La Nuova Sardegna

Una città e le sue storie – Alghero

«Io e Burruni, campioni con Alghero nel cuore»

di Roberto Muretto
«Io e Burruni, campioni con Alghero nel cuore»

Antonello Cuccureddu Il calciatore della Juve si racconta «Eros Ramazzotti estasiato, mi disse: se potessi vivrei qui»

05 gennaio 2024
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Con Salvatore Burruni (campione del mondo di pugilato, scomparso qualche anno fa) ha portato in giro per il mondo il nome di Alghero. Antonello Cuccureddu, ex calciatore della Juventus ed ex allenatore con un curriculum da fare invidia, è figlio della cittadina catalana. Un cordone ombelicale mai spezzato nonostante abbia vissuto per tantissimi anni lontano dalla Sardegna. Le origini non si dimenticano, hanno un posto speciale nel cuore. E la Riviera del Corallo per Antonello è casa, il luogo dove è tornato per godersi la pensione e gestire una struttura sportiva che necessita di alcuni interventi per essere operativa e diventare Academy Juve.

«È la storia a dire che io e Burruni abbiamo dato lustro alla nostra città con i risultati sportivi ottenuti – spiega Cuccureddu –. Se la città è conosciuta un po’ ovunque una piccola parte del merito è anche nostra. Qui ci sono le potenzialità per fare cose importanti e mi limito allo sport. Servirebbe confrontarsi continuamente e ascoltare di più». La scelta Torino è stata la città che lo ha adottato. Nella quale ha trascorso buona parte della sua vita. Dove si è sposato, ha messo su famiglia. «Ma non c’è stata estate che non abbia fatto le vacanze ad Alghero», dice con orgoglio il campione che ha scritto pagine importanti di calcio con la Juventus e indossato la maglia azzurra, partecipando alla spedizione del Mondiale in Argentina. Poi la decisione importante e definitiva: «Il richiamo dei luoghi dove sono nato è stato forte. Ne ho parlato con mia moglie e siccome nostra figlia già si era trasferita ad Alghero per lavoro, anche lei si è convinta che era giusto che io trascorressi la mia vecchiaia ad Alghero. Mi ha fatto felice».

Nostalgia Quando si sta lontano dalle proprie radici, ci sono momenti nei quali provi malinconia, vorresti tornare, rivedere amici e parenti. Sentirli al telefono non ti basta più. «Amo Alghero – dice Antonello Cuccureddu –, qui si vive bene. Quando giocavo e facevo l’allenatore, spesso ho sentito la mancanza del mare, dell’aria che si respira, le passeggiate sulla sabbia. Ho ereditato da mio padre questo legame con la città. Lui mi ha trasmesso questi valori». Idee e turismo Da un po’ di anni si lavora per fare in modo che Alghero sia una meta appetibile tutto l’anno e non soltanto nei mesi estivi. Si stanno organizzando grandi eventi, si vuole sfruttare il fattore turistico a 360 gradi. «Sono contento che finalmente si stia mettendo in moto un meccanismo per portare gente nella nostra città. È una cartolina, offre tanto e va valorizzata. Qui si può fare turismo tutto l’anno. Mi piacerebbe vedere gli alberghi sempre aperti, collegamenti aerei efficienti. Invece da ottobre in poi molte strutture ricettive chiudono. Alghero è una cittadina allegra, non può essere un dormitorio nel periodo invernale». La città e lo sport Alghero in questi anni ha ospitato eventi internazionali. Dal Rally, al beach soccer, al tennis alla pallanuoto.

«Ma si potrebbe fare molto di più se avessimo strutture adeguate – sottolinea Cuccureddu -. Sullo sport bisogna investire e mi permetto di suggerirlo a chi amministra. Il ritorno di immagine ed economico sarebbe assicurato. Qui la gente viene molto volentieri. Non è un caso se molte seconde case sono state comprate da continentali e da stranieri. La difficoltà principale sono i trasporti e questo rappresenta un problema da risolvere che non permette di fare il salto di qualità. Alghero può diventare come le Maldive, le potenzialità ci sono tutte. Il viaggio per venire in Sardegna non può e non deve costare molto di più che andare in Spagna o in Grecia. Questo è un altro limite alla crescita ed Alghero è una città che paga le conseguenze».

Personaggi Antonello Cuccureddu nel mondo del calcio è un’icona. Ha un largo giro di conoscenze, amicizie che vanno oltre il pallone. Persone che lo invidiano perché vive a due passi dal mare. «Eros Ramazzotti è rimasto estasiato da Alghero. Lo conosco bene, una volta mi ha detto che lui se potesse vivrebbe qui. Si è innamorato della città. Non solo delle spiagge e del mare ma del centro storico. Alessandro Del Piero ha addirittura comprato una casa e quando viene ci vediamo. Quando allenavo la Primavera della Juventus con lui abbiamo vinto il torneo di Viareggio. Ogni tanto viene a trovarmi Sergio Brio (difensore dei bianconeri per tanti anni) e anche lui ama questi posti. Faccio solo qualche nome per dire che il brand Alghero andrebbe valorizzato sfruttato meglio. Il segreto si chiama organizzazione, idee, voglia di fare». Alghero città dei grandi eventi: uno slogan che non deve restare tale. Deve diventare come una parola d’ordine. Un progetto realizzabile con continuità.

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