La Nuova Sardegna

Le testimonianze

Assalto ai portavalori, Paolo: «La mia auto in fiamme, documenti, pc e telefono, in un attimo ho perso tutto»

di Nadia Cossu

	I carabinieri aiutano i vigilantes ad uscire dai furgoni
I carabinieri aiutano i vigilantes ad uscire dai furgoni

Il primo automobilista bloccato coi kalashnikov

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Siligo I eri mattina alle 7.50 ha perso tutto: auto, documenti, carte di credito, telefonino, pc. Quando i banditi gli hanno puntato i kalashnikov dopo aver esploso alcuni colpi in aria per costringerlo a scendere dalla macchina, lui ha iniziato a correre disperatamente sulla 131 finché le gambe hanno retto. Quando si è fermato e si è voltato ha visto il suo fuoristrada avvolto dalle fiamme. Lo avevano incendiato per guadagnare tempo e vie di fuga. Paolo, 58enne sassarese, è il primo automobilista in assoluto a esser stato bloccato ieri dai rapinatori a circa un chilometro e mezzo di distanza dal punto in cui è avvenuto l’assalto armato. «Ero diretto a Cagliari per lavoro – racconta – poco prima dello svincolo per Olbia mi hanno sorpassato tre furgoni portavalori. A un certo punto ho notato una macchina uscire da una piazzola di sosta e procedere a zig zag. Poi si è fermata e due persone sono scese coi fucili, inizialmente ho pensato fossero carabinieri, Cacciatori di Sardegna con divisa mimetica e passamontagna. Hanno cominciato a esplodere colpi in aria, a buttare dei chiodi sull’asfalto e hanno piazzato una catena. Uno è venuto verso di me e mi ha fatto cenno con il fucile di spostarmi, di accostare sulla destra, non capivo chi fosse, cosa volesse esattamente, avevo la radio ancora accesa. Allora ha esploso un altro colpo e ha dato un calcio sul muso della mia macchina urlandomi di scendere. In quel preciso istante ho pensato volesse rubarmi l’auto».

Momenti concitati con l’adrenalina in circolo e la paura che prende piede: «Lascia tutto! Scendi e corri!». Sono le uniche parole che quell’uomo ha rivolto al 58enne: «Tra di loro non comunicavano, si capivano bene, erano perfettamente organizzati e ben coordinati». Una sola frase per realizzare che davanti ai suoi occhi non c’era né un carabiniere né un ladro d’auto. A indossare la mimetica era un rapinatore che gli aveva appena puntato un mitra intimandogli di allontanarsi immediatamente. «Sono sceso dall’auto lasciando tutto all’interno e ho iniziato a correre in direzione di Sassari. Sentivo ancora spari alle spalle, ho raggiunto le altre macchine che nel frattempo si erano fermate e quando mi sono voltato i due banditi stavano posizionando dei copertoni e una balla di fieno. Poi le fiamme e la mia auto che prendeva fuoco...». Da quel momento lunghe ore di attesa al freddo: «Avevo solo la camicia e il gilet – racconta il 58enne – il cappotto è rimasto in macchina. Così come il telefono, il portafogli, le carte di credito. Non ho più nulla...».

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