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Elezioni, tutti i calcoli di partiti e coalizioni per entrare in consiglio regionale

Elezioni, tutti i calcoli di partiti e coalizioni per entrare in consiglio regionale

Sbarramento del 10% per le alleanze, ma c’è anche il quoziente pieno

23 febbraio 2024
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Cagliari Due sbarramenti sono sicuri, nella legge elettorale. Se le coalizioni non otterranno almeno il 10 per cento dei voti, e la metà per i partiti fuori dalle alleanze, saranno escluse dalla XVII legislatura del Consiglio regionale, e questo la sanno quasi tutti. Però, seppure non ci sia scritto da nessuna parte, esiste anche una terza soglia: è quella dei 10mila voti. Si chiama quoziente pieno, ma come viene calcolato? Dividendo i voti validi ottenuti da ciascuna coalizione, o dai singoli partiti, per il numero di seggi assegnati al governatore che ha vinto, compreso l’eventuale premio di maggioranza, oppure dividendolo per quelli attribuiti agli sconfitti. Di conseguenza, la coalizione che lunedì avrà superato, una o più volte, i 10mila voti avrà sin da subito la certezza di aver conquistato almeno un seggio con il quoziente pieno, al di là del risultato ottenuto dal candidato governatore che ha sostenuto.

Il calcolo Stimata un’affluenza ai seggi intorno al 50 per cento, ma secondo le previsioni sarà meno, e dopo aver superato i primi due sbarramenti imposti dalla legge, le segreterie politiche dovranno tenere sotto controllo il pallottoliere. Attenzione però: i voti ottenuti dai rispettivi candidati governatore incideranno comunque sul numero di seggi da assegnare. A far la differenza sarà infatti l’eventuale premio di maggioranza destinato d’ufficio al presidente che ha vinto. Se avrà avuto la meglio con più del 40 per cento dei voti validi, conquisterà 36 seggi su 60 e 24 andranno invece alla minoranza o alle minoranze. Oppure se rimarrà nella forchetta che va dal 25 al 40 per cento dei voti totali, potrà contare su 33 seggi contro 27. Dunque, in caso di vittoria netta, la maggioranza avrà 12 seggi in più, o altrimenti sei nella seconda ipotesi. È un’altra delle tante clausole previste dalla legge, che però poi non premia il neo governatore in caso di vittoria con più del 60, o con meno del 25 per cento dei voti validi.

La lotteria Tutti i seggi non assegnati col quoziente pieno, invece, dipenderanno dal resto avanzato a ciascun partito al netto dei 10mila voti di cui sopra. Il calcolo stavolta avviene su base regionale, con il rischio che alcuni posti attribuiti sulla carta a una circoscrizione finiscano poi per essere assegnati altrove, dove quello stesso partito ha ottenuto invece il resto più alto, com’è accaduto in passato.

La tombola È ancora più complicato spiegare perché alcuni candidati restino fuori dal Consiglio nonostante abbiano ottenuto migliaia e migliaia di voti, mentre altri sono eletti con neanche mille. Per farla molto semplice, tutto dipende ancora dal resto, o meglio dai voti che ciascun partito non ha utilizzato per i seggi assegnati col quoziente pieno. Di fatto, è un’altra clausola, stavolta inserita per garantire comunque la rappresentanza anche alle sigle più piccole, purché abbiano superato gli sbarramenti iniziali del 10 o del 5 per cento, non escludendole appunto dalla suddivisione dei seggi rimasti in palio e da assegnare appunto con i resti.

L’ultimo precedente Alle Regionali del 2019, con Christian Solinas attestato ben oltre il 40 per cento, a superare quota 10mila furono 20 partiti su 24: nove su 11 nel centrodestra, sei su otto nel centrosinistra, più il Movimento 5 Stelle. Altre quattro liste presentatesi da sole, nonostante in tre avessero ottenuto più di 10mila voti, furono escluse lo stesso dal Consiglio regionale, per essere rimaste comunque al di sotto dello sbarramento del 5 per cento. Cinque anni fa al centrodestra, che vinse con 373.943 voti, furono assegnati 30 seggi col quoziente pieno e cinque con i resti. Quattordici più quattro, invece, al centrosinistra (216.395 voti complessivi) e cinque più uno al Movimento 5 Stelle, con poco più di 70mila voti. Fra i candidati eletti, infine, quasi 6mila le preferenze a favore del più votato, Antonello Peru, e 694 quelle ottenute dal meno votato, Maria Laura Orrù. (ua)

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