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Carlo Calenda a Sassari per sostenere Soru: «È il candidato migliore, il più capace»

Carlo Calenda a Sassari per sostenere Soru: «È il candidato migliore, il più capace»

Il leader di Azione: «Centrosinistra diviso: il M5S non ha fatto un passo indietro per trovare un candidato terzo»

11 febbraio 2024
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Sassari Nel campo pro Renato Soru ieri è stata la volta del leader di Azione, Carlo Calenda. In mattinata ha partecipato a Sassari a una tavola rotonda insieme allo stesso Soru e all’ex sindaco di Parma e presidente nazionale di +Europa, Federico Pizzarotti. «Renato Soru è il candidato migliore, è capace, è quello che conosce meglio la Sardegna, è l'unico che viene dalla Sardegna, gli altri sono stati decisi a Roma sulla base di incroci nazionali».

Sul mancato accordo con l’altra parte del centrosinistra Calenda ha detto: «A queste elezioni il centrosinistra si presenta diviso perché il Movimento 5 stelle, che comanda la coalizione, non ha accolto l'invito a fare un passo indietro per trovare un candidato terzo e quindi oggi noi sosteniamo Renato Soru, la persona più capace». «Sono 30 anni che si parla di voto utile e alla fine è risultato la cosa più inutile che esista. Il punto non è centrodestra o centrosinistra, Azione e +Europa assieme sostengono Soru perché è il candidato migliore. I politici sono persone che fanno un colloquio di lavoro con i cittadini, e i cittadini devono valutare le esperienze e le cose fatte».

Calenda è intervenuto anche sulle vicende legate alle proteste degli agricoltori: «Il costo di produzione deve essere salvaguardato, questo vuol dire che la grande distribuzione non può comprare sotto il costo di produzione. Deve diventare un salario minimo per gli agricoltori, che esattamente come per gli operai e gli impiegati garantisca un tenore di vita dignitoso». Calenda ha anche riacceso la polemica con il leader della Cgil dopo il botta e risposta del giorno prima sulla su presenza nel Sulcis a fianco dei lavoratori impegnati in faticose vertenze industriali. «Io in splendida solitudine da cinque anni dico attenzione stiamo perdendo il settore dell’auto. Attenti a dare 6 miliardi di euro agli Elkann per pagarsi un dividendo di 2 miliardi e nove per vendere la Fiat. Landini sbraitava contro Marchionne quando la produzione saliva da 350mila veicoli a 1 milione e 50, adesso che è scesa a 750mila non si parla della questione fondamentale, che senza industria non si vive».

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