La Nuova Sardegna

La Nuova @ Scuola
La Nuova @ Scuola

Gli insetti potrebbero essere il nostro cibo del futuro? Non siate schizzinosi: questa è una buona notizia

di Maria Francesca Pittalis*
Gli insetti potrebbero essere il nostro cibo del futuro? Non siate schizzinosi: questa è una buona notizia

A livello economico il loro allevamento risulterebbe molto meno costoso di quello degli animali di cui quotidianamente ci cibiamo: richiedono 15mila litri di acqua in meno

08 febbraio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





È possibile che gli insetti possano diventare a breve una nuova alternativa per i nostri palati? Forse non tutti sanno che di tutte le specie animali presenti sul nostro pianeta gli insetti rappresentano l'80%, superando di gran lunga gli esseri umani, così come s’ignora che contengano il 65% di proteine che assicurano al nostro corpo il rinnovamento dei tessuti, lo sviluppo delle difese immunitarie e il trasporto dell’ossigeno nel sangue. Inoltre non è da sottovalutare che entro il 2050 si stima un aumento della popolazione di almeno 2 miliardi e perciò ci sarà una richiesta maggiore di cibi proteici che potrebbe essere colmata proprio dal consumo di insetti.

A livello economico il loro allevamento risulterebbe molto meno costoso di quello degli animali di cui quotidianamente ci cibiamo: richiedono 15000 litri di acqua in meno, poco spazio e il loro ciclo vitale dura in media otto settimane. Inoltre offrono un’alternativa ecologica che potrebbe garantire per noi un’alimentazione sostenibile ed equilibrata: basti pensare che l’allevamento degli animali produce circa il 18% delle emissioni globali di gas serra. In aggiunta gli insetti possono nutrirsi autonomamente, possono essere utilizzati come fertilizzante e la loro riproduzione avviene in modo asessuato.

A maggio 2022 l’Unione Europea ha approvato il commercio e il consumo di alcuni prodotti a base di insetti, come ad esempio vermi gialli della farina essiccati, mentre a gennaio 2023 è stata approvata la farina di grillo. Il consumo di insetti è molto diffuso in tanti paesi come Asia, Cina, dove il loro allevamento avviene in ambienti controllati che minimizzano il contatto e il rischio di contaminazioni da germi e batteri che possono causare malattie, pertanto i rischi che possono avere sul nostro corpo sono equivalenti a quelli di tantissimi altri prodotti come i crostacei.

L’ostacolo più difficile da superare nell’ottica del consumo di insetti è di natura culturale poiché per noi la parola “insetto” è spesso sinonimo di malattia e scarsa igiene. In realtà il pregiudizio verso questi prodotti è legato all’ignoranza sull’argomento e alla diffidenza verso cibi che non fanno parte della nostra catena alimentare. Un valido deterrente per favorire la fiducia da parte dei consumatori verso questo tipo di prodotti sarebbe l’introduzione in Europa e conseguentemente anche in Italia, nel rispetto di tutte le normative di igiene e sicurezza alimentare vigenti, di allevamenti di insetti che rappresenterebbero una valida alternativa, in termini di benessere fisico e ambientale, ai cibi con cui abitualmente ci alimentiamo. Perciò se abbiamo a disposizione una fonte proteica sostenibile e salutare perché non provare?

*Maria Francesca studia al Liceo scientifico I.I.S. “G.A. Pischedda”, Bosa

In Primo Piano
Il fatto del giorno

Sassari-Olbia, c’è la proroga: sarà ultimata nel 2025

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative