La Nuova Sardegna

La prevenzione

Diabete, Sardegna maglia nera al mondo: screening per 370 bambini

di Serena Lullia
Diabete, Sardegna maglia nera al mondo:  screening per 370 bambini

I test verranno eseguiti da 14 pediatri distribuiti sul territorio e saranno inviati al San Raffaele per essere esaminati

05 aprile 2024
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Sassari La Sardegna sfodera l’arma della prevenzione contro il diabete nei bambini. C’è un triste primato da invertire: la Sardegna è la regione con la più alta incidenza al mondo di diabete di tipo 1, con circa 120 casi nuovi registrati all’anno nella fascia 0-14 anni.

È tutto pronto per il via al progetto pilota dell’Istituto Superiore di Sanità – ministero della Salute, che in questa prima fase sperimentale coinvolgerà anche Marche, Lombardia e Campania. Cinquemila test in totale, assegnati per regione in base alla popolazione pediatrica. 370 i bambini che verranno testati nell’isola per tre fasce di età. 2, 6 e 10 anni.

Saranno i pediatri di libera scelta a eseguire gli esami ai piccoli pazienti nei loro ambulatori e i test verranno poi inviati al San Raffaele di Milano. Per avere un’idea, sulla base dei dati dell’assessorato alla Sanità, basti pensare che nei bambini e nei giovani sardi l’incidenza del diabete di tipo 1 è di 50 casi per 100mila abitanti (fascia di età 0-30 anni ) mentre nel resto d’Italia e del mondo, a esclusione della Finlandia, più simile al caso sardo, l’incidenza si ferma a 6,7 casi per 100mila coetanei. In totale, oggi in Sardegna le persone con diabete sono 110mila400, un numero che racconta una vera e propria emergenza socio – sanitaria, destinata a crescere anche per l’incidenza del diabete mellito di tipo 2 nell’adulto, che nell’ Isola conta circa 5 mila casi all’anno.

«Qualora dovesse risultare una predisposizione per il diabete o la celiachia verrà allertato il pediatra e il Centro di riferimento regionale individuato nel servizio di Diabetologia all’ospedale Microcitemico di Cagliari – spiega il segretario regionale della Federazione Italiana Medici Pediatri, Osama Al Jamal –. È sicuramente uno screening preliminare che diventerà più universale nei prossimi anni. Sono già state stanziate le risorse che permetteranno di coprire le spese. Per ora questa è una importante opportunità per indagare sulla predisposizione di diabete e celiachia per delle fasce di età già stabilite, 2, 6 e 10 anni».

Sono 14 i pediatri finora coinvolti «in ogni provincia, rappresentativi di tutte le aree geografiche. I test cosi distribuiti consentiranno di avere un quadro fedele della realtà sarda». Il punto di partenza è la più alta incidenza del diabete nel mondo in Sardegna. «In media ciascun pediatria ha almeno 4-5 bambini diabetici in carico, a parte la celiachia – aggiunge il dottor Al Jamal –. Lo screening è utile perché ci consente di arrivare a una diagnosi precoce che consente anche di prevenire le complicanze acute come l’acidosi diabetica. Perché un conto è fare una diagnosi precoce, affidare i bambini al Centro di riferimento e attivare le terapie. Altro discorso è quando i bambini arrivano in condizioni di chetoacetosi diabetica con i rischi che riguardano le complicanze, tra cui purtroppo anche il decesso».

Una parte importante in questo percorso di mappatura la possono fare anche i genitori. «Aderendo allo screening – spiega il presidente Fimp – quando gli verrà proposto dal pediatra. Gli verrà fornito materiale informativo e verranno spiegate le finalità dello screening. Personalmente, ma devo dire anche a nome dei miei colleghi, abbiamo già cominciato a informare i genitori e il riscontro supera ogni aspettativa. La famiglia sarda è molto sensibile a queste tematiche. Sono sicuro che in Sardegna non avremo nessuna difficoltà a coinvolgere le famiglie in questo progetto di screening».

I tempi sono abbastanza rapidi. Entro novembre dovrà essere completata la prima fase. Quella dei test ai bambini. Poi si procederà all’esame al San Raffaele da cui verrà fuori la mappa dello stato di salute dei piccoli pazienti.

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