagni c’è chi ha molta paura».

Ipotesi bullismo Nelle parole di Francesca e Carola c’è spazio anche per commentare una voce – tutta da verificare – che in queste ore di sconcerto circola nella cittadina di 25mila abitanti alle porte di Cagliari. E cioè che l’accoltellamento sia stato un gesto di reazione sproporzionato e maldestro a presunti episodi di bullismo. «È una diceria che abbiamo sentito anche noi – concludono – ma se qualcosa del genere c’è stata davvero si trattava di un gioco: il nostro amico finito in ospedale non è certo un bullo».

Il preside Chi è ancora sotto choc è il dirigente scolastico Maurizio Pibiri, che sino a tarda sera è restato a disposizione dei carabinieri. «Sono molto provato – dice – ma mi conforta sapere che lo studente stia meglio. Nel nostro istituto – aggiunge – siamo tutti sconvolti da quanto è accaduto e non potrebbe essere altrimenti. Ma siamo anche molto vicini alla famiglia del ragazzo, cui facciamo i nostri auguri».

Il sindaco Frasi di conforto simili a quelle scritte sui social dal sindaco Beniamino Garau: «Sono attonito: come genitore mi immedesimo nelle due famiglie e non mi do pace, e come sindaco credo che tutti siamo responsabili di questi gesti estremi con la colpa di non aver fatto nulla prima. Prego affinché il ragazzo ferito si salvi e affinché chi ha commesso un tale gesto trovi serenità».

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