La Nuova Sardegna

Sicurezza stradale

Ecco la mappa degli autovelox in Sardegna, la Polstrada: «Nessuno li tocchi, aiutano a salvare le vite»

di Claudio Zoccheddu
Ecco la mappa degli autovelox in Sardegna, la Polstrada: «Nessuno li tocchi, aiutano a salvare le vite»

Il comandante: «Sono utilissimi strumenti di prevenzione». Nell’isola quelli fissi sono appena undici ma presto il numero aumenterà

27 gennaio 2024
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Sassari Nell’immaginario collettivo occupano il posto riservato alle seccature, invadenti ed esose. Molti, poi, li temono come se fossero nemici personali. Al punto da trasformare nella macchietta di un supereroe il tizio che, nel nord est della Penisola, va in giro armato di sega elettrica per raderne al suolo il più possibile. In realtà, gli autovelox, anche nelle declinazioni più moderne come la “trucam”, sono dispositivi di prevenzione degli incidenti. Nell’isola, poi, quelli “fissi” sono pochissimi: sei sono nel Cagliaritano (Monastir sulla 131, Selargius sulla 554, Elmas e Decimomannu sulla 130, Cagliari sull’Asse Mediano e Dolianova sulla 387), uno a Iglesias (tra la città e la frazione di Bindua), e 4 nell’area urbana di Nuoro (via Segni, viale della Repubblica, viale Funtana Buddia e viale Sardegna). All’elenco, presto, si aggiungeranno anche gli autovelox fissi di Sassari, probabilmente tre, in viale Porto Torres, via Predda Niedda e sulla provinciale 15 tra il capoluogo e Ittiri. Poi ci sono quelli mobili che, come ricorda il comandante della polizia stradale della Sardegna, Giovanni Marziano, vengono indicati con largo anticipo: «La presenza dei dispositivi mobili viene segnalata ogni settimana e la cartina aggiornata viene diffusa dai media e, in ogni caso, è limitata ai contesti extraurbani, alle strade statali e a quelle a scorrimento veloce».

Autovelox e telelaser vengono segnalati per supportare gli automobilisti: «Il nostro obiettivo è la prevenzione. La polizia stradale è l’ente preposto alla sicurezza degli automobilisti. Noi dobbiamo invogliare gli automobilisti a comportarsi correttamente per salvare se stessi e gli alti, facendo in modo che tutti possano circolare in sicurezza. Non è più ammissibile che si muoia sulla strada, dobbiamo essere virtuosi». I sardi, però, sembrano abbastanza rispettosi: «È così – conferma Marziano – chiaramente non non si può dare un’etichetta generica ma i sardi hanno grande rispetto per le regole». Poi, a volte capita che in strada possano accadere episodi spiacevoli: «Come fermare autoveicoli che viaggiano a 180, 200 chilometri all’ora che, per noi, significa fermare una persona potenzialmente pericolosa, per se stessa e per gli altri. Questa è prevenzione», aggiunge il capo della polstrada.

Gli autovelox, oltre che segnalati pubblicamente settimana dopo settimana, non possono essere posizionati a caso: «Per prima cosa ci devono essere i cartelli che segnalano il controllo della velocità – aggiunge il comandante della Polstrada – che si aggiungono alle comunicazioni delle postazioni definendo, di fatto, anche la zona in cui verrà effettuato il controllo. La contestazione sul momento, invece, dipende dalle condizioni in cui si opera: se non ci sono rischi, il conducete viene fermato subito ma in caso di pericoli, magari il troppo traffico, la contestazione può essere fatta anche dopo».

Alle infrazioni legate al superamento dei limiti di velocità, Marziano ne aggiunge almeno altre due che compongono un cocktail potenzialmente letale: «La distrazione e, soprattutto, l’uso del cellulare. Tra l’altro l’eccesso di velocità e l’uso scorretto dei telefonini sono due infrazioni su cui abbiamo registrato un aumento tra il 2022 e il 2023».

Ma nel pedigree dei piloti mancati che sciolgono i cavalli delle loro auto sulle strade dell’isola ci sono anche altre infrazioni che possono costare la vita: «L’uso della cintura di sicurezze nei sedili posteriori, che è obbligatorio ma che spesso non viene rispettato, in caso di incidente, può determinare la differenza tra la vita e la morte. Poi – aggiunge il comandante – lo stato di alterazione psicofisica del conducente è un altro aspetto determinante –. Ne parliamo spesso con i ragazzi che incontriamo durante le nostre campagna di sensibilizzazione, che iniziano dalle scuole elementari».

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