La Nuova Sardegna

Bassa valle del Coghinas

Invasi nell’occhio del ciclone: è scontro tra gli agricoltori e l’Enas

di Claudio Zoccheddu
Invasi nell’occhio del ciclone: è scontro tra gli agricoltori e l’Enas

Coldiretti e Confagricoltura accusano l’ente regionale: «Produzioni a rischio». La replica: «Soluzioni decise dalla cabina di regia, tecnici e risorse a disposizione»

13 aprile 2024
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Sassari  Per conoscere l’impatto delle ultime precipitazioni sui bacini dell’isola sarà necessario qualche tempo, ma mentre il sistema idrico arranca nella speranza che piova, il dibattito si sposta su un altro tema legato all’acqua e alla sue infrastrutture. Perché nel nord Sardegna sono ormai ridotti ai ferri corti i rapporti tra le associazioni degli agricoltori e l’Enas, l’Ente acque della Sardegna, dopo che è stato sospesa la distribuzione dell’acqua destinata ai campi.

La contesa Il seme della discordia è nella diga di Casteldoria ma c’è una postilla dedicata alla diga di Monte Lerno. «Dopo la rottura di una paratia di pertinenza dell’Enas, sono ben 15 giorni che perdura l’emergenza idrica nella bassa valle del Coghinas, dove è interrotto il servizio irriguo. A poco sono servite le due pompe idrauliche attivate da Enas per immettere acqua nelle condotte – attacca Stefano Taras,presidente di Confagricoltura Sassari Olbia-Tempio –. Ancora una volta il comprensorio irriguo della bassa valle è vittima di un grave disservizio». Secondo Taras, Casteldoria non è l’unico problema: «La diga del Monte Lerno, per ragioni di sicurezza decise da Enas, invasa meno della metà della sua capacità: circa 30milioni di metri cubi invece dei 70 possibili. E questo perché da oltre 15 anni si sarebbero dovuti fare dei lavori di manutenzione della diga che ancora non si vedono». La dose viene rincarata da Antonello Fois ed Ermanno Mazzetti, presidente e direttore di Coldiretti Nord Sardegna: «Una frana nei giorni scorsi ha danneggiato un’infrastruttura della diga del Coghinas costringendo il Consorzio di Bonifica a sospendere l’approvvigionamento dell’acqua. Adesso è opportuno che i comuni del comprensorio chiedano lo stato di calamità per sostenere le imprese agricole». «In questo momento l’acqua è vitale – aggiunge Toni Stangoni, presidente del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna – le aziende sono in difficoltà perché non hanno certezza della risorsa. Anche noi abbiamo difficoltà nel capire quanta acqua ci viene erogata, la Regione deve fare qualcosa». Anche le tempistiche di ripresa del servizio non sono secondarie: «Si era parlato di una settimana ma è pare che i tempi debbano allungarsi», aggiunge Gianni Muntoni, presidente della sezione di Perfugas Coldiretti.

La replica «Il 25 marzo è stato registrato un guasto alla paratoia della diga di Casteldoria, gestita da Enel, che ha ridotto il flusso d’acqua in uscita – replica la direzione generale di Enas –. Non è stata registrata, invece, alcuna frana». Enas, poi, spiega l’intervento: «È stato predisposto un sistema di elettropompe che prelevano dal fiume Coghinas. Il dimensionamento era stato concordato nella cabina di regia regionale, a cui partecipano tutti gli attori coinvolti, per una portata di 500 l/s da dedicare all’irrigazione della bassa valle. Dopo il 5 Aprile il sistema è arrivato a prelevare il quantitativo idrico richiesto ma, a causa delle perdite nella rete di adduzione del Consorzio di bonifica, non è stato sufficiente. Abbiamo messo a disposizione risorse e tecnici per l’adeguamento del sistema con altre pompe per arrivare a 750 l/s complessivi». Poi, dopo aver segnalato le difficoltà che incontra Enas nella gestione degli invasi, soprattutto nel sistema Coghinas, arriva la precisazione sulla diga di Monte Lerno: «La capacità di massima fu ridotta nel 2004 dal ministero delle Infrastrutture, dopo che una piena evidenziò carenze strutturali che ne pregiudicavano la stabilità. Più che lavori di manutenzione è una complessa operazione di consolidamento statico che, per informazione, partiranno entro l’anno seppur dopo il lungo tempo necessario per tutti i gravosi adempimenti tecnici e procedurali. Tuttavia questa vicenda rafforza la profonda convinzione che solo una gestione unitaria e completamente pubblica possa garantire un equilibrato utilizzo di quella preziosissima risorsa che è l’acqua». 

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