La Nuova Sardegna

La Giornata internazionale

Ostetriche, angeli della vita e della salute

di Serena Lulla

	A destra l'ostetrica Gianfranca Fiori con il piccolo Mattia nato il 7 maggio 2020, simbolo della pandemia
A destra l'ostetrica Gianfranca Fiori con il piccolo Mattia nato il 7 maggio 2020, simbolo della pandemia

La ricorrenza celebra queste figure chiave della società. La presidente Paola Lubinu: «Professione complessa, con competenze oltre la sala parto»

04 maggio 2024
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Sassari Non sono solo gli angeli della vita. Coloro che stanno accanto alle mamme durante il miracolo della nascita. Le ostetriche sono professioniste che si occupano della salute della donna, di quella dei bambini e della famiglia, in ospedale come sul territorio. La Giornata internazionale dell’ostetrica che si celebra oggi vuole essere l’occasione per raccontare questa figura che sin dai tempi antichi rappresenta “l’arte dello stare accanto”. Un ruolo un tempo tramandato dalle donne di generazione in generazione e che oggi costituisce una professione chiave nel mondo della sanità, giuridicamente riconosciuta, con una complessità di competenze e una formazione continua che comincia con un corso universitario ad hoc. Nessuna autocelebrazione per questa giornata nata nel 1991, ma un’occasione per riflettere su quei camici bianchi così preziosi per la società, talvolta non sufficientemente valorizzati per le loro competenze, spesso costretti a difendersi dagli abusivi della professione.

In Italia sono 21.014 gli iscritti all’albo professionale, di cui 2076 donne e solo 298 uomini. Nella provincia di Sassari sono 230, poco più del doppio nell’ordine interprovinciale di Cagliari che mette insieme anche Nuoro, Oristano e sud Sardegna. «Ancora oggi si tratta di una professione prevalentemente femminile pur essendo aperta a tutti i generi – spiega Paola Lubinu, presidente dell’Ordine delle ostetriche della provincia di Sassari –. Si associa molto spesso questa figura al momento della nascita del bambino in sala parto. In realtà siamo professioniste che si occupano della promozione della salute della donna in tutto l’arco della vita, della salute del bambino e della famiglia. L’ostetrica ha competenze in ambito ostetrico neonatale e ginecologico. Assiste gravidanza e parti a basso rischio in autonomia, in caso di emergenza si occupa della rianimazione, collabora con i medici e tutti gli altri professionisti sanitari in caso di patologie. Assiste e cura la puerpera in post parto e ancora prima può predisporre programmi di preparazione per i futuri genitori. Perché ricordiamoci che oltre alla mamma c’è il padre e che si forma una famiglia». Ma il ruolo delle ostetriche non finisce con la nascita del neonato in cui ovviamente il ruolo dell’ostetrica è primario. Perché come spiega Lubinu «il modo in cui veniamo al mondo influisce sulla futura persona». In quel momento così meraviglioso, i gesti, la dolcezza con cui si abbraccia la nuova vita, le energie positive che riempiono quegli attimi, sono una sorte di imprinting sulla persona di domani. Il lavoro delle ostetriche prosegue anche fuori dalla sala parto. Danno consigli di igiene e alimentazione, dopo la nascita sostengono la donna nella fase dell’allattamento e la preparano ad affrontare la vita a casa in autonomia e in serenità. «Una professione molto più complessa di quello che si pensa – aggiunge la dottoressa Lubinu –. Dal punto di vista ginecologico ci occupiamo di assistenza ed educazione sessuale, assistenza in ambito chirurgico, oncologico, diamo consulenze per l’infertilità e la menopausa e su ciò che riguarda la rieducazione del pavimento pelvico».

Ci sono poi le sfide della professione. La denatalità, il tasso di fertilità che in Sardegna è più basso d’Italia, la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili in forte crescita. «Siamo quindi impegnate nella promozione di stili di vita sani, di una sessualità responsabile e della genitorialità responsiva. Ricerche nazionali e internazionali ci dicono che le cure ostetriche garantiscono una migliore salute e quindi sono determinanti per garantire alle donne il diritto a ricevere una assistenza sicura qualificata e rispettosa. Motivo per cui il sistema sanitario dovrebbe implementare questi servizi e offrirli in maniera accessibile, gratuita ed equa su tutto il territorio nazionale». La presidente Lubinu fa poi un passaggio di stretta attualità. «Le donne hanno diritto di vivere al sicuro da pericoli, violenze e abusi e devono essere libere da ogni forma discriminazione per esercitare il diritto e le scelte di autodeterminazione in ambito riproduttivo».
 

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