La Nuova Sardegna

Le cifre

Caro affitti, in Sardegna trovare casa è una impresa: sono poche e costosissime

di Claudio Zoccheddu
Caro affitti, in Sardegna trovare casa è una impresa: sono poche e costosissime

Proprietari sempre più esigenti, cala il numero dei contratti a lungo termine

12 gennaio 2024
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Sassari Sono poche, costano tanto e spesso sono disponibili solo per tre stagioni su quattro. Se poi si aggiunge che l’inflazione ha fiaccato i risparmi, che la Pandemia ha ridotto i posti di lavoro e che i contributi comunali spesso arrivano a singhiozzo, si mettono in fila tutte le difficoltà da superare se si ha necessità di affittare una casa. Ovviamente, qualcosa si trova sempre. Spesso, però, si devono accettare i compromessi necessari per vivere in una casa in cui i comfort sono un accessorio: possono esserci oppure no. E sempre più spesso capita che non ci siano. A dare una mano ci sono i canoni concordati, ma i proprietari sono più attratti dai turisti oppure, quando se lo possono permettere, scelgono addirittura di tenere la casa chiusa. Meno soldi ma anche meno scocciature.

Gli affitti Il mercato degli affitti a lungo termine per le unità abitative è in grave crisi: gli immobili disponibili sono pochi, quelli di valore hanno prezzi esorbitanti mentre quelli sul mercato a volte sembrano usciti da un quadro di Van Gogh. Per rendersi conto della situazione, basta afferrare uno smartphone e scrollare i tanti siti che propongono immobili in affitto per lunghi periodi, quelli in cui vivere, per essere chiari. La prima cosa che salta all’occhio è il prezzo, generalmente alto, se non altissimo, poi arrivano le immagini, che spesso spengono ogni fantasia abitativa. Ma trovare un posto dove vivere è una necessità, e allora si va avanti fino a scoprire che la bella casetta è disponibile da novembre ad aprile, perché nei mesi caldi arrivano i turisti che pagano bei soldoni, o che il il proprietario non vuole inquilini con figli o con animali al seguito. L’orizzonte, alla fine, si riduce fino a diventare una fessura da cui scrutare con apprensione in cerca di un’occasione che forse non arriverà mai. Chi se lo può permettere, inizia a pensare all’acquisto, anche se il periodo non è dei migliori, chi invece non può fare ragionamenti di questo tipo, continua la ricerca incrociando le dita e sperando nel miracolo.

Le organizzazioni La crisi del mercato degli affitti è certificata dalle organizzazioni di categoria, nonostante gli importanti accordi territoriali firmati con i Comuni per calmierare i canoni e favorire le locazioni: «Lungo tutta la costa della Sardegna, ma anche nell’entroterra, è cresciuto l'interesse turistico – spiega Marco Cuccu, segretario regionale del Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari (Sunia) –. Con la crisi del lavoro, le retribuzioni basse e l’inflazione, molte persone non sono più in grado di pagare gli affitti, come dimostra l’aumento delle morosità. Quindi molti proprietari preferiscono optare per le locazioni turistiche di due o tre mesi, poi tengono la casa libera. Senza contare il resto del settore extraalberghiero, ma il numero crescente di strutture come i b&b contribuisce ad abbassare quello degli immobili sul mercato. Chiaramente, i proprietari sono liberi di locarli a uso turistico ed è sbagliato pensare che la nuova normativa, che prevede una cedolare alta anche sugli affitti turisti possa orientare diversamente il mercato. Chi affitta le case ha clienti fidelizzati che non passano per le piattaforme come Airbnb. Questo sistema contribuirà a fare lievitare gli affitti in nero».

Eppure, gli strumenti per dare garanzie a proprietari e inquilini ci sono: «Per i contratti a canone concordato 3+2, la normativa sulla cedolare secca favorisce gli inquilini, che pagano meno, e i proprietari, che hanno importanti sconti fiscali – continua Cuccu –. Con una cedolare secca al 10 per cento, ad esempio, il proprietario paga il 10% degli introiti della locazione. Con il canone libero, le tasse pesano il doppio. Peccato che questi accordi siano pochi, e sarebbero da estendere a tuta l’area metropolitana di Cagliari e a tutto il Sassarese. Ad oggi, invece, sono attivi solo a Sassari, Cagliari, Quartu e Monserrato», conclude Cuccu.

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