La Nuova Sardegna

Le indagini

Assalto ai portavalori, caccia tra Nuorese e Ogliastra: uno dei banditi zoppicava, forse è ferito

di Nadia Cossu
Assalto ai portavalori, caccia tra Nuorese e Ogliastra: uno dei banditi zoppicava, forse è ferito

Quattro milioni di euro è la prima stima del tesoretto finito nelle mani del commando armato

01 febbraio 2024
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Sassari  Un bandito con una divisa mimetica e il passamontagna che zoppica, quasi trascinando una gamba mentre, insieme al complice, blocca un furgone sulla 131 puntando il kalashnikov contro l’autista, ossia la persona che è riuscita a filmare parte dell’assalto di mercoledì mattina con un video diventato in pochi minuti virale. E proprio quella registrazione potrebbe aver fornito un elemento importante agli investigatori. Uno dei rapinatori dell’ assalto armato ai tre portavalori della Vigilpol, infatti, potrebbe esser rimasto ferito nei momenti concitati del blocco stradale. E, se così fosse, avrebbe anche bisogno di cure. Ma quell’incedere claudicante potrebbe allo stesso tempo rappresentare un segno distintivo e agevolare l’identificazione del bandito.

Sono ore cruciali quelle successive alla rapina che avrebbe fruttato alla banda un bottino di almeno quattro milioni di euro, secondo una prima stima. Si cerca qualsiasi dettaglio utile a dare una svolta repentina all’indagine sull’assalto armato e per le forze dell’ordine sono comprensibilmente giorni intensi. Già durante la notte tra mercoledì e giovedì sono scattate le prime perquisizioni in abitazioni e aziende soprattutto del Nuorese e dell’Ogliastra. La provenienza del commando – è questo il sospetto degli inquirenti – sarebbe in qualche modo legata a quei territori. Anche perché già nei precedenti assalti si erano battute delle zone specifiche che potrebbero aver dato conferme significative.

Il lavoro della squadra mobile di Sassari, al comando del dirigente Michele Mecca, ma anche quello delle squadre mobili di altre province, è insomma solo all’inizio, in una fase di “esplorazione” come l’hanno definita gli stessi investigatori. Perquisizioni a tappeto, dunque, ma anche convocazioni di diverse persone negli uffici della polizia. Compresi alcuni sospettati di aver avuto un qualche ruolo nell’ultimo colpo messo a segno in provincia di Sassari, quello del 30 novembre 2022, sempre sulla statale 131, ma quella volta all’altezza di Giave. Le modalità “tecniche” quasi sovrapponibili e l’obiettivo – ancora la società Vigilpol – hanno evidentemente portato a ritenere che tra i due blitz armati possa esserci un legame. In termini di coinvolgimento di esponenti delle stesse bande modulari. Le forze dell’ordine stanno anche perlustrando con attenzione campagne e stradine al confine tra le province di Sassari e Nuoro. Si cercano anche altre automobili che il commando – composto da più di dieci persone – potrebbe aver utilizzato per la fuga e poi abbandonato. Così come si sta verificando la presentazione di eventuali denunce per furto di mezzi (l’autocompattatore della raccolta differenziata della società Pianeta Ambiente, ad esempio) e di macchine.

Anche ieri mattina gli elicotteri sorvolavano le zone che circondano la statale 131. Quella di Siligo non sarebbe stata scelta a caso: nel punto in cui è avvenuto l’assalto a colpi di kalashnikov ci sono numerosissime vie di fuga, strade di campagna, complementari, collegamenti e possibilità di eseguire inversioni di marcia in sicurezza. Ulteriore dimostrazione del fatto che la rapina è stata pianificata per tempo, con una selezione accurata di percorsi alternativi che avrebbero permesso al commando di non rischiare. E alle forze dell’ordine di non raggiungerli, certamente non in tempi brevi.

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