La Nuova Sardegna

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Sanità, in Sardegna 210 milioni sprecati

di Stefano Ambu
Sanità, in Sardegna 210 milioni sprecati

È il calcolo (report Fadoi) per i 70mila ricoveri impropri all’anno disposti nell'isola. Il problema è il black-out di comunicazione tra i medici di famiglia e gli ospedali

11 maggio 2024
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Cagliari Basterebbe qualche mail in più. Magari una chiacchierata al telefono o attraverso messaggi su whatsapp. In maniera più formale, si potrebbe anche consultare il fascicolo elettronico, strumento che, aggiornato, potrebbe risolvere molti problemi. Ma, secondo uno studio condotto da Fadoi, la federazione dei medici internisti ospedalieri, tra il medico di famiglia e quello del reparto c’è poco dialogo. E se i camici bianchi dell’ambulatorio (o comunque del territorio) e quelli delle corsie non parlano tra di loro o lo fanno poco ci sono due tipi di rischi. Per la salute del paziente, innanzitutto. E per le casse del sistema sanitario.

Secondo il report di Fadoi senza uno scambio di informazioni adeguato il conto è fatto: 70 mila ricoveri (il costo medio è di tremila euro) “impropri” per uno spreco di 210 milioni. L’analisi, effettuata con un campione rappresentativo di operatori del settore, dice che i medici del territorio si consultano con gli ospedalieri solo per un ricoverato su 3. Quindi solo al 34%. E in otto casi su dieci i pazienti arrivano in reparto accompagnati non solo dai parenti ma anche da molti punti interrogativo: poco si sa - denuncia il focus - di loro perché il fascicolo sanitario elettronico non è quasi mai aggiornato: solo nel 13 per cento dei casi. Un ricovero su 10, avverte ancora lo studio, è di natura “sociale”. Nel senso che i pazienti avrebbero potuto ricevere le cure a casa in presenza di un servizio di assistenza domiciliare o di una rete familiare in grado di accudirli. Morale della favola: in un ospedale su due il 20% dei ricoveri è causato - spiega il report - proprio dalla mancata presa in carico del territorio. «La realtà descritta- afferma il presidente di FadoiSardegna, Carlo Usai- corrisponde a quanto i medici internisti ospedalieri valutano ogni giorno nei reparti di tutta la Sardegna, la mancata presa in carico dei servizi territoriali incide negativamente su tutti gli indicatori di performance ma soprattutto contribuisce all’inappropriatezza in un setting assolutamente inadatto dal punto di vista assistenziale. In questo panorama, alcune Aziende Ospedaliere si sono dotate di un servizio dedicato, come ad esempio l’Unità di Valutazione Ospedaliera (UVO) nella Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, un team multidisciplinare composto da un medico Geriatra e dagli assistenti sociali che si occupa dei pazienti identificati e segnalati dalle varie strutture ospedaliere e pianifica il PAI (Piano Assistenziale Individualizzato) e attiva i percorsi intraospedalieri, extraospedalieri sanitari e socio-assistenziali in collaborazione con il Distretto ASL di appartenenza e i Plus».
 

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