La Nuova Sardegna

L’intervista

L’assessore all’Agricoltura Gian Franco Satta: «Ridiscutere subito la Pac e indennizzi per le aziende»

di Luigi Soriga
L’assessore all’Agricoltura Gian Franco Satta: «Ridiscutere subito la Pac e indennizzi per le aziende»

«Troppa burocrazia: occorre rivedere le funzioni delle agenzie Argea, Agris e Laore»

10 aprile 2024
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Sassari Non erano contemplate altre opzioni: l’unica casella occupabile in giunta era l’Agricoltura. Per una questione di competenza, e anche di appartenenza a un mondo. Perito agrario, proprietario di un’azienda agricola, 51 anni, ex sindaco di Tergu, Gian Franco Satta ha sempre guardato da vicino le campagne e i loro problemi. «Per questo – dice – non potevo chiedere nessun’altra delega se non l’Agricoltura, e sono estremamente grato che la presidente Todde mi abbia dato fiducia».
 

È uno dei settori più in crisi, con criticità che si trascinano da decenni.
«Ne sono consapevole, e sarà una sfida difficile. Dovrò affrontare una serie di difficoltà croniche, che la politica fino ad ora ha trascurato. Le soluzioni tampone sono servite a poco, occorre più lungimiranza e programmazione».

Quali priorità ha evidenziato nella sua agenda?
«Innanzitutto la spendita delle risorse già stanziate. Ci sono 12mila aziende che aspettano ancora di ricevere gli indennizzi, e il mio primo compito sarà provare a dare delle risposte concrete. Ho chiesto agli uffici di prepararmi al più presto un dossier sulle principali emergenze».

Gli addetti ai lavori si lamentano della lentezza burocratica, e dell’inefficienza degli enti.
«C’è da rivedere al più presto il funzionamento di Argea, Agris e Laore. Basti pensare che destiniamo al settore agricolo 230milioni di euro, e la metà di queste risorse finiscono per coprire le spese di queste agenzie. C’è qualcosa che non va. Bisogna assolutamente evitare la sovrapposizioni di competenze, fonte di lungaggini burocratiche».

Altra priorità?
«Riaprire il tavolo della Pac a livello regionale e nazionale, perché l’esclusione del comparto ovino caprino penalizza fortemente gli allevatori sardi a vantaggio invece di tutto il comparto zootecnico del nord Italia. Questo gap deve essere affrontato e colmato».

Anche perché in Sardegna c’è sempre il tema dell’insularità, che incide sui costi delle materie prime.
«I rincari e le spese stanno mettendo in ginocchio molte aziende sarde. A questo si aggiunge il clima, la siccità e la scarsa disponibilità di risorse idriche. Il contesto nel quale operare è complicato. Credo che sia utile far analizzare il comparto da un Osservatorio per l’Agricoltura».

L’altra scommessa da portare avanti, per un rilancio del settore, sarà la sostenibilità e l’innovazione.
«C’è l’assoluto bisogno di riconvertire in chiave ecologica l’Agricoltura. La tutela dell’ambiente passa per forza attraverso la cura delle campagne, che sono il primo avamposto della ecosostenibilità. Bisogna finanziare la multifunzionalità delle aziende agricole».

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