La Nuova Sardegna

L’emergenza

Bacini mai così vuoti in Sardegna, pronti a razionare l’acqua

di Salvatore Santoni
Bacini mai così vuoti in Sardegna, pronti a razionare l’acqua

La delibera del comitato istituzionale dell’autorità di bacino: vincolati milioni di metri cubi per arginare l’emergenza

29 gennaio 2024
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Sassari Negli ultimi 25 anni i bacini dell’isola non sono mai stati così vuoti come oggi. È questa una delle premesse della delibera, varata ieri a Cagliari, dal Comitato istituzionale dell’autorità di bacino. Il livello di emergenza in molte zone dell’isola, e l’imminente inizio di una serie di cantieri finanziati dal Pnrr, hanno costretto il comitato a fare i conti col pallottoliere dell’acqua per evitare che l’emergenza si tramuti in rubinetti a secco nelle campagne e nelle case. La zona più in sofferenza è il nord ovest della Sardegna, ma anche a sud ci sono situazioni che rischiano di esplodere se nel mese di febbraio non arriverà, e anche copiosa, la pioggia.

Coghinas Gli acquedotti Coghinas I e II, che attingono l’acqua dall’omonimo invaso, saranno ristrutturati. Si tratta delle condotte che portano l’acqua grezza ai potabilizzatori di Pedra Majore, di Castelsardo, di Truncu Reale e di Alghero. Dal comitato istituzionale assicurano che le eventuali interruzioni di alimentazione saranno coperte con l’acqua che arriva dagli invasi del sistema Temo-Cuga, che però non se la passano molto bene: è a quota 30%. Si tratta della stessa acqua utilizzata dal Corsorzio di bonifica della Nurra: nel caso saranno le loro condotte a pompare verso i potabilizzatori per evitare che manchi l’acqua nelle case del nord ovest dell’isola.

Alto Coghinas L’invaso di Sos Canales è praticamente a secco: a fine 2023 c’erano soltanto 800mila metri cubi di acqua. Considerando che quest’acqua è utilizzata esclusivamente per essere potabilizzata e mandata nelle case, il comitato ha ritenuto di vincolare mezzo milione di metri cubi nell’invaso gemello, quello di Monte Lerno, a Pattada. Se non pioverà, Monte Lerno dovrà azionare il sollevamento verso Sos Canales. Ma Monte Lerno è anche l’unico invaso che serve la piana di Chilivani per gli usi irrigui, e nel Consorzio di bonifica del Nord Sardegna hanno già le mani tra i capelli in vista della primavera. Oggi, infatti, l’invaso conta 5 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (è passato da 19 a 14 milioni). E senza le piogge, fa sapere il presidente del consorzio Toni Stangoni, i danni economici per la produzione agricola saranno incalcolabili.

Temo-Cuga Il sistema del Temo-Cuga pompa acqua per alimentare sia il sistema di potabilizzazione dell’Alto Temo (6,7 milioni di metri cubi l’anno) sia quello delle utenze irrigue nelle campagne servite dal Consorzio di bonifica della Nurra (27 milioni di metri cubi di media annua). Di norma il Temo-Cuga manda anche 10 milioni di metri cubi l’anno al potabilizzatore di Alghero a Monte Agnese. E siccome ora ce ne sono soltanto 38 milioni, il comitato da deciso che per quest’anno sia Alghero sia il potabilizzatore di Truncu Reale utilizzeranno la derivazione del Coghinas. Potranno invece pescare dal Temo-Cuga in caso di problemi o interventi sulle linee del Coghinas, e per queste evenienze vengono riservati 3 milioni di metri cubi con quota del Cuga superiore a 90 metri sul livello del mare.

Sulcis Al sistema idrico Sulcis appartengono gli invasi di Monte Pranu e di Bau Pressiu. In particolare, attualmente il lago di Bau Pressiu risulta vuoto perché l’Enas sta effettuando dei lavori sulle paratoie a monte. Per questo motivo il potabilizzatore Bau Pressiu, che di solito è servito dall’invaso omonimo, sta ricevendo il suo fabbisogno di 8 milioni di metri cubi dal lago del Cixerri a Genna Is Abis attraverso la condotta premente Cixerri-Sulcis. Il comitato ha quindi stabilito che, per garantire l’approvvigionamento del potabilizzatore per tutto il 2024, nell’invaso del Cixerri sia vincolato un volume idrico pari a circa 6 milioni di metri cubi. Gli altri 2 milioni di metri cubi necessari saranno erogati tra maggio e ottobre dal canale Sud-Ovest con l’acqua del sistema Flumendosa miscelata con quella proveniente dal lago di Genna Is Abis sul Rio Cixerri. Per quanto riguarda le campagne, il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale avrà a disposizione, per tutto il 2024, 2 milioni e mezzo di metri cubi che potrà attingere dall’invaso del Cixerri. Contestualmente, il consorzio è tenuto a rendere operativa la centrale di sollevamento di Uta Nord entro il mese di marzo 2024.

Alto Cixerri Il sistema dell’Alto Cixerri è composto dagli invasi di Punta Gennarta e di Medau Zirimilis. Sulla diga di quest’ultimo sono in corso dei lavori di manutenzione finanziati dal Pnrr che, l’anno scorso, hanno reso necessario lo svuotamento del lago. Le utenze dovrebbero essere garantite con l’interconnessione Flumendosa-Cixerri. Per quanto riguarda, invece, il lago di Punta Gennarta il comitato ha deciso di vincolare mezzo milione di metri cubi per la potabilizzazione della città di Iglesias.

Flumendosa Anche in questa zona c’è in ballo un intervento finanziato dal Pnrr. Il comitato assicura che durante tutta la durata dei lavori gli impianti di potabilizzazione dell’area urbana di Cagliari e quello di Donori saranno regolarmente alimentati con l’acqua proveniente dal Mulargia con l’eccezione dell’impianto di Sanluri, che sarà aiutato dal sistema Tirso o, se disponibile, dall’invaso di Sa Forada. L’impianto di Sarroch verrà alimentato dall’invaso sul Rio Cixerri a Genna is Abis e, se disponibile, con integrazione dei deflussi del Rio Santa Lucia. Per quanto riguarda l’agricoltura, il comitato ha deciso di vincolare 32 milioni di metri cubi nell’invaso del Tirso a Cantoniera. Altri 2,7 milioni di metri cubi sono riservati nell’invaso sul Rio Leni per l’approvvigionamento del potabilizzatore di Villacidro.

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