La Nuova Sardegna

L'emergenza

La battaglia contro la siccità nell'isola: 309 milioni per condotte e invasi

di Salvatore Santoni
La battaglia contro la siccità nell'isola: 309 milioni per condotte e invasi

In corsa con 14 opere urgenti nel Piano nazionale per la sicurezza idrica. Meno sprechi e più capacità per stare tranquilli e mettere il turbo all’agricoltura

06 aprile 2024
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Sassari L’allarme siccità che riecheggia ogni primavera che dio manda sull’isola, l’incubo razionamenti nelle case e il mondo dell’agricoltura costretto a fare i conti con meno acqua di quella che vorrebbe avere. Col risultato che si coltiva meno di quello che si potrebbe.

Sono tutte situazioni che – presto o tardi è tutto da capire – potrebbero essere soltanto un brutto ricordo. Ma soltanto se andranno a dama i 14 interventi prioritari per l’isola inseriti nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico (Pnissi). Messi insieme valgono oltre 300 milioni di euro e hanno serie probabilità di essere tutti finanziati dal governo.

Il piano A livello nazionale sono 127 le opere urgenti contro la siccità e le inefficienze nell’utilizzo dell’acqua. Messe tutte insieme valgono complessivamente 3,67 miliardi di euro. La selezione è arrivata dalle 7 Autorità di bacino ed è contenuta nell’allegato II alla seconda relazione del commissario straordinario Nicola dell’Acqua. Gli interventi prioritari sono stati scelti nella massa delle 562 opere presentate dalle Regioni al ministero delle Infrastrutture e raccolte nel Pnissi, che a sua volta vale 13,5 miliardi. Rappresentano dunque un suggerimento operativo nel quadro del Piano straordinario per il 2024 annunciato dal ministro Matteo Salvini, coordinatore della cabina di regia sull’emergenza idrica.

Nell’isola L’ultimo dato disponibile, quello del 2022, racconta che ogni anno il sistema idrico della Sardegna sopperisce a una domanda di 212 milioni di metri cubi per gli usi civili; 23 milioni per gli usi industriali e 435 milioni per l’agricoltura. In tutto, quindi, l’isola consuma 670 milioni di metri cubi di acqua, prelevata, per la maggior parte, dagli invasi. A questa cifra si deve aggiungere l’erogazione da pozzi, sorgenti e acque superficiali che soddisfa una domanda stimata che, per l’anno 2022, è compresa tra 275 e 375 milioni di metri cubi.

Agricoltura strozzata L’acqua utilizzata nelle campagne passa attraverso 7 consorzi di bonifica. Quello che emerge dall’ultima relazione del commissario straordinario del Pnissi è che l’agricoltura è strozzata dalla carenza di acqua. L’attuale disponibilità, infatti, consente di irrigare soltanto il 35/40% della superficie attrezzata. Avere più acqua a disposizione consentirebbe di aumentare la superficie irrigata, facendola crescere vorticosamente rispetto agli oltre 58mila ettari attuali.

Scenario a 10 anni Dalla relazione del commissario straordinario emerge anche il futuro che attende l’isola in termini di consumi. Negli scenari di medio termine, la pianificazione distrettuale ha ipotizzato un incremento della domanda da 142 milioni di metri cubi all’anno fino ad arrivare a 609,9 milioni . Significa che tra 10 anni l’isola potrebbe aver bisogno del doppio dell’acqua che consuma oggi. Gli interventi del piano nazionale, quindi, sono stati individuati con lo scopo di conservare il bilancio idrico e di incrementare le attuali risorse per soddisfare l’aumento dei fabbisogni.

La strategia L’obiettivo principale del piano è garantire il fabbisogno potabile per un anno (18 mesi nei sistemi a regolazione pluriennale) anche in presenza di annate estremamente siccitose, e in assenza di pioggia. La prima mossa è quella di aumentare l’affidabilità del sistema, e quindi recuperare le perdite, che attualmente sono certificate nel 51,2%: più della metà dell’acqua che ci manda il cielo viene dispersa. Il piano prevede anche di colmare il deficit energetico del sistema Enas, che spende più energia per accedere i sollevamenti di quanta ne produca con idroelettrico o col fotovoltaico. E poi, chiaramente, ci sono tutta una serie di lavori di manutenzione che attendono da anni.

I progetti La maggior parte dei 14 interventi prioritari per l’isola vedono come soggetto attuatore Abbanoa. In Ogliastra c’è bisogno di 44 milioni per realizzare il nuovo potabilizzatore, opere di presa e dorsale fino a Loceri (diramazioni incluse).

Per quanto riguarda le dighe, quella di Govossai ha necessità di 7,25 milioni per il consolidamento strutturale e l’adeguamento della strumentazione di controllo. Alla diga di Olai serve una manutenzione del sistema di tenuta e scarichi da 9,5 milioni. La nuova condotta premente tra Truncu Reale e Monte Oro, a Sassari, richiede oltre 20 milioni. Lo schema idrico “Govossai” ha bisogno di una nuova condotta adduttrice Sarule, Orani, Oniferi, Orotelli e altri: 16,2 milioni. E ancora, 18 milioni per il riassetto funzionale dell’adduttrice idrica di Janna e ‘ferru, tra Nuoro e Mamoiada. Sul fronte dell’Enas c’è il maxi intervento da oltre 72 milioni per il risanamento di diversi tratti degli acquedotti Coghinas I e II nei Comuni di Sassari, Porto Torres, Sorso, Santa Maria Coghinas, Valledoria e Castelsardo.

Il consorzio di bonifica della Gallura ha bisogno di 4,7 milioni per eliminare le perdite delle vasche di compenso di Arzachena e di altri 19,5 milioni per la manutenzione delle condotte nel settore B del distretto irriguo di Arzachena.

Il consorzio della Sardegna centrale, invece, necessita di 1,65 milioni per sistemare le vasche di compenso consortili nel sub-comprensorio irriguo del fiume Posada, e di altri 2,7 milioni per la manutenzione dei ponti-tubo sui fiumi Liscoi e Murtazzolu.

E infine, il consorzio dell’Oristanese, che con 40,8 milioni deve riordinare il distretto irriguo di Zinnigas, Lorissa e Pauli bingias sud (Comuni di Oristano, Zeddiani, Nurachi e Cabras).
 

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