La Nuova Sardegna

L'annuncio

La decisione blindata del governo: maxi rigassificatore a Porto Torres

di Giuseppe Centore
La decisione blindata del governo: maxi rigassificatore a Porto Torres

L’annuncio di Pichetto Fratin: avrà una capacità da 1 miliardo di metri cubi l’anno. Il ministro: la dorsale da nord verso sud porterà il metano nelle aree industriali

16 febbraio 2024
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Cagliari Rigassificatore a Porto Torres. Non si ragiona più sul se, né sul quando, ma sul come. Indicazioni utili e interessate, sono arrivate ieri dal ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto-Fratin, presente in Sardegna per la campagna per le regionali. Il ministro, che non ha avuto alcun contatto istituzionale con la Regione, nonostante fosse a Cagliari dalla serata di giovedì, ha invece partecipato a una iniziativa di Confindustria alla quale erano stati invitate le imprese interessate ai temi energetico-ambientali e il sindacato. Invitato dal presidente regionale di Confindustria Maurizio De Pascale, Pichetto ha illustrato la strategia del Governo sul tema dell’energia, riservando alcuni cenni a ogni dossier, dal metano al nucleare, dalle rinnovabili alle aree idonee, dalle bonifiche ai rapporti con la Regione.

Naturalmente un tema caldo, anzi alla fine “il” tema su cui tutti si sono agganciati, è stato quello dell’imminente e prossimo decreto energia, firmato dalla Meloni che sostituirà quello di Draghi di due anni fa. Nella sua prossima visita nell’isola, la premier annuncerà la firma? Può essere, ma prima ci sarà un passaggio aggiunto in queste ore per tutelare ancor di più il testo finale. Il governo vuole che la procedura di intesa istituzionale a salvaguardia del decreto venga rilasciata non più dalla Regione Sardegna, ma dalla conferenza Stato-Regioni. La motivazione burocratica è che trattandosi di una opera di rilevanza nazionale è naturale che siano tutte le Regioni a dare il via libera, ma la realtà è che così si blinda definitivamente il decreto in caso di retromarcia post elettorali da parte della Regione. La Sardegna potrà anche opporsi ma toccherebbe alla conferenza Stato-Regioni una decisione su una eventuale impugnazione. E le Regioni sono in maggioranza governate dal centro-destra. Il passaggio in conferenza dovrebbe avvenire martedì, approvazione scontata e poi firma dei tre ministri e della premier. Il decreto non cambierà il testo, tranne che per alcuni tecnicismi, e così Pichetto, ieri ha dato altre due notizie. «Confermo che prevediamo un rigassificatore a Porto Torres, e una dorsale, nord-sud per collegarlo alle altre aree industriali, e sulla sua taglia, poiché un sana ridondanza non fa male e visti i consumi teorici dell’isola, (ricordati dallo stesso De Pascale) credo che una capacità di rigassificazione da 1 miliardo di metri cubi di gas l’anno vada bene. Poi questi impianti sono modulari, passare da uno a due non è complicato». Non si tratta di bruscolini. I due rigassificatori oggi in esercizio hanno taglie superiori. Panigaglia 3,4 e Rovigo 8 miliardi. Il miliardo sardo sarebbe comunque significativo e farebbe entrare l’impianto di Porto Torres nel ristretto elenco di impianti necessari per la sicurezza energetica nazionale. Il risultato principale di questa taglia è che il processo autorizzativo sarà talmente rapido da non prevedere pause o intoppi tra una decisione e l’altra, come il caso di Piombino insegna.

Un altro elemento eliminato dalla ultima bozza del decreto riguarda il ruolo della società pubblica di ricerca sugli scenari energetici, Rse, che non avrà più voce in capitolo. Una differenza sostanziale rispetto agli anni passati quando Rse ha disegnato opzioni e priorità sostituendosi al decisore politico. Ai dubbi degli attuali operatori che distribuiscono, Italgas tramite Medea, o riforniscono di Gnl, Higas a Oristano, il ministro ha risposto che sul fronte autorizzativo modifiche minimali si possono ancora prevedere, ma che lo scenario, con i punti di Porto Torres, Oristano e Cagliari non cambia. Cambiano invece priorità e programmi strategici delle imprese produttrici sarde. Il direttore della centrale di Fiume Santo, Paolo Appeddu, ha ricordato il programma da un miliardo con un mix di produzioni che attende l’accoglimento del governo. Se la posizione della proprietà (Eph) della centrale a nord dell’isola è chiara, si sta definendo quella della altra centrale essenziale a sud, di Saras. Gli olandesi di Vitol sanno che bruciare i residui di raffinazione non può essere una strategia per il domani. E così anche loro stanno ragionando sul gas, fossile da superare ma un domani sempre meno vicino.

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