La Nuova Sardegna

Terrore sulla 131

Vita da guardia giurata: «Rischiamo ogni giorno per 1200 euro al mese»

di Luca Fiori
Vita da guardia giurata: «Rischiamo ogni giorno per 1200 euro al mese»

Il decano: «Le procedure di difesa e sicurezza vanno riviste, viviamo con l’ansia di trovarci un fucile puntato in faccia»

01 febbraio 2024
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Sassari «Quando usciamo di casa la mattina per andare a lavoro non sappiamo se torneremo per cena e se rivedremo i nostri cari. Per 1200 euro al mese rischiamo la vita tutti i giorni in mezzo alla strada, ma quello che chiediamo non sono 200/300 euro in più di stipendio, che chiaramente farebbero comodo a tutti, ma che vengano finalmente riviste le procedure operative che ci consentano di non dover vivere perennemente con l’ansia e la paura».

Il giorno dopo l’assalto l’armato ai tre portavalori della sua azienda, il primo pensiero di Giovanni Mastrovito, guardia giurata di 56 anni, dipendente della Vigilpol, è per i quattro colleghi rimasti feriti mercoledì mattina «nell’imboscata» sulla 131 all’altezza di Siligo. «Spero che si riprendano presto – spiega nel salone della sua abitazione di Sassari – e che riescano a dimenticare quello che hanno visto in mezzo alla strada, anche se sarà molto difficile». Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori all’interno della ditta per cui lavora e delegato della Filcams Cgil, a Mastrovito, che indossa la divisa dal 2002, inizialmente per la Polsarda, e poi dal 2011 per la Vigilpol, c’è una parola che dà tremendamente fastidio. Una parola - vigilante - che in questi giorni in tanti hanno utilizzato per identificare i suoi colleghi.

«Non siamo vigilanti – spiega infastidito – ma guardie giurate che hanno prestato un giuramento davanti al prefetto e allo Stato e che dovrebbero avere quel tipo di inquadramento. E invece veniamo trattati come manovalanza – spiega la guardia giurata – mentre sulle nostre teste si giocano gare d’appalto, per trasporti di valori o servizi armati, sempre più al ribasso. I nostri servizi sono sempre più complicati – prosegue Mastrovito – ci sono ragazzi, padri di famiglia, che la mattina indossano la divisa con la speranza di non trovarsi un Kalashnikov puntato in faccia. Purtroppo siamo sempre un passo indietro rispetto ai professionisti del crimine che organizzano quel tipo di assalti. Se andassimo a trasportare i soldi con i carri armati – spiega il 56enne – sono certo che ci attaccherebbero con i lanciarazzi. Quando siamo in mezzo alla strada in situazioni come quella di mercoledì mattina – prosegue – siamo costretti ad aspettare che ci sparino addosso per poterci difendere e rispondere al fuoco. Credo che istituzioni e forze dell’ordine – aggiunge Giovanni Mastrovito – debbano rivedere con urgenza a livello nazionale le procedure di intervento e di difesa. Non ci sono servizi semplici – spiega la guardia giurata che in oltre vent’anni di carriera si è ritrovato più volte un’arma puntata contro – ormai anche prestare servizio al pronto soccorso ci può esporre a grossi rischi. Eppure i salari e le indennità per chi fa la guardia giurata e rischia la vita per trasportare il denaro di altri, sono miseri. Per un servizio notturno – spiega il rappresentante dei lavoratori – chi ha un terzo livello come il sottoscritto riceve appena cinque euro per un’intera notte trascorsa fuori casa, chi ha un livello inferiore ancora meno. La mia paura, dopo quello che ho visto due giorni fa, è che prima o poi ci possa scappare il morto, perché ormai, a differenza di qualche anno fa – conclude Mastrovito – ci sparano addosso senza alcune remora. Chi può intervenire ha il dovere di farlo prima che sia troppo tardi».


 

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